La corresponsione dei compensi riguarda tutti i componenti delle commissioni di concorso, a prescindere dall’appartenenza o meno degli stessi ai ruoli dell’amministrazione che bandisce in concorso. I suddetti compensi potranno essere applicati a seguito di apposito atto di recepimento di quanto previsto dal DPCM 245 aprile 2020. È la risposta fornita dal Dipartimento della Funzione Pubblica ad una richiesta di parere relativamente ai compensi spettanti ai membri interni delle commissioni di concorso, ai sensi dell’art. 3 della legge 19 giugno 2019, n. 56. Al riguardo, il comma 14 dell’articolo su richiamato, stabilisce che “Fermo restando il limite di cui all’articolo 23-ter del decreto- legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, la disciplina di cui all’articolo 24, comma 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, non si applica ai compensi dovuti al personale dirigenziale per l’attività di presidente o di membro della commissione esaminatrice di un concorso pubblico per l’accesso a un pubblico impiego e della Commissione per l’attuazione del progetto di riqualificazione delle pubbliche amministrazioni (RIPAM)”. Alla luce della formulazione letterale della norma, il Dipartimento ritiene che la stessa trovi applicazione a prescindere dall’appartenenza o meno dei dirigenti ai ruoli dell’amministrazione che bandisce il concorso, con la conseguenza che anche rispetto ai compensi corrisposti a tali ultimi dirigenti non si applica la disciplina di cui all’art. 24, comma 3 del D.lgs. n. 165/2021. Del resto, una diversa lettura in senso restrittivo determinerebbe profili di disparità di trattamento tra i dipendenti di ruoli dell’amministrazione che bandisce la procedura concorsuale e i dirigenti esterni a fronte della norma contenuta nel precedente comma 13, che qualifica gli incarichi in argomento come attività di servizio a tutti gli effetti, qualunque sia l’amministrazione che li ha conferiti.