Caro energia: ANCI e UPI chiedono al Governo nuove risorse per fronteggiare i rincari

Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, e il presidente dell’Upi, Michele De Pascale, sono tornati a premere per un intervento urgente che fermi il rincaro dei prezzi dell’energia. “Famiglie e imprese stanno già soffrendo le conseguenze del continuo aumento dei costi dell’energia – hanno affermato in una dichiarazione congiunta Decaro e De Pascale – e sappiamo che il governo sta mettendo a punto provvedimenti urgenti. È indispensabile che fra questi sia compresa una misura di sostegno per i Comuni e le Province, in assenza della quale i bilanci degli enti locali sono destinati a saltare. È necessario uno stanziamento straordinario di almeno ulteriori 350 milioni di euro per compensare l’impennata delle nostre spese energetiche, altrimenti i sindaci saranno costretti a tagli dolorosi dei servizi pubblici a tutto danno dei cittadini, in vista di un autunno che già si prospetta molto difficile e preoccupante”.

Un eventuale nuovo intervento dell’esecutivo contro il caro energia non entrerà sotto forma di emendamento nel dl Aiuti bis, ora all’esame delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, ma in un decreto ad hoc che verrebbe esaminato dal nuovo Parlamento.

 

La redazione PERK SOLUTION

 

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Decreto Energia, per UPI insufficiente il fondo per gli enti locali

L’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche, che ha portato all’impennata dei costi delle bollette elettriche e del gas, sta producendo effetti gravissimi sulle famiglie e sulle imprese, ma anche sugli Enti locali: Province, Comuni e Città metropolitane. Questo decreto è una prima risposta all’allarme lanciato dai Sindaci e dai Presidenti di Provincia, ma le misure previste per garantire la continuità dei servizi sono del tutto insufficienti”. Lo ha detto il rappresentante dell’UPI, intervenendo in audizione alle Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera dei deputati sul Decreto-legge Energia che introduce misure per fare fronte al caro bollette.
“La spesa sostenuta dalle Province nel 2021 per l’energia, in particolare il costo di riscaldamento ed illuminazione delle scuole secondarie superiori. un patrimonio di 7.100 edifici scolastici con oltre 122.000 aule – ha spiegato Ramella – è stimabile in circa 300 milioni. L’impennata dei costi energetici ha prodotto un aumento pari a circa il 40% della spesa corrente delle Province, ma gli effetti sono stati evidenti anche sugli investimenti che, oltre ai rincari dell’energia, hanno subito gli aumenti delle materie prime, tanto da arrivare a far saltare i Piani economici progettuali. È evidente quanto questo rappresenti un gravissimo ostacolo nel percorso di attuazione del PNRR, tanto più ora, all’avvio della fase di attuazione delle Missioni e della messa a terra degli investimenti. Il fondo di 50 milioni previsto dal decreto in favore di Province e Città metropolitane è del tutto insufficiente a colmare il gap e a garantire la continuità dei servizi: per azzerare l’impatto dell’aumento dei costi energetici, occorre portare la quota del fondo ad almeno 90 milioni” – ribadisce il rappresentante UPI.

In aggiunta all’incremento del  fondo, per l’UPI è possibile prevedere alcune misure non onerose, che renderebbero ancora più incisivo l’intervento, quali: la possibilità che gli enti locali coprano le maggiori spese derivanti dall’aumento dei prezzi dei materiali da costruzione utilizzando le economie di gara anche per interventi di edilizia scolastica, così come avviene per le altre opere pubbliche (strade, ponti, viadotti…) – già prevista dall’ordinamento contabile degli enti locali in relazione all’impiego dei ribassi d’asta genericamente individuati; nonché l’introduzione nel decreto un piano organico per l’istallazione dei pannelli fotovoltaici nelle scuole (complessivamente si tratta di 40 mila edifici, anche se ovviamente non tutti utilizzabili allo scopo) per ridurre i loro costi di consumo energetico e contribuire alla produzione di energia rinnovabile a disposizione della comunità di riferimento.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

 

