PNRR, Operativo il Comitato Speciale del Consiglio Superiore dei lavori pubblici per accelerare l’iter autorizzativo delle opere complesse

Diventa operativo il Comitato speciale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che dovrà accelerare l’iter autorizzativo delle opere pubbliche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) di particolare complessità e considerate prioritarie. Con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, sono stati nominati i 29 componenti del Comitato, presieduto dal Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Si tratta di esperti e professionisti designati da diverse amministrazioni (Presidente del Consiglio, Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Ministro della Transizione Ecologica, Ministro della Cultura, Ministro dell’Economia e delle Finanze, Ministro dell’Interno, Ministro della Difesa), dalla Conferenza Unificata, dagli ordini professionali degli ingegneri, degli architetti e dei geologi, dal mondo della magistratura e dell’avvocatura, oltre a 13 docenti universitari di provata competenza in materie specifiche rilevanti, tra cui ecologia, idraulica, pianificazione territoriale, geoetica e crisi climatica, termodinamica, geotecnica per le costruzioni, drenaggio e irrigazione in cambiamenti climatici.

Il Comitato, previsto nel decreto-legge n. 77 del 31 maggio 2021 sulla governance del Pnrr e semplificazioni delle procedure ha il compito di accelerare l’iter di rilascio del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sul Progetto di Fattibilità tecnica ed economica delle opere, verificando entro 15 giorni dalla ricezione del progetto eventuali carenze, comprese quelle relative ad aspetti ambientali, paesaggistici e culturali. In caso di rilievi, restituirà subito il progetto alla stazione appaltante che provvederà alle necessarie modifiche o integrazioni entro i successivi 15 giorni. Il Comitato Speciale esprime il parere sul progetto entro 45 giorni dalla sua ricezione oppure entro 20 giorni dall’invio del progetto modificato. Decorsi questi termini ricorrerà al principio del silenzio-assenso.

Il Comitato speciale è anche chiamato ad intervenire per risolvere eventuali dissensi che dovessero emergere in sede di Conferenza dei servizi tra amministrazioni e stazioni appaltanti. Qualora i disaccordi dovessero permanere, il Comitato rimette la questione al Consiglio dei Ministri per la decisione finale.

Le opere del Pnrr alle quali si applica questa procedura semplificata sono: le linee ferroviarie ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria e Palermo-Catania-Messina, la realizzazione delle linee ferroviarie Roma-Pescara e Battipaglia-Potenza-Taranto, il potenziamento delle linee Orte-Falconara e Verona-Brennero, la diga foranea di Genova, la diga di Campolattaro, la messa in sicurezza e l’ammodernamento del sistema idrico del Peschiera, il potenziamento delle infrastrutture del porto di Trieste (fonte MIMS).

PNRR, Rilevazione periodica avvisi, bandi e altre procedure di attivazione degli investimenti

Con la Circolare del 29 ottobre 2021, n. 25, la Ragioneria generale dello Stato informa che è stata attivata nel portale “Italia Domani” una nuova sezione dedicata ai bandi ed avvisi pubblici ed altre procedure di attivazione degli investimenti, emanate dalle Amministrazioni centrali titolari degli interventi per la selezione dei progetti da finanziare attraverso il PNRR e/o l’individuazione di beneficiari e soggetti attuatori. Attraverso tale sezione si intende assicurare la più ampia diffusione e conoscibilità delle procedure di attuazione delle misure del Piano, garantendo massima trasparenza e immediatezza nella reperibilità delle relative informazioni a cui tutti gli interessati potranno accedere.

Al fine di consentire la tempestiva acquisizione delle informazioni necessarie ad alimentare la sezione del portale, le Amministrazioni dovranno trasmettere le informazioni riguardanti:
– bandi/avvisi già emessi alla data odierna (anche se scaduti), in modo da darne evidenza sul portale anche come dato storicizzato;
– bandi/avvisi di prossima emanazione (in anteprima o in concomitanza con la data di emanazione);
– bandi/avvisi programmati entro 2022 (con un sotto insieme più minimale di informazioni).

