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Osservazioni ANCI sul decreto Sostegni

Pubblichiamo il documento presentato da ANCI durante l’audizione tenutasi presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato, sulla conversione in legge del decreto “Sostegni” Decreto legge 22 marzo 2021, n. 41 “Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19”.

L’ANCI ritiene che il mantenimento di un alto grado di coesione sociale debba passare per i Comuni, quale istituzione di primo riferimento, in particolare per le famiglie e per le piccole attività economiche. Per questo è auspicabile che già con la conversione in legge di questo decreto e – immediatamente dopo – con il nuovo provvedimento di scostamento del deficit previsionale dello Stato, possano trovare posto interventi quali:
– un nuovo e urgente programma di “buoni famiglia”, analogo al Fondo di solidarietà alimentare del 2020, ma con maggior impegno economico, così da ricomprendere il sostegno per il pagamento di affitti e bollette;
– il rinnovo del sostegno al potenziamento dei centri estivi per ragazzi che nel 2020 ha impegnato 135 mln. di euro per le attività post chiusura delle scuole, tipicamente tra giugno e settembre;
– un congruo ulteriore innesto di risorse in campo fiscale, al fine di assicurare, in particolare, un’agevolazione TARI per le attività più colpite dalla crisi e per le famiglie fragili, di entità robusta e basata su criteri nazionali uniformi, richiesta a lungo dall’ANCI lo scorso anno;
– l’estensione a tutto il 2021 dei sostegni ai pubblici esercizi e al commercio ambulante, che il dl Sostegni estende al solo primo semestre.
– L’estensione anche per il 2021 delle semplificazioni in materia di procedimenti amministrativi già previsti dal dl 34 2020.

L’ANCI ritiene, altresì, possibile e doveroso accentuare l’intervento sulle regole finanziarie, con misure da tempo richieste e rimaste inattuate. Nessun vincolo deve essere accentuato:
– valutare lo slittamento del termine per l’approvazione dei consuntivi al 31 maggio, in modo da allinearlo al termine previsto per le certificazioni dell’utilizzo dei fondi Covid-19 e evitare problemi di “riapertura” dei consuntivi in caso di difformità;
– il mantenimento e l’estensione delle flessibilità nella gestione del bilancio:
– come per il 2020, è necessario liberalizzare l’utilizzo degli avanzi liberi, che in base al TUEL non possono essere impiegati per spesa corrente se non a specifiche e restrittive condizioni;
– gli avanzi vincolati per fondi emergenziali non utilizzati nel 2020 devono essere estesi a tutti i fondi speciali e non limitati al “Fondone” ex art. 106, come attualmente stabilito dalla Legge di bilancio 2021;
– l’utilizzo degli avanzi vincolati per gli enti in disavanzo complessivo deve essere ampliato rispetto agli angusti limiti attuali, che impediscono agli enti in difficoltà di disporre di risorse proprie, pur disponibili;
– deve essere rinviato al 2022 l’obbligo di accantonamento al Fondo garanzia debiti commerciali (FGDC), che nel contesto di crisi attuale rischia di gravare in modo controproducente sui bilanci comunali, mentre sono in corso, con il concorso di Anci/IFEL, iniziative di verifica e sostegno delle situazioni locali che presentano maggiori criticità sulla regolarità dei pagamenti;
– è vitale per molti enti locali la sospensione degli accantonamenti e delle dismissioni obbligatorie in relazione alle perdite delle aziende partecipate locali, per effetto del d.lgs. 175/2016. Si tratta di obblighi inattuabili in condizioni di emergenza che – di nuovo – producono effetti controproducenti su aziende pubbliche in crisi da emergenza pandemica;
– evitare l’inasprimento delle percentuali di accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE), che già oggi produce il congelamento di oltre 4,5 miliardi di euro. Si chiede di rimanere al 95% ordinario anche per il 2021, sempre nella logica di non inasprire condizioni finanziarie già molto gravose per una minoranza – pur ampia – di enti locali (il 20% dei Comuni sopporta oltre il
70% dell’accantonamento complessivo al FCDE);
– è necessario intervenire ulteriormente per assicurare un sostegno necessario agli enti in predissesto. Il Fondo predissesti istituito dall’art. 53 del dl 104/2020 e incrementato dalla legge di bilancio (co 775) continua ad escludere da ogni beneficio i Comuni delle Isole (e in particolare della Sicilia dove le crisi finanziarie sono più diffuse) e decine di Comuni il cui piano di riequilibrio è tuttora – e da lungo tempo – all’esame della COSFEL, presso il Ministero dell’Interno.

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