PNRR: assegnati alle Regioni 860 milioni per l’acquisto di autobus e potenziamento ferrovie

Assegnati seicento milioni di euro alle Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano per l’acquisto di nuovi autobus ecologici per il trasporto pubblico locale e 260 milioni per potenziare e rinnovare le ferrovie gestite dalle Regioni. I relativi schemi di decreto del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili sono stati approvati dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni-Autonomie locali e dalla Conferenza Stato-Regioni. Con questi provvedimenti inizia l’attuazione la parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) finanziata dal Fondo complementare, che ammonta complessivamente a 30 miliardi (di cui 9,7 miliardi di competenza del Mims).
I 600 milioni di euro dovranno essere spesi negli anni dal 2022 al 2026 per l’acquisto di autobus a basso impatto ambientale adibiti al trasporto pubblico extraurbano e suburbano, con alimentazione a metano, elettrica o a idrogeno, e per le relative infrastrutture di alimentazione. È possibile destinare fino al 15% delle risorse per interventi di riconversione a gas naturale dei mezzi a gasolio euro 4 e euro 5. Il 50% dei fondi è destinato alle Regioni del Sud.
La Regione con la quota maggiore di assegnazione di risorse è la Campania con oltre 64 milioni di euro, seguono la Lombardia con circa 61 milioni, la Sicilia con 56,5 milioni, la Puglia con 47,4 milioni, il Lazio con 47 milioni. Gli autobus da acquistare con le risorse del Fondo complementare, oltre ad essere ecologici, dovranno disporre delle attrezzature idonee per l’accesso e il trasporto delle persone a mobilità ridotta, del sistema ‘conta-passeggeri’ attivo indipendentemente dalla rilevazione con validazione elettronica dei biglietti, dei dispositivi per la localizzazione, di videosorveglianza e dispositivi di protezione del conducente. Sono ammessi al finanziamento anche gli acquisti di altre attrezzature, tra cui quelle per il trasporto delle biciclette, fin al massimo del 5% del costo complessivo del veicolo.
La Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera allo schema di decreto che finanzia con 260 milioni di euro le ferrovie gestite dalle Regioni, di cui l’80% destinati al Sud. Le risorse, che rientrano nel Fondo del Mims per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, possono essere utilizzate per il potenziamento, l’ammodernamento e il miglioramento della sicurezza delle ferrovie regionali, che svolgono un ruolo essenziale nei brevi collegamenti di cui usufruiscono, in particolare, pendolari e studenti.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

PNRR, qualità dell’abitare: selezionati 271 progetti di riqualificazione urbana per un valore di 3,2 miliardi

Il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili rende noto che sono 271 le proposte ammesse al finanziamento del Programma nazionale della qualità dell’abitare (PinQua) del Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili (Mims) con l’obiettivo di riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale. Ai fondi inizialmente previsti (400 milioni) si aggiungono i 2,8 miliardi del Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Gli indicatori utilizzati per definire la graduatoria dei progetti hanno tenuto conto sia della superficie residenziale che viene recuperata dal progetto, sia della maggiore inclusività sociale che esso genera, anche tramite il coinvolgimento nella successiva gestione dell’intervento da parte del terzo settore. Indicatori di impatto sociale, culturale, urbano territoriale, economico-finanziario e tecnologico sono stati i parametri su cui si è formato il giudizio della Commissione: l’apporto economico di fondi privati, la rispondenza alle politiche territoriali regionali, la sostenibilità ed efficienza energetica e la premialità al consumo di suolo zero hanno costituito alcune delle voci valorizzate dall’apposito programma informatico creato ad hoc.
Tra i progetti ammessi in graduatoria – molti firmati da grandi studi di architettura italiani – figurano quelli per la riqualificazione del centro storico di Sassari (ripopolamento del Centro Storico attraverso il recupero di immobili abbandonati o degradati da destinare a residenza) e del Comune di Messina (risanamento delle aree baraccate ancora esistenti a seguito del terremoto del 1908, attraverso la demolizione e ricostruzione di abitazioni e servizi), progettazioni innovative che riguardano Teramo (rigenerazione urbana con recupero, demolizione e ricostruzione di residenze pubbliche e valorizzazione degli spazi pubblici) e proposte di social housing a Bari e Piacenza. Pone l’accento su aspetti di inclusione sociale la proposta di rigenerazione del porto Fluviale di Roma, che prevede la riqualificazione di un immobile vincolato e riallocazione di 53 nuclei famigliari provenienti da 21 Paesi diversi. Il Comune di Vercelli propone interventi di rigenerazione urbana nel centro storico, sul lungofiume e il territorio agricolo, quello del Comune di Cuneo prevede l’aumento dell’accessibilità e la rigenerazione del tessuto urbano anche attraverso la realizzazione di residenze per giovani, anziani e famiglie fragili. I progetti dei Comuni di Corigliano Rossano, della Città Metropolitana di Bologna e del Comune di Foggia prevedono la riqualificazione di quartieri, a sostituzione degli edifici abusivi e fatiscenti con nuovi fabbricati. La proposta del Comune di Milano prevede il potenziamento e ottimizzazione della rete dei servizi di prossimità anche attraverso la sperimentazione di nuovi modelli di gestione sociale dei servizi abitativi, quelle del Comune di Pesaro delinea un modello abitativo integrato in una visione complessiva del territorio per il miglioramento delle qualità ambientali a consumo di suolo zero con potenziamento della rete ecologica e accessibilità ai servizi di prossimità e quella del Comune di Bari, che prospetta la riqualificazione e valorizzazione di alcune aree degradate non più funzionali all’esercizio ferroviario.
I progetti al momento esclusi dal finanziamento, per un ammontare di circa un miliardo di euro, potrebbero essere ricuperati in futuro utilizzando altre fonti di finanziamento.
Inoltre, la Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti locali ha dato oggi il via libera allo schema di decreto del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili che prevede l’erogazione di 90 milioni di euro destinati al Fondo progettazione enti locali per favorire interventi di messa in sicurezza di edifici e strutture pubbliche, con priorità alle scuole. Il decreto destina 30 milioni l’anno per il periodo 2021-2023 a Comuni, Province e Città Metropolitane per realizzare studi di fattibilità, progetti definitivi ed esecutivi, spesso frenati dalla carenza di risorse nei bilanci degli enti.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

IL PNRR in 10 guide: le schede illustrate del Ministro per la PA

Il Ministro per la Pa e il Dipartimento della Funzione Pubblica, d’intesa con Formez PA, ha predisposto dieci schede illustrate sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Le guide, oltre a fornire un quadro generale del Piano, delle sue 6 missioni e delle loro 16 Componenti, descrivono le principali novità e ricadute divise per settori e destinatari. Approfondimenti ad hoc sono dedicati alla Pubblica amministrazione, al Sud, alla ricerca, alla governance e alla dotazione finanziaria del Pnrr.
Nelle guide, in pillole, il documento chiave per la ricostruzione del Paese:

Appalti pubblici, il Cdm approva il disegno di legge delega per la revisione del Codice dei contratti

Norme più semplici e chiare per assicurare efficienza e tempestività nell’affidamento, la gestione e l’esecuzione di contratti e concessioni; tempi certi per le procedure di gara, per la stipula dei contratti e la realizzazione degli appalti, comprese le opere pubbliche che dovranno essere sempre più orientate all’innovazione e alla sostenibilità; rafforzamento della qualificazione delle stazioni appaltanti. Sono in sintesi le principali novità contenute nel disegno di legge delega per l’aggiornamento del Codice dei contratti pubblici approvato dal Consiglio dei Ministri, coerentemente con l’impegno contenuto nel Piano di Ripresa e Resilienza.
Il testo punta ad un più stretto legame tra normativa nazionale e direttive europee, prestando una particolare attenzione alla qualificazione delle stazioni appaltanti con il potenziamento e la specializzazione del personale. Inoltre, è prevista la massima semplificazione delle procedure per gli investimenti in tecnologie verdi e digitali e per l’innovazione e la ricerca, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu, così da aumentare il grado di eco sostenibilità degli investimenti pubblici. E’ poi previsto l’inserimento nei bandi di gara di clausole sociali e ambientali come requisiti necessari o premiali dell’offerta al fine di promuovere la stabilità occupazionale, l’applicazione dei contratti collettivi, le pari opportunità generazionali e di genere.
“L’aggiornamento e il miglioramento del Codice degli appalti sarà attuato introducendo novità molto significative, in linea con i criteri indicati nei programmi europei”, commenta il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini. “L’obiettivo è di garantire l’efficienza del sistema degli appalti, favorendo la concorrenza tra gli operatori, fornendo regole chiare e garantendo allo Stato la migliore gestione degli investimenti pubblici. Puntiamo a rendere più rapide le procedure e ad assicurare tempi certi per la realizzazione delle opere pubbliche, in coerenza con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e con i principi di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Il disegno di legge approvato oggi – aggiunge il Ministro – mira a semplificare e snellire l’attuale disciplina per facilitare l’operatività delle stazioni appaltanti e delle imprese, che sempre di più si mostrano orientate all’innovazione e alla sostenibilità. Lo scopo è fare presto, fare bene, nel pieno rispetto delle norme in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro, tutela dei lavoratori, di trasparenza e di legalità”.
Al fine di abbreviare i tempi delle gare è prevista una piena digitalizzazione e informatizzazione delle procedure, la riduzione degli oneri amministrativi ed economici a carico dei partecipanti, e strumenti per diminuire il contenzioso sull’affidamento ed esecuzione degli appalti. Un ruolo cruciale riveste la verifica, anche attraverso l’uso di banche dati a livello centrale, del sistema di qualificazione degli operatori di settore e della loro effettiva capacità di realizzare le opere oggetto di gara, delle competenze tecniche e professionali e del rispetto della legalità, compresi gli aspetti legati alla tutela del lavoro e alla prevenzione e contrasto alle discriminazioni di genere. Attenzione particolare è prevista anche per la verifica delle offerte anomale e per la individuazione dei casi in cui le stazioni appaltanti possano ricorrere al criterio del prezzo più basso d’offerta e all’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori. Si propone poi di estendere e rafforzare i metodi di risoluzione delle controversie alternativi a quello giurisdizionale, per evitare di allungare i tempi di realizzazione delle opere e allo stesso tempo alleggerire i tribunali dai contenziosi. Infine, una novità importante introdotta dal disegno di legge riguarda la semplificazione e l’estensione delle forme di partenariato pubblico-privato, in particolare riguardo alla finanza di progetto, per attirare investitori professionali.
Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il Governo dovrà adottare uno o più decreti legislativi sulla disciplina dei contratti pubblici. I destinatari saranno le pubbliche amministrazioni, le stazioni appaltanti e gli operatori economici che intendono stipulare contratti pubblici per l’affidamento di lavori, servizi, forniture e concessioni (Fonte MIMS).

Memoria della Corte dei conti sulla Governance del PNRR

La Corte dei conti ha presentato alle Commissioni Riunite I (Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni) e VIII (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) della Camera dei Deputati una propria Memoria sul decreto-legge n. 77/2021 recante “Governance del piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”.
Nel documento le Sezioni riunite in sede di controllo affrontano i temi relativi a: caratteristiche del sistema Next Generation Ue e della Recovery and Resilience; Facility nel quadro complessivo dei fondi europei; Governance istituzionale ed amministrativa; ruolo del MEF; attuazione degli interventi previsti dal PNRR; responsabilizzazione delle amministrazioni; accelerazione degli investimenti; controllo, audit, anticorruzione e trasparenza; controllo esterno sulla gestione ed expertise della Corte dei conti italiana.
Nelle proprie conclusioni la magistratura contabile rileva che: Il provvedimento – in coerenza, con quanto già previsto nel piano presentato al Parlamento e trasmesso in Europa il 30 di aprile – ridisegna un articolato e complesso sistema, il cui funzionamento concreto richiede una positiva interlocuzione nei rapporti tra Amministrazioni statali, in particolare, con il MEF e la Presidenza del Consiglio dei ministri, e con le Autonomie territoriali.
Appare infatti evidente che l’intera dinamica dei rapporti interni alle amministrazioni dovrà assicurare, al livello di strutture e personale, la migliore funzionalità degli apparati in termini di efficienza e di rispetto dei tempi e degli adempimenti richiesti dal PNRR. Un funzionamento ottimale richiede infatti sinergie soprattutto laddove si possano intrecciare i nuovi progetti con quelli attualmente in corso (sorretti da risorse solo nazionali già previste ad hoc). Tale flessibile interazione appare necessaria in particolare per la rapida acquisizione degli input e delle direttive governative. Particolare rilievo va dato alla tempestiva e completa trasmissione dei dati, la cui piena disponibilità costituisce il presupposto, secondo quanto richiamato dalle Linee guida dello scorso 22 gennaio 2021 per la predisposizione dei PNRR da parte degli Stati nazionali, per la programmazione, la gestione ed il controllo.
Tra i profili intersoggettivi meritano particolare attenzione i rapporti tra amministrazioni centrali ed enti territoriali in particolare con il ruolo della Conferenza così come con la partecipazione alla Cabina di regia. Alla nuova fisionomia organizzativa si accompagna infatti il ridisegno delle procedure di accelerazione delle procedure. In definitiva la portata fortemente innovativa del dispositivo europeo richiede per la sua attuazione insieme al corretto funzionamento dei nuovi apparati anche un cambiamento culturale nella stessa impostazione dell’attività amministrativa e gestionale.
Il nuovo approccio privilegiato dal PNRR prevede l’introduzione di un sistema di standard di processo, strumenti, dati e informazioni, al fine di aumentare il livello di efficacia delle iniziative e, contestualmente, prevenire, rilevare e correggere irregolarità gravi e rafforzare.
La capacità di recupero delle risorse indebitamente erogate. Vanno in parallelo approfondite le modalità di utilizzazione e controllo delle risorse, le interrelazioni metodologiche, l’applicazione di strumenti pianificatori e di verifica e i correlati indicatori (cfr. art 29 regolamento UE cit.), gli stessi expertise maturate a livello nazionale e sovranazionale.
Il conseguimento di tali obiettivi appare dunque rimesso non tanto alla implementazione quantitativa, attraverso le previste assunzioni, da calibrare in relazione alle effettive necessità delle singole amministrazioni, quanto piuttosto o comunque in parallelo ad una costante rinnovata formazione. Appare necessario, infatti, approfondire le metodologie programmatorie gestionali e anche di tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea congiuntamente ai percorsi di riforma strutturale procedurale contenuti nello stesso provvedimento e nelle altre linee direttrici evolutive più recenti.
In questo sforzo del Governo e dell’Amministrazione la Corte non è certamente estranea, ma partecipa attivamente nel suo ruolo di presidio di legalità e di stimolo all’efficientamento degli apparati e delle procedure; di verifica imparziale del raggiungimento dei risultati; di costante informativa nei confronti dei competenti Organi rappresentativi. In tale prospettiva rilevano per un verso i raccordi con la Corte dei conti europea e per altro verso l’articolazione dell’Istituto, significativamente diffusa su base territoriale, e nel contempo unitariamente intesa a corrispondere anche alle nuove esigenze di controllo poste dalla evoluzione del sistema.

Arconet, utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)

La Commissione Arconet, nella seduta del 21 aprile scorso, ha affrontato il tema della semplificazione delle procedure e il superamento di vincoli contabili per l’utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Nel merito, i rappresentanti delle regioni propongono, per la gestione delle risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’utilizzo di una contabilità speciale, come già sperimentato per i fondi relativi agli eventi calamitosi. La proposta di utilizzare una contabilità speciale fa riferimento anche alle specifiche modalità di controllo della Corte dei conti previo un accurato monitoraggio. In proposito, sempre i rappresentanti delle regioni invitano la Commissione a riflettere anche sul fatto che, per esigenze di tempistica, i soggetti attuatori degli investimenti potrebbero essere, tra gli altri, anche le società in house. Per quanto riguarda le modalità di contabilizzazione delle risorse trasferite agli enti territoriali per la realizzazione del PNRR, si osserva che la gestione “a rendicontazione”, non determina vincoli e criticità anche per gli enti in disavanzo, grazie alla possibilità di “reimputare” contabilmente i trasferimenti assegnati che, anche in caso di ritardi nell’attuazione delle opere, non confluiscono nel risultato di amministrazione, con l’esclusione degli anticipi, per i quali è necessario eliminare i vincoli che ne impediscono l’utilizzo da parte degli enti in disavanzo. I rappresentanti dell’ANCI segnalano che il principio contabile riguardante i trasferimenti a rendicontazione fa riferimento ai “trasferimenti erogati annualmente a favore di un’amministrazione sulla base della rendicontazione delle spese sostenute”, e che il limite dell’annualità può determinare criticità. Infine si evidenzia la necessità di tener conto degli accordi in essere con le regioni a statuto speciale. I rappresentanti dell’ANCI e dell’UPI concordano sulla necessità di consentire l’utilizzo del risultato di amministrazione anche per gli enti in disavanzo e richiamano l’attenzione sulle fasi della progettazione, in particolare sulla corretta modalità di redazione dei cronoprogrammi. Si evidenzia, in proposito, la diffusa criticità degli uffici tecnici, degli enti, che, per consentire il corretto e tempestivo utilizzo delle risorse del PNRR dovranno assumere un ruolo di corresponsabilità con il servizio finanziario nel processo di investimento. Affermano inoltre che il problema primario non è la contabilità ma la legislazione oggi prevista per le opere pubbliche e la diffusa carenza numerica e di specifiche professionalità nelle pubbliche amministrazioni. Interviene il Presidente della Commissione per affermare che in linea di massima non intende utilizzare le contabilità speciali, ritenendo preferibile far transitare le risorse nei bilanci degli enti, prevedendo le necessarie semplificazioni. I rappresentanti delle regioni sottolineano l’assenza di decisioni, al momento, in merito alla filiera tra organi di governo e auspicano che siano le regioni ad assumere un ruolo intermedio tra lo Stato e gli enti locali per garantire un veloce raggiungimento degli obiettivi del PNRR filtrando, anche a mezzo dei propri uffici tecnici, le opere finanziabili e garantendo nello stesso tempo un costante monitoraggio della spesa. Poiché il sistema di monitoraggio, ad oggi, non risulta ancora delineato il Presidente anticipa ai componenti della Commissione ARCONET che l’ipotesi di monitoraggio sarà portata all’attenzione della Commissione non appena delineata dagli uffici della Ragioneria Generale competenti. Fermo rimanendo le prime considerazioni emerse i componenti della Commissione concordano sulla necessità di agire in fretta, considerati i tempi stretti, e di consentire l’utilizzo delle professionalità anche esterne alle strutture esistenti non ritenendo totalmente risolutivo il percorso di assunzioni in atto. I rappresentanti delle software house auspicano, ai fini del previsto monitoraggio, l’utilizzo più ampio possibile dei dati già a disposizione ad esempio nella BDAP e confermano le criticità derivanti dall’esercizio provvisorio.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

