Sperimentazione in 69 comuni per facilitare la predisposizione del Piano Anticorruzione

È stato siglato tra Anac e Ministero dell’Interno, Ministro della Pubblica Amministrazione e Anci un Protocollo di Intesa per supportare la predisposizione del Piano di Prevenzione della Corruzione, oggi interno al PIAO, per i comuni fino a 5000 abitanti.

Nell’ambito delle regioni ricadenti nel Progetto Sistema per la redazione e trasmissione del Piano Triennale sulla Prevenzione della Corruzione e sulla Trasparenza (PTPCT) e della Sezione Rischi corruttivi e trasparenza del Piano Integrato Attività e Organizzazione (PIAO), finanziato nell’ambito del Programma Operativo Nazionale ‘Legalità’ 2014 – 2020 con fondi POC, anche grazie all’opera di sensibilizzazione di tutti i partner di protocollo, si sono candidati per la sperimentazione settanta comuni.

All’esito della sperimentazione, entro la fine del 2024, i piccoli comuni avranno a disposizione l’applicativo che li accompagnerà, con una guida virtuale, alla predisposizione o all’aggiornamento dei piani, consentendo di accrescere il livello di compliance anche nelle amministrazioni dotate di meno risorse.

 

La redazione PERK SOLUTION

Anac: anche nel Comune piccolo dare evidenza di avvio procedimenti penali nei confronti dei dipendenti

Pur avendo il Comune poco più di 7.000 abitanti, l’Amministrazione deve riportare nella relazione annuale del responsabile anticorruzione l’avvio di procedimenti penali riguardanti i propri dipendenti per reati contro la Pubblica Amministrazione.
Così ha deliberato Anac, nella seduta di Consiglio del 26 marzo 2024, con Atto del Presidente nei confronti di un Comune a nord della città metropolitana di Roma capitale. La richiesta di parere da parte del segretario comunale del Comune verteva sul fatto che “le ridotte dimensioni dell’ente avrebbero agevolato l’identificazione dei soggetti indagati”, giustificando pertanto la non comunicazione del fatto.

Pur trattandosi di ente di ridotte dimensioni – scrive Anac nell’atto – “i dipendenti interessati da procedimenti penali non costituiscono le sole unità in servizio, posto che la dotazione organica del Comune consta di 28 dipendenti e sette apicali. In tal senso, è ragionevole ritenere che la mera indicazione numerica dei dipendenti indagati ed i corrispondenti titoli di reato contestati non costituiscano elementi di per sé sufficienti a consentire la loro esatta identificazione”. Nel caso specifico, continua Anac, “i dipendenti comunali sono stati indagati per reato d’abuso d’ufficio, ricorrendo pertanto un’ipotesi di applicazione facoltativa della rotazione straordinaria. In una logica di prevenzione e in considerazione della circostanza che le indagini hanno interessato ben due unità di personale, sarebbe stato opportuno che, avendo avuto conoscenza dell’iscrizione nel registro delle notizie di reato, l’amministrazione comunale adottasse un apposito provvedimento per valutare la necessità di destinare i soggetti coinvolti ad un ufficio diverso.

Tale necessità non può ritenersi soddisfatta dallo spostamento (peraltro di uno solo degli indagati) effettuato in occasione di una riorganizzazione e, pertanto, indipendentemente dall’avvio dei procedimenti penali. Si segnala, poi, che il nuovo incarico assegnato ad uno dei due dipendenti nell’area Lavori pubblici comporta la partecipazione ad attività che la legge qualifica ad elevato rischio corruttivo, con la conseguenza che l’iniziativa assunta non sarebbe in ogni caso idonea ad evitare un pregiudizio all’immagine di imparzialità dell’amministrazione.

La vicenda occorsa – aggiunge Anac – impone al Responsabile di prevenzione della corruzione di attenzionare il settore in cui sono stati commessi i fatti penalmente rilevanti (e cioè l’area Urbanistica – Edilizia privata) sotto il profilo della valutazione del rischio e del suo trattamento. Appare opportuno procedere ad una rivalutazione dei rischi connessi ai processi di competenza dell’area, propendendo per un innalzamento dei valori indicati. Conseguentemente, occorrerà potenziare le misure di prevenzione programmate anche alla luce dei fatti contestati dall’Autorità giudiziaria”. Anac, infine, rileva la necessità di sensibilizzare il personale dell’amministrazione in ordine all’osservanza da parte dei dipendenti comunali dell’obbligo di comunicare i procedimenti penali avviati a proprio carico come stabilito dal Codice di comportamento del Comune stesso (fonte Anac).

