ANAC sanziona gli amministratori di un Comune per la mancata adozione del Piano Anticorruzione

ANAC, con procedimento sanzionatorio, di cui alla delibera del Consiglio n. 332/2023, ha comminato una sanzione complessiva di 8.000 euro, per gli amministratori (sindaco, vicesindaco e assessori), compreso il responsabile anticorruzione, per omessa adozione del Piano Anticorruzione

Il Comune era già stata oggetto di un procedimento di vigilanza da parte di Anac, rilevando criticità che necessitavano di un presidio anticorruttivo in materia di conflitto di interessi nelle procedure di affidamento.

La giustificazione addotta dall’Ente di essere carenti di personale, con ricadute gestionali, seppur comprensibile, appare insufficiente a giustificare l’inadempimento in materia di prevenzione della corruzione, tenuto anche conto che il termine per l’adozione del PIAO 2022/2024 e della relativa sezione Rischi corruttivi e trasparenza è stato differito per gli enti territoriali al 31.12.2022 e che l’avvio del procedimento sanzionatorio è intervento a fine marzo 2023, ben 9 mesi dopo l’insediamento del nuovo Segretario Generale/RPCT del Comune.

Di qui la decisione di adottare la sanzione per ciascun amministratore, nella misura del minimo edittale di euro 1.000,00, rinvenendo colpa nel comportamento omissivo degli stessi.

 

La redazione PERK SOLUTION

Garante privacy, sanzione al Comune per la violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali

Il Garante della protezione dei dati persoli, con ordinanza-ingiunzione del 15 gennaio scorso, ha comminato una sanzione amministrativa pecuniaria, pari ad euro 10.000,00, per violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali. Nel caso di specie, è emerso che sul sito web istituzionale del Comune, nella sezione dedicata all’Albo pretorio, era visibile e liberamente scaricabile la determinazione dirigenziale con la quale veniva disposta la liquidazione delle spese legali per un procedimento giudiziario in cui era stato parte il Comune medesimo; nello stesso atto risultavano riportati anche dati e informazioni personali del reclamante, con dettagliati riferimenti alle relative infermità per cause di servizio, come l’indicazione che lo stesso aveva «diritto all’equo indennizzo per XX». Dalle verifiche compiute sulla base degli elementi acquisiti, anche attraverso la documentazione inviata dal Comune, e dei fatti emersi a seguito dell’attività istruttoria, nonché delle successive valutazioni, l’Ufficio del Garante ha accertato che il Comune con la pubblicazione integrale sito web istituzionale della suddetta determinazione, nella sezione dedicata all’Albo pretorio, abbia effettuato un trattamento non conforme alla disciplina rilevante in materia di protezione dei dati personali.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION