È auspicabile, dal punto di vista dei tempi, che nel primo semestre del 2022 vi sia una completa assegnazione delle risorse ai Comuni per giungere, entro la fine del 2023, all’apertura dei cantieri in modo da completare le opere nei tempi previsti per la rendicontazione. È necessario dunque un processo di snellimento nell’assegnazione delle risorse sul comparto dei Comuni.
Lo ha sottolineato il presidente di Ifel, in rappresentanza di Anci, audito presso la Commissione Bilancio della Camera nell’ambito dell’esame del Dl 152/2021, sulle disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (il documento presentato).
“Il Pnrr prevede una serie di misure che impattano direttamente e indirettamente sui Comuni. Il decreto interviene, oltre che su un ulteriore insieme di misure di sostegno e di incentivo alla ripresa di diversi settori economici, anche su altri strumenti finanziari e procedurali ‘abilitanti’ per l’attuazione del Piano nazionale”.
Sul punto sono state illustrate alcune questioni dirimenti per i Comuni, come quella relativa ai dati contabili locali ai fini del calcolo dello stock di debito commerciale e di ritardo nei pagamenti, “sulla cui base eventualmente definire l’accantonamento obbligatorio al Fondo garanzia debiti commerciali evitando il ricorso ai dati della Piattaforma crediti commerciali che risultano ancora disallineati. In particolare, è stato posto l’accento anche sul tema delle risorse relative alla rigenerazione urbana.
“Positiva l’integrazione delle risorse disponibili per gli interventi di rigenerazione urbana per ulteriori 500 milioni di euro che permetterà di assegnare 3,4 miliardi ai Comuni, ma i progetti presentati valgono 4,3 miliardi di euro. Servirebbe un ulteriore sforzo nel riposizionamento delle risorse di circa un miliardo di euro per ampliare l’accesso ai progetti già considerati ammissibili con lo scorrimento della graduatoria in corso di pubblicazione”. Centrale, infine, nella fase di attuazione e avvio del Piano nazionale è anche la questione del personale e delle risorse professionali da impiegare, su cui il presidente Ifel ha precisato: “Il provvedimento in esame non interviene su un aspetto cruciale: la semplificazione dell’accesso per i Comuni alle forme e modalità di reclutamento previste dall’articolo 9 del DL 80/2021, che prevede un doppio meccanismo autorizzatorio che non risulta coerente con gli obiettivi di accelerazione degli investimenti. Per questo ANCI chiede un correttivo che consenta agli enti locali, singoli e associati, di derogare alla doppia procedura autorizzatoria per le assunzioni e il conferimento degli incarichi nel limite del 5% dell’importo complessivo dell’investimento.
DL Agosto, il documento ANCI presentato in audizione alla commissione Bilancio del Senato
L’ANCI ha pubblicato sul proprio sito il documento presentato in Commissione Bilancio del Senato relativo decreto legge n. 104 / 2020 “Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia”, c.d. decreto di Agosto. L’ANCI, nell’evidenziare che diverse norme inserite nel provvedimento recepiscono le richieste di ulteriore intervento economico nei confronti dei Comuni e degli enti locali in genere, sia sotto il profilo del sostegno alla crisi delle entrate correnti, sia nel campo del rafforzamento dei contributi agli investimenti, non ha mancato di segnalare alcune criticità che necessitano di una soluzione.
Per quanto riguarda il ristoro disposto dall’art. 106 del DL 34/2020, integrato dal DL agosto (fondo funzioni fondamentali), l’ANCI ritiene che lo stesso debba a pieno titolo comprendere anche le perdite di gettito dovute ad autonome determinazioni degli enti locali soprattutto nei casi in cui non è stato definito alcuno schema nazionale di agevolazione. È il caso della Tari, sulla quale è evidente l’esigenza di una congrua riduzione del prelievo gravante sulle attività economiche più colpite dalla crisi (in particolare quelle sottoposte a chiusura obbligatoria), sulla base di interventi che sono di fatto demandati ai Comuni. Un caso analogo riguarda l’imposta di pubblicità, nel cui ambito, a fronte delle rilevanti riduzioni della pubblicità su strada le quote fisse dovute per le concessioni di impianti non sono state ridotte per norma nazionale e possono dar luogo ad un ben giustificato intervento locale, almeno per la seconda parte del 2020. Più in generale, appare necessario che le riduzioni ragionevolmente connesse alle condizioni di crisi indotte dall’emergenza siano pienamente riconosciute.
È stata segnalata la necessità di un intervento di sostegno per le aziende del settore della gestione e della riscossione delle entrate locali, che potrebbe configurarsi in modo non oneroso per la finanza pubblica, attraverso la facoltà di ampliare la durata degli affidamenti in essere e della gamma di servizi già oggetto di affidamento.
Altra tematica segnalata riguarda l’esigenza di introdurre norme per l’assunzione di personale scolastico, educativo ed ausiliario dei Comuni, in deroga al tetto di cui all’articolo 9 comma 28 del DL 78/2010 e cioè la spesa per i contratti a tempo determinato del 2009.
Inoltre, appare indispensabile risolvere riguarda la grave difficoltà che i Comuni stanno incontrando sul fronte del ricambio del personale, anche per effetto dell’emergenza da Covid-19, nell’attuazione della recente nuova disciplina sulla determinazione della capacità assunzionale (art. 33, comma 2, del DL n. 34/2019 e DM 19/3/2020), tenuto conto del crollo delle entrate locali 2020 che determinerà per tutti i Comuni italiani un drastico peggioramento del rapporto tra spese di personale ed entrate correnti e, in moltissimi casi, il mancato raggiungimento delle soglie di sostenibilità finanziaria.
Nei prossimi giorni ANCI si riserva di presentare alcune proposte normative finalizzate a rafforzare il sostegno agli enti locali, soprattutto sotto il profilo ordinamentale e con riferimento ad aspetti specifici, quali la disciplina delle aziende pubbliche locali.