Il termine di 30 giorni entro il quale dev’essere fornita risposta alle interrogazioni consiliari costituisce il termine massimo, ma per quelle urgenti la risposta può essere anche immediata qualora il sindaco sia in possesso degli elementi necessari. È questa, in sintesi, la risposta del Ministero dell’Interno, in riscontro ad una richiesta di parere, da parte dei consiglieri comunali, concernente la corretta interpretazione dell’articolo 35, comma 5, del regolamento del consiglio comunale che disciplina le interrogazioni consiliari.
Secondo il ministero, le prerogative dei consiglieri sono disciplinate dall’articolo 43 del TUEL, il quale al comma 3 dispone che il sindaco o gli assessori da esso delegati rispondono, entro 30 giorni, alle interrogazioni e ad ogni altra istanza di sindacato ispettivo presentata dai consiglieri. Allo statuto ed al regolamento consiliare è demandata la disciplina delle modalità di presentazione di tali atti e delle relative risposte. Nel caso di specie, lo statuto del comune in questione non contiene alcuna previsione in ordine alle interrogazioni urgenti; l’articolo 8, comma 3 del regolamento comunale, nello stabilire che la presentazione delle interrogazioni è effettuata nelle forme previste dal regolamento sul funzionamento del consiglio, puntualizza che la risposta è obbligatoria nel termine di trenta giorni e, qualora sia richiesta risposta orale, questa viene data nel corso della prima seduta utile del consiglio nei termini previsti dall’apposito regolamento.
Il regolamento disciplina la materia delle interrogazioni all’articolo 35, il quale, al comma 3, dispone che la risposta alle interrogazioni deve essere data entro trenta giorni e, di norma, nella prima adunanza del consiglio che deve tenersi entro il suddetto termine. Qualora non si tengano adunanze nel termine prescritto, la risposta deve essere data per iscritto. Quanto alle interrogazioni avente carattere urgente, il comma 5, del predetto articolo 35, prevede espressamente che le stesse possono essere effettuate anche durante l’adunanza, subito dopo la trattazione di quelle presentate nei termini ordinari. Il testo dell’interrogazione è rimesso al presidente che ne dà lettura al consiglio e chiede al sindaco di dare risposta immediata qualora disponga degli elementi necessari. In caso contrario, il sindaco può riservarsi di dare risposta scritta entro trenta giorni dalla presentazione.
Dalle norme statali e regolamentari sopracitate emerge che il termine di 30 giorni, entro i quali deve essere fornita la risposta, costituisce chiaramente il termine massimo, ma per le interrogazioni urgenti la risposta può essere anche immediata se il sindaco è in possesso degli elementi necessari. Il ministero rappresenta, comunque, che soltanto il consiglio comunale, nella sua autonomia e in quanto titolare della competenza a dettare le norme cui conformarsi in tale materia, è abilitato a fornire un’interpretazione delle norme regolamentari di cui lo stesso si è dotato.
La redazione PERK SOLUTION