PNRR, La scheda di sintesi delle misure per province, regioni e comuni

Per facilitare per quanto possibile la conoscenza e la comprensione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, l’UPI ha predisposto le schede di sintesi espressamente dedicate alle misure previste per Regioni, Province e Comuni. L’UPI ha seguito attivamente il lavoro di costruzione e definizione del PNRR partecipando ai tavoli del Governo fin dall’agosto scorso, e intervenendo nelle occasioni di confronto con il Parlamento, nelle audizioni che si sono svolte sia alla Camera dei Deputati che in Senato . Un percorso molto complesso, per la strategicità che questo Piano avrà per la ripresa economica e sociale di tutto il Paese, in cui UPI con determinazione ha rimarcato la necessità di individuare strumenti accessibili e funzionali per tutti i territori.
Tra le misure espressamente dedicate alle funzioni chiave delle Province vi sono:
– fondi per la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico delle scuole secondarie superiori;
– fondi per la messa in sicurezza della viabilità delle aree interne.
Per quanto riguarda gli investimenti sulla viabilità, poiché questi non possono essere finanziati attraverso il Recovery Fund, il Ministro dell’Economia ha preso un impegno formale ad inserire nella prossima manovra di bilancio fondi per un piano pluriennale espressamente dedicati alla rete viaria provinciale.
Oltre a questi fondi, il Piano contiene alcune missioni, come quelle dedicate alla cultura, al turismo, al contrasto del dissesto idrogeologico, all’economia circolare dei rifiuti. La maggior parte di questi fondi, infatti, sarà assegnato attraverso bandi (nazionali o regionali). L’attuazione del Piano, infatti, vedrà un forte protagonismo degli enti locali, che dovranno essere pronti anche a livello organizzativo e da questi decreti potranno discendere importanti passi in avanti per potenziare le capacità amministrative delle Province anche per supportare al meglio i piccoli e medi comuni del territorio (fonte Upi).

 

Recovery Plan (PNRR), la nota di lettura del Dipartimento Welfare Anci

E’ stato trasmesso oggi alla Commissione UE il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 aprile scorso. Come si evince dalla nota di lettura predisposta dal Dipartimento Welfare Anci sulle Missioni 5. Sociale e 6. Salute, ai progetti in materia di Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore il Piano destina 11,17 miliardi (a cui si aggiungeranno 1,28 miliardi previsti dal Programma REACT EU), di cui 1,45 miliardi per Servizi sociali, disabilità e marginalità sociale e 9,02 miliardi per Rigenerazione urbana e housing sociale. I progetti della Missione Sociale saranno coordinati dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e realizzati dai Comuni singoli o dagli Ambiti.  Per quanto riguarda le politiche del lavoro, è prevista una revisione delle politiche attive anche per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza e il rafforzamento dei Centri per l’Impiego, favorendo una maggiore integrazione con i Servizi sociali comunali.
Nella Missione Salute, si fa riferimento alla necessità di integrazione sociosanitaria con i Servizi sociali sia per quanto riguarda le Case di Comunità (a cui sono dedicati 2 miliardi), sia per l’assistenza domiciliare (4 miliardi). Infine, 1 miliardo è dedicato agli Ospedali di Comunità.
In particolare, i progetti in ambito sociosanitario su anziani, non autosufficienti e disabilità, suddivisi su entrambe le Missioni, sono considerati preliminari per l’avvio di due Riforme da attuare, a valere su risorse nazionali: la Legge quadro per le disabilità (800 milioni complessivi per il triennio 2021-2023 a valere sul nuovo Fondo disabilità e non autosufficienza ex legge bilancio 2020) e la Riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti (che dovrà essere attuata con apposito provvedimento legislativo entro la primavera 2023).

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) trasmesso al Parlamento

Il Governo ha trasmesso al Parlamento il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Piano si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica.
Il Piano italiano prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, lo strumento chiave del NGEU.
Ulteriori 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile.
Il totale degli investimenti previsti è pertanto di 222,1 miliardi di euro.
Il Piano include inoltre un corposo pacchetto di riforme, che toccano, tra gli altri, gli ambiti della pubblica amministrazione, della giustizia, della semplificazione normativa e della concorrenza.
Il Piano ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il Mezzogiorno e contribuisce in modo sostanziale a favorire l’inclusione sociale e a ridurre i divari territoriali.
Nel complesso, il 27 per cento del Piano è dedicato alla digitalizzazione, il 40 per cento agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico, e più del 10 per cento alla coesione sociale.
Il Piano si organizza lungo sei missioni.
La prima missione, “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”, stanzia complessivamente 49,2 miliardi – di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo. I suoi obiettivi sono promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura. Gli investimenti previsti nel piano assicurano la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il Paese. In particolare, portano la connettività a 1 Gbps in rete fissa a circa 8,5 milioni di famiglie e a 9.000 edifici scolastici che ancora ne sono privi, e assicurano connettività adeguata ai 12.000 punti di erogazione del Servizio Sanitario Nazionale.
Viene avviato anche un Piano Italia 5G per il potenziamento della connettività mobile in aree a fallimento di mercato.
Il Piano prevede incentivi per l’adozione di tecnologie innovative e competenze digitali nel settore privato, e rafforza le infrastrutture digitali della pubblica amministrazione, ad esempio facilitando la migrazione al cloud.
Per turismo e cultura, sono previsti interventi di valorizzazione dei siti storici e di miglioramento delle strutture turistico-ricettive.
La seconda missione, “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, stanzia complessivamente 68,6 miliardi – di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo.
I suoi obiettivi sono migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva.
Il Piano prevede investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target ambiziosi come il 65 per cento di riciclo dei rifiuti plastici e il 100 per cento di recupero nel settore tessile.
Il Piano stanzia risorse per il rinnovo del trasporto pubblico locale, con l’acquisto di bus a bassa emissione, e per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa.
Sono previsti corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici. Le misure consentono la ristrutturazione di circa 50.000 edifici l’anno.
Il Governo prevede importanti investimenti nelle fonti di energia rinnovabile e semplifica le procedure di autorizzazione nel settore.
Si sostiene la filiera dell’idrogeno, e in particolare la ricerca di frontiera, la sua produzione e l’uso locale nell’industria e nel trasporto.
Il Piano investe nelle infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15 per cento, e nella riduzione del dissesto idrogeologico.
La terza missione, “Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”, stanzia complessivamente 31,4 miliardi – di cui 25,1 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,3 miliardi dal Fondo.
Il suo obiettivo primario è lo sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile e estesa a tutte le aree del Paese.
Il Piano prevede un importante investimento nei trasporti ferroviari ad alta velocità. A regime, vengono consentiti significativi miglioramenti nei tempi di percorrenza, soprattutto nel centro-sud. Il Governo investe inoltre nella modernizzazione e il potenziamento delle linee ferroviarie regionali, sul sistema portuale e nella digitalizzazione della catena logistica.
La quarta missione, “Istruzione e Ricerca”, stanzia complessivamente 31,9 miliardi di euro – di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo.
Il suo obiettivo è rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico.
Il Piano investe negli asili nido, nelle scuole materne, nei servizi di educazione e cura per l’infanzia. Crea 152.000 posti per i bambini fino a 3 anni e 76.000 per i bambini tra i 3 e i 6 anni.
Il Governo investe nel risanamento strutturale degli edifici scolastici, con l’obiettivo di ristrutturare una superficie complessiva di 2.400.000 metri quadri.
Inoltre, si prevede una riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea, ad esempio con l’aggiornamento della disciplina dei dottorati e un loro aumento di circa 3.000 unità.
Si sviluppa l’istruzione professionalizzante e si rafforza la filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico.
La quinta missione, “Inclusione e Coesione”, stanzia complessivamente 22,4 miliardi – di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,6 miliardi dal Fondo.
Il suo obiettivo è facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale.