Audizione sul federalismo fiscale della Sezione delle Autonomie della Corte dei conti

La Corte dei conti è stata audita presso la Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, in relazione allo stato di attuazione e sulle prospettive del federalismo fiscale, anche con riferimento ai relativi contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
“Per dare nuovo impulso al percorso del federalismo fiscale è necessario procedere con l’attuazione della legge delega del 2009, che resta in gran parte inattuata, principalmente per la sua coincidenza temporale con la grande crisi finanziaria del 2008”. E’ quanto si legge nel testo dell’Audizione della Corte. Di fatto, l’emergenza economico-finanziaria e la conseguente necessità del consolidamento dei conti pubblici si sono sovrapposte al processo di riforma in atto, condizionando e limitando l’autonomia fiscale locale che può considerarsi attuata solo parzialmente, residuando ancora ampi margini di miglioramento delle entrate proprie. D’altra parte, la mancata determinazione di tutti i livelli essenziali delle prestazioni ha ostacolato il compimento del principio del finanziamento integrale delle funzioni fondamentali assegnate a ciascun livello di governo.

Per quanto concerne gli enti locali, hanno costituito fattori frenanti l’assegnazione allo Stato di parte del gettito dei tributi locali, la sostituzione del minor gettito di tributi propri (IMU e TASI sull’abitazione principale) con contributi compensativi e il blocco delle aliquote degli enti territoriali, protratto sino al 2018. Tuttavia, si registrano segnali di ripresa del processo autonomistico. Dal 2015, infatti, con la legge di stabilità 23 dicembre 2014, n. 190, si è dato avvio al riparto della componente orizzontale del Fondo di solidarietà comunale (FSC), ossia della quota alimentata dagli enti con risorse proprie. Tale modalità è destinata a consolidarsi progressivamente7, in quanto è previsto un graduale incremento sino al 100% della percentuale di risorse oggetto di perequazione, nell’arco temporale 2020-20308, nonché della quota complessiva delle risorse sulle quali opera la perequazione (il c.d. “target perequativo”), portandola dal 50% al 100% delle capacità fiscali comunali nel loro complesso, ciò attraverso incrementi annuali del 5% fino al 2029. La legge di bilancio n. 178/2020 (comma 794) ha provveduto a ridefinire, a decorrere dal 2021,
la dotazione a regime del Fondo incrementandolo significativamente. Resta ancora da completare, rafforzando gli interventi sopra ricordati, il processo di individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni e da attivare adeguate risorse statali per rendere possibile la perequazione. Tali azioni sono propedeutiche a una distribuzione delle risorse basata sui fabbisogni standard.

Il superamento della situazione di impasse passa attraverso la realizzazione di due obiettivi di fondo. Il primo riguarda lo sviluppo del sistema economico locale in maniera da generare crescita e conseguente ampliamento delle basi imponibili, in tale direzione si muovono le politiche di rilancio degli investimenti a partire dal 2017, focalizzate su importanti obiettivi come quelli della rigenerazione del territorio, della riqualificazione delle periferie, del risanamento del territorio interessato dal dissesto idrogeologico, dagli interventi nel settore dell’edilizia scolastica, che costituiscono anche obiettivi specifici del piano di ripresa e resilienza. L’altro obiettivo riguarda la realizzazione di un sistema di perequazione sorretto dall’intervento verticale che serva a colmare i gap di capacità fiscali.

La magistratura contabile ha, inoltre, ricordato che il completamento del federalismo fiscale, specie per la componente regionale, è incluso nel PNRR tra le “riforme abilitanti”, i relativi interventi normativi dovrebbero essere realizzati entro il primo semestre del 2026. Le questioni che sino ad ora hanno reso difficile questo percorso risiedono in gran parte nelle condizioni propedeutiche e in particolare nella definizione dei livelli essenziali nelle prestazioni (LEP) legate ai diritti di cittadinanza per le funzioni comunali e regionali extra-sanitarie e la connessa determinazione dei fabbisogni standard che sono a fondamento del sistema di perequazione, che a sua volta costituisce un importante riferimento nell’ambito all’attuazione del PNRR”.

Recovery Fund Aree Sisma, tutti gli interventi finanziabili

Il Fondo complementare che affianca il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stanzia 1 miliardo e 780 milioni di euro per un programma di interventi nei territori colpiti dai terremoti del 2016 in Italia Centrale e del 2009 in Abruzzo, complementari alla ricostruzione privata e pubblica post sisma.
Il pacchetto Sisma è suddiviso in due macro-misure, una dotata di 1 miliardo e 80 milioni destinata essenzialmente a soggetti pubblici e finalizzata a migliorare la sicurezza, la sostenibilità e la connessione digitale dei territori, l’altra, dotata di 700 milioni di euro, per gli incentivi alle imprese sui nuovi investimenti (vedi Programma Unitario degli Interventi)

MACROMISURA A
Per la macro-misura A “Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi” sono stanziati 1 miliardo e 80 milioni articolati in quattro sottomisure.
La prima, “Innovazione digitale”, prevede 185 milioni di euro destinati a vari progetti per migliorare o installare reti di comunicazione, sistemi informativi e di monitoraggio di ultima generazione. In particolare sono stanziati 25 milioni per potenziare le infrastrutture di comunicazione (come quelle della banda larga e ultralarga), 157 milioni di euro per installare e gestire tramite tecnologia blockchain circa 17mila sensori che monitorino svariati parametri del territorio in un’ottica di prevenzione e programmazione (dalla qualità dell’aria, ai sensori sismici, fino al conteggio del passaggio dei veicoli) e siano di supporto per la raccolta dati e la gestione digitale in tempo reale di alcune situazioni (come il tracciamento delle macerie, i consumi energetici o i livelli idrometrici di laghi e corsi d’acqua). Altri 3 milioni sono per la realizzazione di una piattaforma territoriale informatica.
La seconda sottomisura è quella delle “Comunità energetiche, recupero e rifunzionalizzazione di edifici pubblici e produzione di energia/calore da fonti rinnovabili” e prevede 235 milioni di cui: 100 milioni destinati alla rifunzionalizzazione, efficientamento energetico e mitigazione delle vulnerabilità sismiche di alcuni edifici di proprietà dello Stato e gestiti dal Demanio; 60 milioni per un intervento analogo per gli edifici del “progetto Case” de L’Aquila e per altri edifici pubblici per realizzare il Centro nazionale per il Servizio civile universale; 40 milioni per la realizzazione di sistemi centralizzati di produzione e distribuzione intelligente di energia e calore da fonti rinnovabili; 35 milioni per il supporto alla creazione delle cosiddette “comunità energetiche” nei comuni con più di 5mila abitanti.
La terza sottomisura prevede 325 milioni per la “Rigenerazione urbana e territoriale”. E in particolare 200 milioni per progetti di rigenerazione urbana di spazi aperti pubblici di borghi, parti di paesi e di città; 25 milioni per progetti di conservazione e fruizione dei beni culturali, compresi interventi per abbattere le barriere architettoniche; 100 milioni per percorsi e cammini culturali, tematici e storici, l’avvio della rifunzionalizzazione delle Sae da destinare a fini turistici, sportivi e ambientali e infine per l’ammodernamento e la messa in sicurezza di impianti sportivi, ricreativi e di risalita.
Per la quarta sottomisura, “Infrastrutture e mobilità”, sono previsti 335 milioni di euro di cui: 40 milioni per il rinnovo materiale rotabile su gomma per il trasporto locale ed extraurbano; 50 milioni per l’adeguamento a idrogeno della tratta Sulmona-L’Aquila-Rieti-Terni e la realizzazione di punti di produzione dell’idrogeno da fonti rinnovabili; 10 milioni per il potenziamento e restyling di stazione ferroviarie nei due crateri e infine 235 milioni per la rete stradale ripartiti tra criticità censite da Anas sulla rete secondaria (60 milioni) e interventi di adeguamento e potenziamento di alcuni lotti della viabilità statale individuati nel Contratto di programma Anas (175 milioni).

MACROMISURA B
La macro-Misura B “Rilancio economico e sociale” vale 700 milioni di euro e si articolerà su quattro linee di azione da dettagliare successivamente tramite bandi e gare. La prima è la più corposa ed è quella destinata al “Sostegno agli investimenti”, esclusivamente in conto capitale, delle imprese (380 milioni). Di questi 60 milioni serviranno per circa 6 iniziative a carattere strategico caratterizzate da investimenti di rilevante dimensione (anche se lo strumento è strutturato in modo che sia accessibile anche alle PMI nella forma di filiere produttive e partenariati di diversa natura); 100 milioni potranno poi sostenere 40 iniziative di investimento di dimensione intermedia, 20 milioni sono destinati a investimenti diretti nelle PMI tramite un fondo gestito da Invitalia in modo da supportare la crescita dimensionale delle imprese (poco più di 10 interventi stimati). Infine, il resto delle risorse va a coprire una miriade di interventi di sostegno alle attività produttive sintetizzabili in tre indirizzi: 60 milioni per circa 150 interventi per la nascita, sviluppo e consolidamento di iniziative imprenditoriali; 100 milioni per oltre 600 interventi di innovazione diffusa; 40 milioni per oltre 1000 iniziative di rientro di attività economiche. Il supporto agli investimenti va sempre inteso come una percentuale delle spese ammissibili, variabile a seconda della misura ma mai inferiore al 40% (esclusi gli interventi nel capitale di rischio delle PMI che non può superare il 50% dell’operazione di investimento sottostante).
La seconda sottomisura è quella invece per “Turismo, culturale, sport e inclusione” (180 milioni) di cui 80 milioni per circa 200 iniziative da finanziare a fondo perduto o come finanziamento agevolato per lo sviluppo di imprese culturali, creative, turistiche, sportive, anche del terzo settore; altri 70 milioni per 70 progetti territoriali (destinatari sono enti locali ed enti pubblici dell’Appennino centrale), che abbiano il risultato di qualificare l’offerta e i servizi per turismo, cultura e sport; infine 30 milioni per circa 30 interventi per il rilancio abitativo, l’inclusione e l’innovazione sociale, destinati a enti locali, imprese sociali, terzo settore e cooperative di comunità. Tra gli interventi ammissibili in quest’ultima sezione anche la realizzazione di spazi per lo smartworking e di progetti per servizi di prossimità per la cura di bambini, persone anziani o con disabilità.
La terza sottomisura, che ha a disposizione 60 milioni di euro, riguarda la “Valorizzazione ambientale, economia circolare e ciclo delle macerie”. Per l’implementazione del ciclo delle macerie, che comporta l’acquisto di mezzi di trasporto e sistemi per il riciclo delle macerie in materie prime per l’edilizia, sono previsti 10 milioni. Mentre il resto dei fondi servirà per creare una filiera di gestione e valorizzazione delle risorse ambientali, forestali e agroalimentari. Il punto di partenza è la creazione di associazioni fondiarie a prevalenza di capitale pubblico che raggruppino aree agricole e boschi, abbandonati o incolti (circa 20 associazioni con un costo di 3 milioni di euro, comprensivo del costo della pianificazione per i 120mila ettari interessati dalla misura). Altri 47 milioni serviranno per realizzare 60 piattaforme forestali per la raccolta e trasformazione del legno (circa una ogni 2000 ettari) e per la trasformazione, il confezionamento e il packaging dei prodotti agroalimentari derivanti dalla filiera. Gli scarti, in un’ottica di economia circolare, sono destinati alla produzione energetica a biomassa.
Alla quarta sottomisura, “Centri di ricerca per l’innovazione” sono assegnati 80 milioni di euro. Verranno realizzati quattro centri di ricerca, uno per ciascuna regione colpita dai terremoti del 2009 e del 2016-2017 (Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria), con particolare attenzione alle vocazioni produttive ed economiche locali dei territori. I centri di ricerca possono insediarsi negli edifici e spazi pubblici rifunzionalizzati grazie a un’altra sottomisura del Pnrr sisma. Prevista anche la creazione di un centro di formazione tecnica per la Pubblica amministrazione nel comune de L’Aquila.

 

Rifiuti. Dal Mite investimenti per 2,6 miliardi per impianti di gestione, efficientamento e progetti di economia circolare

Un miliardo e mezzo di euro per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e per l’ammodernamento di quelli esistenti destinati a Comuni ed Enti d’ambito e altri 600 milioni per la realizzazione di progetti faro di economia circolare per rafforzare e implementare le filiere industriali strategiche e sopperire alla scarsità di materie prime il cui consumo avviene per il 65% proprio nelle città.
Il ministero della Transizione Ecologica ha pubblicato i decreti firmati dal ministro con i criteri di selezione per i progetti relativi a raccolta differenziata, impianti di riciclo e iniziative “flagship” per le filiere di carta e cartone, plastiche, RAEE e tessili. Pubblicati anche gli avvisi , predisposti con il supporto di Invitalia, per la presentazione delle proposte. Le misure puntano allo sviluppo dell’economia circolare secondo i criteri guida del piano europeo d’azione con l’obiettivo di raggiungere i target europeo di riciclo e contribuire fino al 50% al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. E’ aperta dal 30 settembre al 30 novembre la consultazione pubblica sulle linee programmatiche della strategia nazionale per l’economia circolare.
Inoltre il decreto relativo all’approvazione del piano operativo per il sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione stanzia 500 milioni di euro per dotare l’Italia di strumenti tecnologicamente avanzati a difesa del territorio e delle infrastrutture, evitando il conferimento illecito di rifiuti, gli incendi e ottimizzando la gestione delle emergenze.

Nel dettaglio:

1.  Avviso di pubblicazione dei Decreti inerenti gli Inv. 1.1 e 1.2 della missione M2C1

D.M. 396 del 28/09/2021
D.M. 397 del 28/09/2021

I decreti relativi all’approvazione dei criteri di selezione dei progetti (online anche il relativo avviso) prevedono ben un miliardo e mezzo di euro per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l’ammodernamento degli impianti esistenti e 600 milioni di euro per la realizzazione di progetti faro di economia circolare per filiere industriali strategiche;

2.  Avviso di pubblicazione del Decreto inerente l’Inv.1.1 della missione M2C4

D.M. 398 del 29/09/2021

Il decreto relativo all’approvazione del piano operativo per il sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione stanzia ben 500 milioni di euro per dotare l’Italia di strumenti di monitoraggio e prevenzione tecnologicamente avanzati a difesa del territorio e delle infrastrutture, evitando il conferimento illecito di rifiuti e gli incendi e ottimizzando la gestione delle emergenze.

3.  PNRR – M2C1 – Investimenti 1.1 e 1.2 – Pubblicazione degli avvisi per la presentazione delle proposte

In conformità ai Decreti Ministeriali di approvazione dei criteri di selezione dei progetti relativi alle due linee di investimento M2C1 1.1 e 1.2  (DM 396 E 397 del 28.10.2021), pubblichiamo i relativi avvisi per la presentazione delle proposte:

Investimento 1.1
AVVISO 1.1 linea A
AVVISO 1.1 linea B
AVVISO 1.1 linea C
Investimento 1.2
AVVISO 1.2 linea A
AVVISO 1.2 linea B
AVVISO 1.2 linea C
AVVISO 1.2 linea D

Regioni, Edilizia scolastica: proposte per una governance efficace

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nella seduta del 7 ottobre ha approvato un Documento relativo alla governance del sistema dell’Edilizia scolastica. Nel testo sono riportate alcune richieste per uno sviluppo organico degli interventi in materia e per garantire un corretto processo di leale collaborazione istituzionale.
In particolare per le Regioni è necessario:
– dare piena attuazione al Fondo unico per l’edilizia, nel quale dovrebbero confluire tutte le risorse iscritte nel bilancio dello Stato comunque destinate a finanziare interventi di edilizia scolastica;
– assegnare periodicamente alle Regioni quote di riparto del Fondo unico per l’edilizia scolastica sulla base di criteri comuni condivisi e tenendo conto delle singole programmazioni regionali;
– condividere il patrimonio informativo attraverso l’invio immediato alle singole Regioni dello stato di attuazione di tutti i singoli interventi gestiti direttamente dal Ministero dell’Istruzione a partire dal 2015 ad oggi:
– attivare immediatamente un tavolo di confronto con il Ministero dell’Istruzione per l’attuazione degli interventi a valere sulle risorse del PNRR dedicate all’edilizia scolastica.
– condividere con il Ministero dell’Istruzione l’opportunità di rendere obbligatorio il censimento di tutti gli edifici ospitanti nidi e infanzie comunali oggi non presenti in Ares – Anagrafe Regionale Edilizia Scolastica, in quanto parte consistente anche delle azioni del PNRR sul settore della scuola.

PNRR, Istruzione: A novembre bandi per 5 miliardi

Il Ministro dell’Istruzione ha presentato i contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per l’Istruzione in una conferenza stampa che si è tenuta giovedì 7 ottobre a Palazzo Chigi.
Il Piano prevede riforme e investimenti che riguarderanno gli Istituti tecnici e professionali, l’orientamento per accompagnare gli studenti nella scelta del percorso di formazione, il reclutamento e la formazione degli insegnanti, i nuovi ambienti per la didattica e l’edilizia, l’innovazione dei contenuti didattici.
In particolare, per la parte di investimenti, sono 17,59 i miliardi previsti per l’Istruzione dal Pnrr. “Come governo abbiamo voluto cominciare il cammino del Pnrr dalla Scuola, dall’Università e dalla Ricerca – dichiara il Ministro Bianchi –. L’Istruzione è al centro del futuro del Paese: è il segnale che stiamo dando all’Italia. Il nostro precorso ha due componenti essenziali: riforme e investimenti. Entro novembre siamo pronti a fare bandi per 5 miliardi, un punto fondamentale per sostenere la ripartenza del Paese. Si tratta di 3 miliardi per asili e scuole dell’Infanzia, 400 milioni per le mense, 300 milioni per le palestre, 800 milioni per nuove scuole e 500 per la ristrutturazione degli istituti e la messa in sicurezza”.

PNRR, Rafforzamento della mobilità ciclistica: investimenti per 600 mln di euro

Previsti investimenti per 365 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e 1.235 km di ciclabili turistiche.
L’obiettivo del Pnrr è di facilitare e promuovere la creazione e la manutenzione di reti ciclabili in ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale, sia per scopi turistici e ricreativi, sia per favorire gli spostamenti quotidiani e l’intermodalità, garantendo la sicurezza. Il progetto prevede 365 km di nuove piste ciclabili urbane e metropolitane e altri 1.235 km di piste ciclabili turistiche. Il 50% delle risorse europee e nazionali sarà destinato alle regioni del Sud.
Il numero di ciclisti in Italia è in costante crescita dal 2013. Nel 2018 c’è stato un forte aumento del numero degli amanti della bicicletta (40%) seguito nel 2020 da una crescita ulteriore (20%) a causa dell’emergenza Covid-19. Incentivare l’uso della bicicletta aiuta non solo a migliorare la mobilità in senso green, ma anche a sviluppare un mercato notevole, stimato in oltre 7 miliardi di euro all’anno. Il Piano nazionale sulle piste ciclabili prevede di sviluppare nuove reti in 40 città, in particolare quelle che ospitano le principali università del Paese, e di connetterle con il sistema ferroviario o di trasporto metropolitano. Le piste nazionali includeranno progetti anche nelle aree rurali.
I benefici del piano sono molteplici: una mobilità più sicura per tutti, in città e fuori dai centri abitati, garantirà spostamenti realmente green, con impatto ambientale zero, e incentiverà un turismo più sostenibile grazie al miglioramento delle rotte e dell’attrattività dei luoghi.

Pnrr: assegnati 2,8 mld per il programma PinQua sulla qualità dell’abitare

Il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili informa che sono state approvate 159 proposte di progetti di rigenerazione urbana e di edilizia residenziale pubblica presentate da Regioni, Comuni e Città Metropolitane per un valore complessivo di 2,82 miliardi di euro. Con il decreto firmato dal Ministro vengono assegnati 2,8 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e circa 20 milioni derivanti da residui 2019 e 2020 per attuare il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PinQua). Il 40% dei fondi verrà destinato a progetti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno. Gli interventi previsti sono finalizzati a ridurre il disagio abitativo aumentando il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, a rigenerare il tessuto socioeconomico dei centri urbani, a migliorare l’accessibilità, la funzionalità e la sicurezza di spazi e luoghi degradati, spesso localizzati nelle periferie.

Alle risorse originariamente previste per il Programma sono stati aggiunti i 2,8 miliardi di euro a valere sul Pnrr oggetto del decreto. I progetti che beneficeranno dei finanziamenti sono stati selezionati nei mesi scorsi dall’Alta Commissione per l’attuazione del programma, tenendo conto, per la prima volta in modo esplicito, del principio del Next Generation EU di ‘non arrecare danno significativo all’ambiente’ (do not significant harm, DNSH) e sulla base di indicatori di impatto sociale, culturale, economico finanziario e tecnologico.