PNRR, La scheda di sintesi delle misure per province, regioni e comuni

Per facilitare per quanto possibile la conoscenza e la comprensione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, l’UPI ha predisposto le schede di sintesi espressamente dedicate alle misure previste per Regioni, Province e Comuni. L’UPI ha seguito attivamente il lavoro di costruzione e definizione del PNRR partecipando ai tavoli del Governo fin dall’agosto scorso, e intervenendo nelle occasioni di confronto con il Parlamento, nelle audizioni che si sono svolte sia alla Camera dei Deputati che in Senato . Un percorso molto complesso, per la strategicità che questo Piano avrà per la ripresa economica e sociale di tutto il Paese, in cui UPI con determinazione ha rimarcato la necessità di individuare strumenti accessibili e funzionali per tutti i territori.
Tra le misure espressamente dedicate alle funzioni chiave delle Province vi sono:
– fondi per la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico delle scuole secondarie superiori;
– fondi per la messa in sicurezza della viabilità delle aree interne.
Per quanto riguarda gli investimenti sulla viabilità, poiché questi non possono essere finanziati attraverso il Recovery Fund, il Ministro dell’Economia ha preso un impegno formale ad inserire nella prossima manovra di bilancio fondi per un piano pluriennale espressamente dedicati alla rete viaria provinciale.
Oltre a questi fondi, il Piano contiene alcune missioni, come quelle dedicate alla cultura, al turismo, al contrasto del dissesto idrogeologico, all’economia circolare dei rifiuti. La maggior parte di questi fondi, infatti, sarà assegnato attraverso bandi (nazionali o regionali). L’attuazione del Piano, infatti, vedrà un forte protagonismo degli enti locali, che dovranno essere pronti anche a livello organizzativo e da questi decreti potranno discendere importanti passi in avanti per potenziare le capacità amministrative delle Province anche per supportare al meglio i piccoli e medi comuni del territorio (fonte Upi).

 

Anci e Upi sollecitano intervento normativo per evitare il dissesto di centinaia di enti locali

I Presidenti di ANCI e UPI hanno inviato una lettera alla Ministra Lamorgese e alla vice ministra Castelli, con la quale hanno sollecitato un costante confronto presso la Conferenza Stato-Città per affrontare le problematiche degli enti locali in difficoltà finanziarie strutturali e per affrontare tempestivamente gli effetti della sentenza della Corte costituzionale n. 80/2021, che – in assenza di una norma attuativa – rischia di ampliare il fenomeno dei dissesti e dei “predissesti”. La recente sentenza della Corte Costituzionale n. 80/2021, nel modificare nuovamente la disciplina di contabilizzazione e restituzione del FAL (Fondo Anticipazione Liquidità di cui al d.l. 35/13), comporta l’immediata decadenza dell’articolo 39-ter, commi 2 e 3 del d.l. 162/2019, e della disciplina definita per il ripiano annuale dell’anticipazione ricevuta. La sentenza ha ulteriormente evidenziato le fragilità in questione, indicando un obbligo di ripiano in un arco temporale ravvicinato delle passività determinate dalle anticipazioni di liquidità a suo tempo acquisite dagli enti locali, in ossequio ad una misura fortemente voluta dal Governo, con conseguenze severe sulla capacità di tenuta finanziaria di centinaia di amministrazioni.
Tra gli interventi che Anci e Upi ritengono possibili ed urgenti, segnaliamo:

  • l’attuazione della sentenza  n. 80/2021, con l’obiettivo di mantenere il periodo trentennale di ripiano delle anticipazioni per il pagamento di debiti commerciali pregressi, coerente con le restituzioni a suo tempo stabilite dal dl 35/2013 e successivi rifinanziamenti, nel rispetto delle prescrizioni della Corte;
  • l’attenuazione dei vincoli da FCDE, che può essere attuata con misure straordinarie e temporanee di riduzione della percentuale obbligatoria di accantonamento, accompagnate però da un intervento di incentivazione al recupero di crediti tributari e tariffari agevolato dall’abbattimento di sanzioni e interessi e da un ampio periodo di rateizzazione;
  • l’immediata attivazione del tavolo di confronto per giungere alla riforma della disciplina delle crisi finanziarie (riforma del Tit. VIII Tuel), sulla base dei criteri già circolati con le bozze prodotte negli ultimi due anni e integrando a regime il dispositivo di sostegno di cui al punto c), opportunamente modulato e condizionato in modo da evitare fenomeni di “incentivazione” dello stato di crisi;
  • la revisione della disciplina restrittiva circa l’utilizzo degli avanzi vincolati per gli enti in complessivo disavanzo, che limita in modo spesso paradossale l’utilizzo di risorse disponibili per investimento (da trasferimento e da accensione di prestiti) e per spese correnti vincolate (in particolare i trasferimenti in campo sociale e scolastico in capo agli enti capofila di funzioni svolte in forma sovracomunale).

