Il ministro per la Pubblica Amministrazione ha risposto a un’interrogazione concernente lo scorrimento delle graduatorie concorsuali e sulla possibilità di trasformarlo in un obbligo per le amministrazioni.
Il ministro ha evidenziato come “la normativa in materia di accesso al pubblico impiego prevede che le pubbliche amministrazioni abbiano la mera facoltà e non l’obbligo di scorrere le graduatorie concorsuali vigenti per assumere personale a tempo indeterminato. Oggi, peraltro, le graduatorie restano vigenti soltanto per i due anni successivi alla loro approvazione, nell’interesse delle amministrazioni e degli stessi idonei”.
Il meccanismo dello scorrimento delle graduatorie risponde, infatti, a un principio di economicità che, secondo il ministro per la Pubblica amministrazione, “non deve prevalere a scapito della meritocrazia, né delle esigenze concrete delle amministrazioni. Aggiungo, a scanso di equivoci, che gli idonei di un concorso non sono assimilabili ai vincitori. All’idoneità non consegue un diritto all’assunzione”.
Un interesse, quello del reclutamento, che si muove in due direzioni: verso l’amministrazione e verso i candidati. Ecco perché per il ministro “reclutare non significa riempire posti, ma scegliere le persone migliori per far funzionare l’amministrazione”.
“Lo scorrimento delle graduatorie è, dunque, una mera facoltà che presuppone profili professionali perfettamente sovrapponibili e attualità dei requisiti posseduti. Una facoltà che tale deve rimanere”.