Recovery Plan, nasce il portale “Italia Domani”

E’ online italiadomani.gov.it, il portale ufficiale dedicato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Lo rendono noto Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia. “Sul portale – spiegano – sono illustrati i contenuti del Piano e viene raccontato il percorso di attuazione attraverso schede intuitive e chiare dedicate al monitoraggio degli investimenti e delle riforme, con notizie in continuo aggiornamento. Il sito consente di consultare lo stato di avanzamento di ogni investimento e le spese sostenute”, dando modo a “tutti i cittadini” di controllare e monitorare.

“Priorità trasversali” è una delle sezioni del portale nella quale è possibile navigare tra le principali misure che hanno un impatto positivo sui giovani, sulla parità di genere e sulla riduzione dei divari territoriali. La sezione “Missioni” contiene i principali interventi del PNRR suddivisi nelle 6 missioni del Piano. In “Risorse” è possibile consultare un prospetto delle risorse finanziarie disponibili per ogni Missione.

La sezione “Riforme” illustra i contenuti, gli obiettivi e le tempistiche delle Riforme orizzontali, abilitanti e settoriali. Alla sezione investimenti è possibile consultare gli oltre 150 progetti di investimento contenuti nel Piano. È inoltre possibile scaricare la versione integrale del PNRR.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

ANCI, Fondi diretti ai Comuni per centrare l’obiettivo del rilancio

“Anche la Corte dei conti, nell’audizione in Parlamento, ha riconosciuto il ruolo dei Comuni per l’attuazione del Recovery plan: in questi anni sono aumentati gli interventi di nostra competenza, rilevano i giudici contabili, dal 2012 a oggi sono stati attivati oltre 185 mila progetti, con un incremento del 30 per cento nel periodo tra il 2018 e il 2019. Destinare i finanziamenti direttamente ai Comuni è essenziale se si vuole che il piano nazionale di ripresa e resilienza si traduca rapidamente in interventi e azioni”. Lo dichiara il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro.
“Nel corso delle riunioni con il governo sul Pnrr che si sono tenute in questi giorni, noi sindaci abbiamo ribadito quanto il nostro ruolo sia fondamentale per la riuscita dell’impresa del rilancio. I Comuni possono e vogliono contribuire allo sforzo dell’intero Paese per rialzarsi. Per cogliere un obiettivo ambizioso e vitale, è indispensabile che i Comuni siano destinatari diretti di alcuni fondi e che si garantisca un iter snello delle procedure di spesa. Il piano si sta delineando. Aspettiamo di conoscere il dettaglio rispetto alla governance che ci auguriamo assicuri investimenti tempestivi e una ricaduta efficace di sviluppo sui territori”.
Alla riunione con il governo è intervenuto anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che ha ribadito l’importanza di assegnare fondi diretti ai Comuni, dal punto di vista del suo ruolo di coordinatore delle Città metropolitane. “Guardiamo con favore alla particolare attenzione che il governo attribuisce alla mobilità sostenibile, ma le risorse vanno destinate a Comuni e Città senza intermediazioni di altri livelli istituzionali, per evitare ritardi e colli di bottiglia”. Anche secondo il sindaco di Firenze, le aree urbane saranno il vero banco di prova per misurare l’efficacia dell’impatto complessivo di tanti progetti di mobilità sostenibile. “Perché la spesa sia efficace occorre da un lato facilitare assunzioni di professionalità adeguate in deroga alle procedure ordinarie, dall’altro assicurare procedure semplici per passare rapidamente dal progetto al cantiere” (fonte Anci).

Ok dal Cdm al Recovery Plan: le risorse per la Pa

Il Consiglio dei ministri ha approvato il Piano nazionale di ripresa e resilienza – Next Generation Ue, che contiene interventi importanti per la Pubblica amministrazione sull’asse digitalizzazione e innovazione. Secondo il comunicato del Governo, l’impegno chiave è quello di cambiare la Pa per favorire l’innovazione e la trasformazione digitale del settore pubblico, dotandola di infrastrutture moderne, interoperabili e sicure. A questo si accompagna l’obiettivo di accelerare, all’interno di un quadro di riforma condiviso, i tempi della giustizia e di favorire la diffusione di piattaforme, servizi digitali e pagamenti elettronici presso le pubbliche amministrazioni e i cittadini.
La realizzazione degli obiettivi di crescita digitale e di modernizzazione della macchina pubblica costituisce una chiave di rilancio del sistema Paese. Questa componente si sostanzia da un lato nella digitalizzazione della Pubblica amministrazione e nel miglioramento delle competenze digitali del personale della Pa, dall’altro nel rafforzamento e nella riqualificazione del capitale umano nella Pa e in una drastica semplificazione burocratica.
Fondamentale è, inoltre, il passaggio al cloud computing, una delle sfide più importanti per la digitalizzazione del Paese, in quanto costituisce il substrato tecnologico che abilita lo sviluppo e l’utilizzo di nuove tecnologie, senza dimenticare le ricadute sul necessario raggiungimento dell’obiettivo di avere banche dati pienamente interconnesse. Ma in questo quadro particolare valore rivestono pure l’impatto di genere (ad esempio in relazione allo sviluppo dello smart working e all’accesso a posizioni dirigenziali) e quello sui giovani (ad esempio in relazione al reclutamento straordinario per l’esecuzione del Pnrr).
Complessivamente il capitolo digitalizzazione, innovazione e sicurezza della Pa beneficia di fondi per 11,45 miliardi. Le tre voci principali riguardano:

  • 7,95 miliardi per la digitalizzazione, suddivisi in 5,57 miliardi per la Cittadinanza Digitale, Servizi e Piattaforme Abilitanti, 1,25 miliardi per le Infrastrutture digitali e cyber security, 1,13 miliardi per i Dati e l’interoperabilità;
  • 1,5 miliardi per la Modernizzazione della Pa, suddivisi in 720 milioni per PA Competente: rafforzamento e valorizzazione del capitale umano, 480 milioni per la PA semplice e connessa: semplificazione delle procedure e digitalizzazione dei processi, 210 milioni per la PA capace: reclutamento di capitale umano, 100 milioni per la PA Smart: creazione di Poli Territoriali per il reclutamento, la formazione, il coworking e lo smartworking;
  • 2 miliardi per l’innovazione organizzativa della Giustizia.

Naturalmente, gli interventi a sostegno di una Pa più digitale ed efficiente toccano, trasversalmente, molti altri settori, dalla sanità alla scuola, dal fisco alla ricerca, dal lavoro alla cultura.