Il Governo investe nello sviluppo dei centri per l’impiego e nell’imprenditorialità femminile, con la creazione di un nuovo Fondo Impresa Donna.
Si rafforzano i servizi sociali e gli interventi per le vulnerabilità, ad esempio con interventi dei Comuni per favorire una vita autonoma alle persone con disabilità.
Sono previsti investimenti infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali e interventi di rigenerazione urbana per le periferie delle città metropolitane.
La sesta missione, “Salute”, stanzia complessivamente 18,5 miliardi, di cui 15,6 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi dal Fondo.
Il suo obiettivo è rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure.
Il Piano investe nell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio e attiva 1.288 Case di comunità e 381 Ospedali di comunità.
Il Governo investe nell’aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzatture per diagnosi e cura, con l’acquisto di 3.133 nuove grandi attrezzature, e nelle infrastrutture ospedaliere, ad esempio con interventi di adeguamento antisismico.
La riforma della Pubblica Amministrazione affronta i problemi dell’assenza di ricambio generazionale, di scarso investimento sul capitale umano e di bassa digitalizzazione.
Il Piano prevede investimenti in una piattaforma unica di reclutamento, in corsi di formazione per il personale e nel rafforzamento e monitoraggio della capacità amministrativa.
La riforma della giustizia interviene sull’eccessiva durata dei processi e intende ridurre il forte peso degli arretrati giudiziari.
Il Piano prevede assunzioni mirate e temporanee per eliminare il carico di casi pendenti e rafforza l’Ufficio del Processo.
Sono previsti interventi di revisione del quadro normativo e procedurale, ad esempio un aumento del ricorso a procedure di mediazione e interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo.
Il Piano prevede inoltre interventi di semplificazione per la concessione di permessi e autorizzazioni, e sul codice degli appalti per garantire attuazione e massimo impatto agli investimenti.
Il Piano include anche riforme a tutela della concorrenza come strumento di coesione sociale e crescita economica. I tempi di queste riforme, che vanno dai servizi pubblici locali a energia elettrica e gas, sono stati pensati tenendo conto delle attuali condizioni dovute alla pandemia.
Il PNRR avrà un impatto significativo sulla crescita economica e della produttività.
Il Governo prevede che nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base. Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali.
Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40 per cento.
In particolare, gli investimenti nelle infrastrutture e nella mobilità sostenibile al sud sono pari 14,5 miliardi, il 53 per cento del totale, e intervengono sull’alta velocità, sul sistema portuale e sulla viabilità nell’Italia interna.
Sono stanziati 8,8 miliardi per interventi di inclusione e coesione al sud, pari al 39 per cento del totale, e 14,6 miliardi per misure nell’istruzione e la ricerca, pari al 46 per cento.
Questi includono la creazione di nuovi asili, un incremento delle infrastrutture sociali, e politiche per il lavoro.
Il PNRR contribuisce a ridurre il divario tra il Mezzogiorno e il resto del Paese.
L’impatto complessivo del PNRR sul Pil nazionale fino al 2026 è stimato in circa 16 punti percentuali. Per il sud, l’impatto previsto è di circa 24 punti percentuali.
Il Piano prevede inoltre un investimento significativo sui giovani e le donne.
Una nuova strategia di politiche per l’infanzia è cruciale per invertire il declino di fecondità e natalità.
I giovani beneficiano dei progetti nei campi dell’istruzione e della ricerca; del ricambio generazionale nella pubblica amministrazione; e del rafforzamento del Servizio Civile Universale.
Per i ragazzi e le ragazze, sono stanziati fondi per l’estensione del tempo pieno scolastico e per il potenziamento delle infrastrutture sportive a scuola.
In particolare, è promossa l’attività motoria nella scuola primaria, anche in funzione di contrasto alla dispersione scolastica.
Per quanto riguarda le donne, il Piano prevede misure di sostegno all’imprenditoria femminile e investimenti nelle competenze tecnico-scientifiche delle studentesse.
Inoltre, l’ampliamento dell’offerta di asili, il potenziamento della scuola per l’infanzia e il miglioramento dell’assistenza ad anziani e disabili aiuteranno indirettamente le donne, che spesso devono sostenere la maggior parte del carico assistenziale delle famiglie.
Per perseguire le finalità relative alle pari opportunità – generazionali e di genere – il Governo intende inserire per le imprese che parteciperanno ai progetti finanziati dal NGEU previsioni dirette a condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione di giovani e donne. I criteri sono definiti tenendo conto dell’oggetto del contratto; della tipologia e della natura del singolo progetto. La governance del Piano prevede una responsabilità diretta dei ministeri e delle amministrazioni locali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati, e per la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse. È previsto un ruolo significativo degli enti territoriali, a cui competono investimenti pari a oltre 87 miliardi di euro.