 

Autore: La redazi0ne PERK SOLUTION

Investimenti su scuola e infrastrutture e completamento della revisione della Carta delle autonomie: le proposte di UPI a Draghi

Investimenti su scuole superiori e infrastrutture, perché non ci sia più un caso “Genova” e revisione della riforma delle Province per una nuova Carta delle Autonomie locali: sono queste le priorità segnalate dal Presidente dell’UPI Michele de Pascale al Presidente incaricato Prof. Mario Draghi nell’ambito delle consultazioni per la formazione del nuovo Governo.
“Serve un esercito civile che faccia la propria parte per attuare la sfida delle vaccinazioni. Ma un altro punto di emergenza sono le scuole – ha sottolineato de Pascale – in particolare i licei e gli istituti superiori, che sotto il profilo edilizio stanno vivendo un’emergenza da tempo. Il Recovery plan è l’occasione per dire che non ci sarà mai più una scuola non a norma dal punto di vista sismico e che gli istituti diventeranno luoghi innovativi per il risparmio energetico”.
“Voglio ringraziare il Prof . Draghi – ha detto de Pascale nelle dichiarazioni alla stampa al termine dell’incontro – che ci ha onorato profondamente: al di là dell’invito formale, questa occasione ha dato la piena testimonianza di quanto per il Presidente incaricato sia importante tutto il sistema degli enti territoriali. Abbiamo avuto la sensazione che le riflessioni che abbiamo portato siano state di grande interesse e che il Governo che si va insediando, che ha un profilo di autorevolezza molto elevato grazie alla sua guida, abbia la consapevolezza di avere il bisogno di “un esercito civile diffuso” in tutta Italia di Sindaci, amministratori locali e presidenti di Regione che facciano la propria parte nell’attuare la sfida della vaccinazione e dei nuovi investimenti. In particolare –ha aggiunto – come sistema delle Provincie riteniamo che due questioni siano urgenti e fondamentali: gli investimenti per la messa in sicurezza delle scuole e delle opere viarie. In questo paese la situazione delle scuole superiori è in forte criticità: il Recovery Plan è l’occasione per dire ai cittadini e ai ragazzi e ragazze italiane che non ci sarà mai più una scuola non a norma dal punto di vista sismico, per dire ai Fridays for Future che le loro scuole non sono un disastro dal punto di vista energetico, ma luoghi innovativi dove il risparmio energetico e la transizione energetica sono la frontiera del Paese.
Quanto alle infrastrutture, dobbiamo evitare che casi come quelli di Genova si ripetano. Purtroppo nel nostro Paese la situazione dei ponti e viadotti è in grandissima difficoltà: le Province gestiscono il 70% della rete viaria e questa è l’occasione per investire nella messa in sicurezza di tutte le infrastrutture.
C’è poi – ha concluso de Pascale – un tema che come Province ci riguarda da vicino: il Governo uscente, che ringrazio per la collaborazione con gli enti locali e territoriali, aveva avviato un percorso di riforma del Tuel verso una nuova Carta delle autonomie locali. Questo per le Province è un passaggio molto importante e vorremmo per questo che ci sia continuità e si arrivi entro la legislatura a completarlo”.

 

Le richieste avanzata dalle Province sulla legge di bilancio 2021

Un piano straordinario per la rapida immissione di almeno 500 unità di personale specializzato nelle Province e Città metropolitane per progettare ed appaltare gli investimenti per le strade provinciali e le scuole superiori. Personale da destinare al rafforzamento degli uffici di progettazione, gestione delle stazioni appaltanti, digitalizzazione della PA, attraverso un concorso nazionale unico. Accanto, a questo, un vero riordino della finanza provinciale, con la cancellazione della norma che introduce una nuova spending review.
Queste le richieste prioritarie avanzate dalle Province in audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Legge di Bilancio 2021, di seguito sintetizzate:

1. Un piano straordinario per la rapida immissione di almeno 500 unità di personale specializzato nelle Province e Città metropolitane, da destinare al rafforzamento degli uffici di progettazione, gestione delle stazioni appaltanti, digitalizzazione della PA, attraverso un concorso nazionale unico.
2. Il rafforzamento delle Stazioni Uniche Appaltanti provinciali e metropolitane, attraverso il loro inserimento per legge nell’ambito delle stazioni appaltanti qualificate previste nell’articolo 38, comma 1, del codice appalti e l’immissione di personale specializzato a tempo
determinato.
3. La cancellazione della previsione della struttura di progettazione centrale che la legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019) ha posto in capo all’Agenzia del Demanio e l’assegnazione delle risorse a questa destinate, 100 milioni, a Province e Città metropolitane
per il rafforzamento delle Stazioni Uniche Appaltanti.
4. La modifica dei criteri di definizione dei fabbisogni standard con l’introduzione della verifica della spesa in conto capitale insieme alla spesa corrente.
5. Il potenziamento dell’autonomia finanziaria su cui poter poggiare e costruire una reale e autonoma capacità fiscale da correlare ai fabbisogni standard.
6. L’incremento delle risorse a favore delle Province e Città metropolitane attraverso una perequazione verticale finanziata dallo Stato, per intervenire con investimento nelle zone a più basso indice di infrastrutturazione.
7. La cancellazione della spending review prevista all’articolo 157 per 50 milioni nel triennio 2023-2025, poiché in evidente contrasto con il prospettato riordino della finanza provinciale.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

Infrastrutture: CDP e UPI firmano un protocollo di collaborazione

Cassa Depositi e Prestiti e Unione Province d’Italia hanno firmato un protocollo d’intesa con cui definire i principi regolatori della loro cooperazione, finalizzata a identificare iniziative di sviluppo infrastrutturale su cui CDP fornirà assistenza e consulenza tecnica, economica e finanziaria alle 76 province delle regioni a statuto ordinario.
Grazie all’accordo, UPI diffonderà alle province coinvolte le informazioni relative alle attività di consulenza di CDP in relazione ad aspetti progettuali, tecnico amministrativi e finanziari a supporto dello sviluppo di progetti e interventi straordinari di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento sismico ed efficientamento energetico di strade, scuole e altri immobili di proprietà pubblica.
Sempre UPI – attraverso i propri canali di comunicazione, gli eventi dedicati, i seminari, i momenti di formazione e i webinar – presenterà alle province la possibilità di avvalersi delle attività di consulenza di CDP. Inoltre, UPI si impegna, per il tramite delle UPI Regionali e delle Province, ad assicurare a CDP delle sedi idonee per organizzare eventi di presentazione dei propri servizi agli enti locali su tutto il territorio nazionale.
CDP, a fronte della sottoscrizione di ulteriori protocolli con ciascuna provincia interessata, potrà poi fornire assistenza in relazione all’iter progettuale, procedurale, amministrativo e finanziario su alcuni specifici interventi. Questi ultimi saranno individuati da CDP e UPI con uno screening congiunto dei progetti indicati dalle province.
In una prima fase, saranno avviate le interlocuzioni con le province, per il tramite di UPI, per la realizzazione di un monitoraggio per la raccolta dei dati relativi ai progetti e per avere un quadro aggiornato dei fabbisogni. Successivamente, sarà poi individuato un elenco di opere più significative in termini di investimenti, innovatività ed importanza per i territori che potranno essere oggetto di collaborazione tra CDP ed i singoli enti.
In base alle informazioni raccolte e all’interesse mostrato dalle Province, si potranno individuare alcuni progetti “pilota” su cui avviare i servizi di consulenza tecnica offerti da CDP. A questo punto, partirà la seconda fase ossia quella della sottoscrizione di protocolli attuativi specifici tra CDP e gli enti individuati.
I progetti che potranno essere supportati da Cassa Depositi e Prestiti ricadranno all’interno di due fattispecie: quelli finanziati totalmente con contributo pubblico e quelli finanziati con contributo pubblico solo parzialmente. In questa ultima fattispecie potrà essere valutato il ricorso, con il supporto di CDP, a forme di partenariato pubblico-privato.
CDP, inoltre, potrà valutare eventuali richieste di finanziamento da parte delle province nel rispetto delle prescrizioni normative e delle circolari tempo per tempo vigenti (fonte CDP-UPI).