La pubblicazione dello schema di decreto sulla spending review, con annessa nota metodologica– previsto dall’articolo 1, comma 533, della legge 30 dicembre 2023, n. 213, modificato dall’articolo 3, comma 12-decies, lett. a), nn. 1) e 2), del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, convertito, con modificazioni, dalla L. 23 febbraio 2024, n. 18 – ha scatenato, come prevedibile, forti critiche da parte dei Sindaci che avevano già lanciato l’allarme sulla decisione paradossale e irragionevole del governo di tagliare le risorse di parte corrente penalizzando fortemente i Comuni che hanno ricevuto i finanziamenti del PNRR e che sono impegnati nella realizzazione delle opere pubbliche.
Il riparto del concorso alla finanza pubblica da parte dei comuni, delle province e delle città metropolitane, per gli anni dal 2024 al 2028, ammonta complessivamente a 1.250 milioni di euro (di cui 1 miliardo a carico dei comuni), leggermente attenuato dal recupero delle quote covid rimaste inutilizzate. Sono esclusi dal taglio delle risorse gli enti in dissesto finanziario o in procedura di riequilibrio finanziario, alla data del 1° gennaio 2024, o che abbiano sottoscritto gli accordi di cui all’articolo 1, comma 572, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, e di cui all’articolo 43, comma 2, del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, ora legge 15 luglio 2022, n. 91. Considerate le predette esclusioni, gli enti che sono chiamati ad assicurare un contributo alla finanza pubblica di sono: 6.838 comuni; 78 province e 13 Città metropolitane. L’importo dovuto da ogni comune è pari alla somma del concorso calcolato sulla spesa corrente, al netto degli impegni relativi alla Missione 12 – Diritti sociali, politiche sociali e famiglia e alla Missione 20 – Fondi e accantonamenti e del concorso determinato sulle risorse PNRR + Investimenti per piccole opere.
“Il taglio previsto per gli enti locali è di 250 milioni quest’anno, è già un duro colpo per tutte le amministrazioni locali che si stavano appena riprendendo dagli anni difficili dell’austerity” – spiega Decaro – “ma la cosa più grave è che il MEF vuole ripartire questo taglio colpendo i Comuni in misura direttamente proporzionale ai finanziamenti PNRR che hanno ricevuto per gli investimenti. Col risultato che i tagli saranno più pesanti per chi avrà costruito più asili nido, avrà aperto più case-famiglia, avrà acquistato più autobus elettrici o avrà realizzato più parchi pubblici: tutti investimenti che naturalmente, per poter funzionare, richiederanno ai Comuni maggiore spesa corrente, per esempio, per le manutenzioni e per l’assunzione degli educatori da impiegare negli asili nido”.
Da qui la decisione del ministro dell’Interno di rinviare il passaggio in Conferenza Stato-Città a dopo le elezioni previste per i giorni 8 e 9 giugno.
La redazione PERK SOLUTION