 

La redazione PERK SOLUTION

 

Indagine Anac sulla prevenzione della corruzione

Difficoltà nell’effettuare la rotazione del personale a causa del numero ridotto di dipendenti in organico e delle resistenze ai cambiamenti; carenza di sensibilità verso il conflitto di interessi; mancanza dei controlli necessari all’applicazione del divieto di pantouflage; problemi con l’informatizzazione; ostacoli a garantire l’aggiornamento dei dati sulla trasparenza. Sono solo alcune delle criticità riscontrate dai Responsabili della prevenzione della corruzione (Rpct) nell’attuare le misure di trasparenza e anticorruzione all’interno della Pubblica amministrazione italiana. È quanto emerso dall’indagine effettuata da Anac tra gli Rpct.

Le problematicità accomunano sia le grandi e medie amministrazioni che le piccole anche se dall’esame dei questionari è nei piccoli enti che è più ampia (il 24%) la fetta di chi considera i doveri correlati alla prevenzione della corruzione come meri adempimenti formali che non migliorano il funzionamento dell’amministrazione. Tra le grandi amministrazioni esaminate solo in nove enti i dipendenti vivono l’anticorruzione come un appesantimento burocratico fine a se stesso. Anac tuttavia ritiene che la scarsa sensibilità della struttura verso la materia dell’anticorruzione – seppure rilevata in pochi casi – sia per lo più dettata da una non profonda conoscenza della disciplina e delle sue finalità. Una maggiore diffusione della cultura della legalità all’interno degli enti, dunque, secondo l’Autorità, potrebbe certamente incrementare il livello di interesse dei dipendenti. Tra le grandi amministrazioni sono stati esaminati 56 riscontri pervenuti (circa il 19%), di cui 31 inviati dagli enti campionati e 25 selezionati tra quelli che hanno aderito volontariamente all’iniziativa: si tratta di 8 Università; 14 Comuni e 2 Città Metropolitane; 2 Camere di Commercio; 27 soggetti appartenenti ad altre tipologie di enti; 3 Ministeri. Cinquantacinque i riscontri esaminati (circa il 19%) nelle piccole amministrazioni. Si tratta di: 27 piccoli comuni; 13 società pubbliche; 15 soggetti appartenenti ad altre tipologie di enti (enti pubblici, ordini professionali ecc.).

Sia nelle piccole che nelle grandi amministrazioni dall’analisi dei dati si evince la propensione ad individuare l’Rpct tra le figure dirigenziali. In molti casi la competenza acquisita in materia di anticorruzione e trasparenza e – nel caso dei piccoli enti le ridotte dimensioni e le poche figure dirigenziali disponibili – comportano un rinnovo quasi automatico dell’incarico con superamento del triennio nell’80% dei casi. Le criticità segnalate nell’indagine Anac sono: numero assai ridotto dei dipendenti in organico; resistenze di vario genere ai cambiamenti; specificità delle competenze e carenza di risorse alternative con pari competenze; difficoltà di programmare la rotazione in modo pluriennale. Problemi anche con l’informatizzazione: dai questionari esaminati emerge scarsa disponibilità di software adeguati; mancanza di profili idonei e limitata propensione del personale alla gestione informatizzata dei processi; costi eccessivi.

Problemi con la trasparenza per la difficoltà a garantire l’aggiornamento tempestivo dei dati, anche per la scarsa efficienza del sistema di tracciamento del flusso informativo; eccessiva mole della documentazione da pubblicare; poca formazione e scarsa gestione flussi informatizzati. Sono pochissimi i casi di conflitti di interessi e pantouflage rilevati.

 

Anac: prorogato al 15 gennaio 2023 il termine per la relazione annuale degli Rpct

Con comunicato del Presidente del 30 novembre 2022, al fine di consentire ai Responsabili della Prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) di svolgere adeguatamente tutte le attività connesse alla predisposizione della “Sezione anticorruzione e trasparenza” del PIAO o dei Piani triennali di prevenzione della corruzione e della trasparenza, l’Autorità ha valutato opportuno prorogare al 15 gennaio 2023 il termine ultimo per la predisposizione e la pubblicazione della Relazione annuale che i RPCT sono tenuti ad elaborare ai sensi dell’art. 1, co. 14, della legge n. 190/2012.

La proroga disposta mantiene carattere di eccezionalità e tiene conto della proroga al 30 giugno 2022 per l’approvazione del PIAO indicata dal Decreto Legge 30 aprile 2022, n. 36 e della previsione dell’art. 8, co. 3, del Decreto del Ministro della Funzione Pubblica 30 giugno 2022 n. 132 che prevede che “in sede di prima applicazione, il termine” del 31 gennaio “è differito di 120 giorni successivi a quello di approvazione del bilancio di previsione”.

Unitamente al Comunicato del Presidente è pubblicata la scheda per la redazione della relazione ed una nota di istruzioni. In alternativa gli Rpct che utilizzano la Piattaforma di acquisizione dei Piani Triennale di Prevenzione della Corruzione e Trasparenza possono usufruire del servizio di generazione automatica della relazione annuale dopo aver completato l’inserimento dei dati relativi ai Ptpct o alla sezione anticorruzione e trasparenza del PIAO e alle misure di attuazione.

 

La redazione PERK SOLUTION

Quaderno ANCI per gli enti locali sulla pianificazione anticorruzione

L’ANCI ha pubblicato un quaderno operativo sugli orientamenti per la pianificazione anticorruzione e trasparenza 2022. l’Elaborato delinea un quadro d’analisi delle indicazioni fornite dall’Anac per la predisposizione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (o della apposita sezione del PIAO), attraverso un esame compiuto e ragionato delle sezioni di cui si compongono gli “Orientamenti”. Il volume offre, inoltre, indicazioni utili all’autovalutazione per la verifica della coerenza della pianificazione in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza con le indicazioni contenute nel PNA 2019-2021 e negli “Orientamenti”. Infine, il Quaderno contiene una scheda funzionale agli enti per il riesame complessivo del sistema di gestione della prevenzione della corruzione e della trasparenza.

ANAC, obblighi di trasparenza per le Spa e le Utility comunali

Con la delibera n. 92 del 23 febbraio 2022, l’Anac ha ribadito che la normativa per la trasparenza e l’anticorruzione deve essere rispettata non solo dagli enti pubblici e dalle pubbliche amministrazioni, ma anche dalle Spa e dalle Utility comunali di servizi pubblici. Nell’ambito di un provvedimento di ordine di pubblicazione di tutte le informazioni, i documenti e i dati oggetto di pubblicazione obbligatoria nella sezione “Amministrazione trasparente” del sito web istituzionale di una società campana, che gestisce il servizio di distribuzione di acqua potabile, ha evidenziato la violazione degli obblighi di pubblicazione e trasparenza previsti dal decreto legislativo 33/2013, applicabili alle società in controllo pubblico.
Dalla verifica effettuata sul sito istituzionale della società, l’Anac ha rilevato che nella sezione “Bandi di gara e contratti” erano assenti gli atti di programmazione e non risultavano pubblicati i nomi dei componenti delle commissioni aggiudicatrici con i relativi curricula né i dati sulla rendicontazione della gestione finanziaria dei contratti.
Non erano pubblicate inoltre le delibere dell’assemblea dei soci successive al 30 luglio 2018 nonostante il Piano per la prevenzione della corruzione e della trasparenza ne preveda la pubblicazione obbligatoria.
Nella sezione “Dotazione organica-Costo del personale” non era data evidenza della distinzione dei costi relativi al personale a tempo determinato e di quelli a tempo indeterminato e non risultavano pubblicati i tassi di assenza che invece dovrebbero essere aggiornati ogni tre mesi.
La sezione “Selezione del personale” era priva di contenuti mentre per legge le società in controllo pubblico sono tenute a pubblicare gli atti contenenti i criteri di selezione del personale e per ogni procedura gli avvisi di selezione e i relativi esiti.
Dalla verifica è emersa anche l’omessa pubblicazione delle informazioni obbligatorie concernenti gli incarichi politici dell’amministratore unico. Fatti in relazione ai quali è stato avviato un procedimento separato.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION