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ICI/IMU e immobile sottoposto a procedura concorsuale

In caso di mancata vendita dell’immobile soggetto a fallimento o a procedura coatta amministrativa, l’obbligazione di pagamento dell’ICI, relativa al periodo di pendenza della procedura concorsuale, grava sul fallito che ne riacquista la proprietà. In applicazione di tale principio, i giudici della Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Sicilia, con la sentenza del 05/10/2023 n. 8081, hanno ribadito che gli immobili compresi nel fallimento o nella procedura coatta amministrativa non sono esenti da ICI.

Passando al merito della controversia, si rileva che, ai sensi dell’art. 10, comma 6, del D.L.vo n. 504 del 1992, legge regolatrice dell’ICI, nel testo vigente “ratione temporis”, “per gli immobili compresi nel fallimento o nella procedura coatta amministrativa l’imposta è dovuta per ciascun anno di possesso rientrante nel periodo di durata del procedimento, ed è prelevata, nel complessivo ammontare, sul prezzo ricavato dalla vendita. Il versamento della imposta deve essere effettuato entro il termine di tre mesi dalla data in cui il prezzo è stato incassato; entro lo stesso termine deve essere presentata la dichiarazione.”. Da tale disposizione, si evince che il curatore è tenuto al pagamento della imposta solo dopo la vendita del bene, con la conseguenza che il Comune, prima di tale atto, non è tenuto richiedere il pagamento al curatore né ad insinuarsi nel fallimento.

Poiché nella specie, la vendita non vi è stata, ed il fallito è tornato in bonis a seguito del concordato fallimentare, mantenendo la proprietà dell’immobile, l’obbligazione del pagamento della imposta grava sul medesimo anche in relazione al periodo precedente in pendenza della procedura concorsuale. Tale disposizione di legge regolava in via generale, per il periodo in esame, la disciplina dell’obbligo di denuncia a fini ICI e del pagamento dell’imposta in pendenza di procedura fallimentare.

Dal testo di legge si ricava chiaramente che: l) l’imposta è dovuta per ciascun anno di possesso rientrante nel periodo di durata del procedimento (e quindi non vi è alcun mutamento nell’obbligazione tributaria, nemmeno nell’ammontare, in dipendenza dello stato di fallimento); 2) sul presupposto che il fine della procedura fallimentare è la liquidazione dei beni del fallito per il soddisfacimento dei creditori, e l’ulteriore, che costituisce la ” ratio” della disciplina speciale, che il soggetto attivo di imposta debba essere soddisfatto in prededuzione rispetto agli altri creditori sul ricavato della vendita del bene soggetto ad imposizione fiscale, l’obbligo di denuncia e di pagamento della imposta anno per anno è sospeso in attesa della vendita di detto immobile; 3) una volta effettuata la vendita ed incassato il prezzo, la imposta complessiva dovuta per l’intero periodo è prelevata dal curatore sull’ammontare del ricavato; 4) entro tre mesi dall’incasso, lo stesso curatore è tenuto sia a presentare la denuncia che a versare la imposta complessiva dovuta al Comune.

Su tali premesse, è ovvio che, ove il fallimento sia chiuso per un motivo che renda superflua la vendita del bene, il quale torna nel possesso del fallito, l’obbligazione tributaria maturata durante la pendenza della procedura mai venuta meno, è posta a carico del soggetto già fallito e tornato in bonis il quale è tenuto sia alla denuncia che al pagamento dei ratei annuali di imposta relativi a detto periodo (cfr., ex multis, Cass. sentenza n. 15478 del 2010). Ne deriva, da un lato, che né il curatore, né il fallito sono tenuti alla denuncia in pendenza di procedura prima di detto termine, e che per lo stesso periodo non maturano interessi, in quanto la legge fa esclusivo riferimento per la determinazione del dovuto da prelevarsi dal prezzo, al “complessivo ammontare” dell’imposta, senza menzione di interessi (che d’altro canto non possono decorrere in assenza di esigibilità del credito). Ne consegue che per il periodo considerato nell’avvis. di accertamento, in cui era pendente la procedura, non sono dovute sanzioni né interessi, per carenza dei relativi presupposti.

 

La redazione PERK SOLUTION

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