In coerenza con i tempi di realizzazione delle opere del Pnrr, gli interventi ammessi al finanziamento dovranno essere realizzati e resi fruibili entro il 31 marzo 2026, una scadenza più ravvicinata rispetto a quella stabilita originariamente. Per questo gli enti beneficiari dovranno trasmettere al Ministero, entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto, il cronoprogramma dei singoli progetti rimodulato sulla nuova scadenza per confermare la volontà di aderire al programma. In caso contrario, si provvederà allo scorrimento della graduatoria. Lo stesso decreto prevede che le altre proposte presentate, ritenute ammissibili dall’Alta Commissione ma per le quali la dotazione finanziaria non è sufficiente, potranno essere ammesse a finanziamento se verranno reperite ulteriori risorse.

Tra i 159 interventi ammessi in graduatoria, 8 sono classificati ‘progetti pilota’ ad alto rendimento. Il progetto per Bari, ad esempio, è finalizzato alla riorganizzazione dell’area in prossimità della stazione ferroviaria centrale come cerniera di congiunzione tra il centro storico e l’area urbana moderna. È previsto un insieme integrato di interventi infrastrutturali per la mobilità multimodale, oltre a interventi di riqualificazione e ristrutturazione urbanistica con la creazione di nuovi spazi verdi e l’aumento di servizi. Tra i ‘progetti pilota’ vi è anche quello per Messina, volto al risanamento di aree periferiche attraverso la demolizione di vecchie abitazioni e la riqualificazione del patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale, il recupero e la rigenerazione di spazi e immobili, soprattutto nelle aree ad alta densità abitativa, per migliorare la qualità ambientale e la resilienza ai cambiamenti climatici. In Calabria, il progetto pilota ‘Lamezia Spazio-Generazione 2021’ punta a contrastare il fenomeno dello spopolamento di alcuni quartieri recuperando abitazioni da mettere a disposizione delle famiglie in difficoltà e migliorando la fruibilità di spazi e servizi sociali.

Vengono anche promossi interventi per migliorare e potenziare la mobilità sostenibile con la realizzazione di una pista ciclabile sul territorio di Lamezia Terme e per la riqualificazione del lungomare. A Milano il ‘progetto pilota’ prevede interventi di riqualificazione e riorganizzazione dell’edilizia residenziale sociale e di rigenerazione del tessuto abitativo di quartieri periferici dove più marcato è il disagio socioeconomico. Nelle Marche è previsto, tra l’altro, il progetto per il centro storico di Ascoli Piceno, con l’obiettivo di ridurre il disagio abitativo adottando una strategia integrata per migliorare la qualità dell’abitare e l’inclusione sociale. In Molise sono previsti interventi per la funzionalità e la rigenerazione di aree degradate che insistono soprattutto a Campobasso e in provincia, con il potenziamento di infrastrutture e servizi di prossimità e la creazione di punti di aggregazione per favorire l’integrazione di gruppi sociali.

Decreto su graduatoria Pinqua
progetti pilota finanziati
Elenco dei progetti finanziati

UPI, Potenziare le Province per garantire assistenza a piccoli comuni

Potenziare le Province per assicurare presidi adeguati a sostegno degli enti locali su interoperabilità e gestione banche dati. Lo ha detto il rappresentante di UPI Vittorio Poma, Presidente della Provincia di Pavia e di UPI Lombardia, intervenendo in audizione alla Commissione Anagrafe Tributaria di Camera e Senato sulle Banche Dati Fiscali.

Le Province – ha detto il Presidente Poma – sono pienamente disponibili a dare il loro contributo alla realizzazione di un’anagrafe tributaria centralizzata, ma per raggiungere questo obiettivo occorre costruire una rete di collaborazione tra le strutture centrali e gli enti locali, considerato che si tratterà di collegare realtà estremamente differenti, sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista delle professionalità impegnate nelle diverse istituzioni coinvolte.

Le Province – ha sottolineato il rappresentante UPI – hanno tra le funzioni fondamentali quelle di assistenza nella raccolta ed elaborazione dati dei Comuni: possono essere i Centri di Competenza in grado di supportare la transizione digitale sui territori per favorire la condivisione delle banche dati pubbliche valorizzando così a pieno il patrimonio informativo. Ma servono competenze e professionalità o si rischia la babele digitale. Un ostacolo che il nostro Paese non si può permettere, se vuole vincere la sfida dell’attuazione del PNRR.”

Di seguito il documento consegnato da UPI in Audizione presso la Commissione parlamentare di vigilanza dell’anagrafe tributaria.