ANCI, Registrato decreto riparto risorse per mobility manager. Scadenza domanda il 17 dicembre

Anci rende noto che è stato registrato il Decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il Ministro della Transizione Ecologica ed il Ministro dell’ Istruzione n. 436 del 5 novembre 2021, che ripartisce i 50 Milioni di Euro per le attività di mobility management e le iniziative messe in campo da aziende e istituti scolastici con i Piani di Spostamento Casa scuola Casa lavoro. La comunicazione ai Comuni beneficiari delle risorse è arrivata oggi 2 dicembre, pertanto i Comuni hanno 15 giorni di tempo per presentare istanza di accesso alle risorse – ovvero entro il 17 dicembre 2021, utilizzando esclusivamente il seguente modello.
Per accedere alle risorse i Comuni devono avere nominato il Mobility Manager d’area secondo i criteri del Decreto 179/21.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

Pnrr: assegnate a Regioni ed Enti territoriali risorse per oltre 3,2mld

La Conferenza Unificata ha dato l’intesa agli schemi di decreto del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) relativi al riparto dei fondi e alle linee guida per il monitoraggio dei ponti.

Due miliardi di euro per potenziare le infrastrutture idriche e i sistemi di approvvigionamento, 630 milioni per migliorare i collegamenti delle Zone economiche speciali (Zes) e favorirne lo sviluppo, 600 milioni per realizzare delle piste ciclabili urbane e turistiche. È quanto prevedono gli schemi di decreto del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, che oggi hanno ricevuto l’intesa della Conferenza Unificata. Con i 3,2 miliardi previsti dai decreti concordati oggi il totale dei fondi di competenza Mims relativi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e al Piano Complementare assegnati ai soggetti attuatori sale a 56,8 miliardi (il 92,8%). Inoltre, la Conferenza Unificata ha dato parere favorevole sullo schema di decreto relativo alle linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti, che realizza una delle riforme di competenza del Mims previste dal Pnrr per la fine del 2021.

Di seguito l’oggetto degli schemi di decreti approvati dalla Conferenza Unificata.

Infrastrutture idriche – Lo schema di decreto riguarda gli investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico e assegna 2 miliardi di euro, di cui 900 milioni di fondi del Pnrr aggiuntivi e 1,1 miliardi di risorse a legislazione vigente per 124 interventi: il 40% degli investimenti è destinato alle Regioni del Mezzogiorno. Gli interventi previsti sono volti a migliorare la sicurezza dei sistemi di approvvigionamento a scopo idropotabile e irriguo e comprendono opere per completare le infrastrutture per la derivazione, l’accumulo e l’adduzione dell’acqua, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici. Le opere sono state definite dagli uffici del Mims insieme alle Autorità di Bacino Distrettuali e all’Autorità di regolazione per energia reti ambiente (Arera), tenendo conto della strategicità dell’intervento e del rispetto della tempistica prevista nel Pnrr (aggiudicazione dei lavori entro il 30 settembre 2023 e completamento delle attività entro il 31 marzo 2026).

Zone Economiche Speciali (Zes) – Lo schema di decreto, di concerto con il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, ripartisce 630 milioni di euro tra le Zone economiche speciali (Zes) per realizzare interventi volti a favorire la competitività e lo sviluppo economico di tali aree. In particolare, si prevede la realizzazione dell’ultimo miglio ferroviario o stradale per rendere più efficienti i collegamenti tra le aree portuali e industriali e la rete di trasporto principale; la digitalizzazione e il potenziamento della logistica; lavori di efficientamento energetico e ambientale nelle aree retroportuali e in quelle industriali appartenenti alle Zes; il potenziamento della resilienza e della sicurezza dell’infrastruttura per l’accesso ai porti. Per rispettare i termini previsti dal Pnrr, l’inizio dei lavori avverrà entro il 31 dicembre 2023 e la loro conclusione entro il 30 giugno 2026. In particolare, alla Zes Abruzzo sono stati assegnati 62,9 milioni di euro, alla Zes Campania 136 milioni, alla Zes Adriatica 83 milioni, alla Zes Ionica 108,1 milioni, alla Zes Calabria 111,7 milioni, alla Zes Sicilia orientale 61,4 milioni, alla Zes Sicilia Occidentale 56,8 milioni. Alla Zes Sardegna, di imminente istituzione, vengono assegnati 10 milioni di euro. Nel decreto si evidenzia che i soggetti attuatori (Anas, Rfi, le Autorità di Sistema Portuale) e i commissari straordinari di ogni Zes devono inviare agli uffici competenti del Mims l’analisi ambientale delle opere secondo il principio di ‘non arrecare danni significativi all’ambiente’ e comunicare le iniziative che intendono adottare per favorire l’inclusione di giovani e donne nella progettazione e nella realizzazione degli interventi.

Piste ciclabili urbane – Lo schema di decreto specifica le modalità di utilizzo di 150 milioni di euro previsti dal Pnrr per il rafforzamento della mobilità ciclistica. La cifra si aggiunge ai 50 milioni stanziati per progetti già in corso. Le risorse, il 50% delle quali è destinato al Mezzogiorno, andranno alle 45 città con popolazione superiore ai 50.000 abitanti e sedi di università con oltre 5.000 studenti iscritti. Le risorse dovranno essere impiegate per la realizzazione di almeno 565 chilometri aggiuntivi di piste ciclabili urbane e metropolitane che collegano le stazioni ferroviarie agli atenei. I Comuni dovranno realizzare almeno 200 chilometri aggiuntivi di piste ciclabili entro il 31 dicembre 2023 e ulteriori 365 chilometri entro il 30 giugno 2026, pena la decadenza del finanziamento. Per accedere al finanziamento, i Comuni devono inviare la propria manifestazione di interesse alla Direzione generale per il trasporto pubblico locale e regionale e la mobilità sostenibili del Mims entro 20 giorni dalla registrazione del decreto.

Piste ciclabili turistiche – Per lo sviluppo delle ciclovie turistiche lo schema di decreto del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, emanato di concerto con il Ministro della Cultura e con il Ministro del Turismo. assegna alle Regioni e alla Provincia Autonoma di Trento 400 milioni per gli anni dal 2021 al 2026, di cui 150 milioni di fondi statali a legislazione vigente e 250 milioni di finanziamenti europei. I fondi, che per il 50% vengono assegnati ai territori del Sud, sono destinati alla realizzazione, entro giugno 2026, di 1.235 chilometri aggiuntivi di ciclovie turistiche. In particolare, 51 milioni vengono assegnati alla ciclovia Vento (Venezia-Torino), 22,5 milioni alla ciclovia Sole (Verona-Firenze), 14 milioni alla ciclovia Grab (Grande Raccordo Anulare delle biciclette di Roma), 39,5 milioni alla ciclovia dell’Acquedotto pugliese (da Caposele in provincia di Avellino a Santa Maria di Leuca in provincia di Lecce attraverso la Campania, la Basilicata e la Puglia), 74 milioni a quella Adriatica, 44,5 milioni alla Tirrenica, 30 milioni alla ciclovia del Garda, 33 milioni alla ciclovia della Sardegna, 61,5 milioni alla ciclovia Magna Grecia (Basilicata-Calabria-Sicilia) e 30 milioni alla ciclovia Trieste-Lignano-Sabbiadoro-Venezia.

Sicurezza e monitoraggio ponti – Lo schema di decreto modifica le linee guida emanate nel passato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per la classificazione, la gestione del rischio e il monitoraggio di ponti, viadotti e cavalcavia lungo le strade statali e autostrade gestite da Anas Spa o da concessionari e le estende alle strade gestite da Regioni, Province e Comuni. In questo modo ponti, viadotti e cavalcavia presenti su tutto il territorio nazionale avranno una omogeneità di classificazione, gestione del rischio e di valutazione della sicurezza. Il decreto fissa anche i termini per effettuare le attività di verifica. Ferme restando le responsabilità sulla sicurezza attribuite ai gestori, il provvedimento prevede la possibilità per Regioni, Province e Comuni, che spesso non hanno in organico personale tecnico e professionisti per effettuare le nuove attività di controllo e analisi dei rischi, di avviare programmi di formazione per gli operatori del settore.

Tabella con le risorse per le ciclovie turistiche

Tabella con la ripartizione delle risorse per le ZES – Zone Economiche Speciali

Accordo ANAC-MITE per il monitoraggio sull’applicazione dei criteri ambientali minimi

È stato rinnovato dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e dal presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia l’accordo di collaborazione di durata triennale per confermare e rilanciare l’attività di monitoraggio sugli obblighi stabiliti dal Codice dei contratti pubblici per introdurre i Criteri Ambientali Minimi nella documentazione progettuale e di gara e così facilitare l’adempimento attribuito all’Autorità.

Al fine di fornire ausilio alle stazioni appaltanti e garantire uniformità di indirizzi, l’accordo prevede, oltre all’attività di monitoraggio e vigilanza, anche una collaborazione nell’ambito dell’attività regolatoria e di indirizzo attraverso la condivisione di atti di indirizzo, linee guida, clausole-tipo per bandi e capitolati e atti simili, necessari per attuare le norme in materia di sostenibilità ambientale degli acquisti pubblici, nonché nelle attività di formazione sul GPP e sui CAM.

L’attività più attesa è quella del monitoraggio, che dovrà ridurre al minimo gli oneri amministrativi a carico delle stazioni appaltanti e al contempo dovrà restituire dati affidabili e utili ai seguenti obiettivi:

  • stimare il valore aggregato delle basi d’asta e del valore dei contratti aggiudicati su ciascuna delle categorie di appalto oggetto dei CAM, al fine di avere una rappresentazione del potenziale effetto leva sui mercati di riferimento;
  • stimare i benefici ambientali, attraverso la rilevazione del livello di attuazione degli obblighi previsti dal Codice dei contratti pubblici legati all’introduzione dei CAM nella documentazione progettuale e di gara;
  • identificare attraverso i piani di vigilanza le criticità applicative dei CAM in determinati settori, che sono legate alla difficoltà di gestione delle prescrizioni del Codice, mirate a garantire la tutela della concorrenza e la par condicio;
  • programmare nuove attività formative per facilitare l’incontro tra domanda pubblica e offerta di prodotti conformi ai CAM e superare le criticità attuative delle norme in materia di sostenibilità ambientale, fondamentali e indispensabili per la transizione verso un sistema economico circolare a minori emissioni climalteranti e più efficiente nell’uso della materia e dell’energia.

“L’accordo per il monitoraggio degli obblighi relativi all’applicazione dei Criteri ambientali minimi – spiega il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani – garantisce trasparenza e rispetto delle regole nell’attuazione dei progetti del Pnrr, prerogative rese oggi ancor più necessarie dall’esigenza di realizzare in tempi stretti il Piano nazionale di ripresa e resilienza che avrà un impatto enorme sul funzionamento del nostro Paese”.
“Attraverso gli appalti pubblici, e le tipologie di contratti adottati, si possono determinare i cambiamenti ambientali del Paese. Occorre inserire nelle gare pubbliche criteri ecologici e di sostenibilità che portino ad un cambiamento della qualità della vita dei cittadini” – ha affermato il presidente Giuseppe Busia. “L’accordo di collaborazione fra l’Autorità Anticorruzione e il Ministero favorisce l’inserimento di clausole di sostenibilità ambientale negli acquisti pubblici e nella formulazione dei bandi delle gare. Inoltre – ha sottolineato Busia – stabilisce proficue attività di vigilanza nei casi di non adempimento. La buona amministrazione, premessa per una società della legalità, si avvale della cooperazione costante e proficua fra Anac e le pubbliche amministrazioni, fra l’Autorità e i ministeri. Bene, quindi, questo accordo firmato con il ministro Cingolani”. Infine, ha aggiunto Busia, “Anac è garanzia a livello europeo di buona spesa dei fondi del Pnrr. Con il controllo digitale incrociato e preventivo di tutti gli appalti italiani del Next Generation Eu assicuriamo un controllo pieno sul flusso delle risorse e una spesa corretta. Anche in campo ambientale” (Fonte MITE).

Circolare Mims con istruzioni operative su compensazioni a imprese per variazione prezzi materiali

Sul sito del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili è stata pubblicata il 25 novembre, la Circolare relativa alle modalità operative per il calcolo e il pagamento della compensazione per la variazione dei prezzi dei materiali da costruzione più significativi di cui allo specifico decreto di rilevazione dei prezzi, recentemente emanato. La nota chiarisce le procedure da seguire per riconoscere le compensazioni alle imprese di costruzioni degli extra-costi dovuti al caro materiali e ricorda la prima scadenza del 9 dicembre per l’invio della richiesta delle imprese alle SA.

Viene evidenziato che la misura della «compensazione è determinata applicando alle quantità dei singoli materiali impiegati nelle lavorazioni eseguite e contabilizzate dal direttore dei lavori dal 1° gennaio 2021 fino al 30 giugno 2021 le variazioni in aumento o in diminuzione dei relativi prezzi» con riferimento alla data dell’offerta, «eccedenti l’otto per cento se riferite esclusivamente all’anno 2021 ed eccedenti il dieci per cento complessivo se riferite a più anni».

La circolare contiene anche alcuni esempi per il calcolo dell’ammontare della compensazione. L’istanza avanzata dall’impresa dovrà essere indirizzata al direttore dei lavori e contenere «l’indicazione dei materiali da costruzione per i quali con il decreto vengano rilevate variazioni dei prezzi, utilizzati nell’esecuzione dell’appalto». Il direttore dei lavori dovrà accertare le quantità del singolo materiale usate nell’appalto determinando l’ammontare della compensazione «sia per le opere contabilizzate a misura sia per quelle contabilizzate a corpo», presentandole poi al Responsabile del procedimento (RUP) della stazione appaltante.

E’ specificato che «La compensazione non è soggetta al ribasso d’asta ed è al netto delle eventuali compensazioni precedentemente accordate». Ricevuti i calcoli dal direttore dei lavori, il RUP verifica l’esistenza di somme a disposizione nel quadro economico dell’opera e dispone i pagamenti. In caso di mancanza di risorse, invece, il RUP potrà presentare istanza di accesso al Fondo di compensazione di 100 milioni istituito presso il MIMS secondo la procedura di cui al Dm 30.9.2021 (GU 258 del 28.10.21) inerente le modalità di utilizzo del fondo di compensazione.

Aree Sisma: via libera ai primi progetti del PNRR per 478 milioni di euro

Via libera, nel pieno rispetto dei tempi previsti, ai primi quattro progetti del Piano Nazionale di ripresa e resilienza per le aree colpite dai terremoti del 2009 e 2016, per un importo complessivo di 478 milioni di euro. L’intesa, dopo il riparto dei fondi Pnrr tra le due aree, è stata raggiunta dalla Cabina di Coordinamento presieduta dal Commissario alla ricostruzione post sisma 2016, Giovanni Legnini, e composta dal Capo del Dipartimento Casa Italia, Elisa Grande, il Capo della Struttura di Missione Aquila 2009, Carlo Presenti, i presidenti delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria e i sindaci dei territori interessati.
Il primo dei quattro progetti riguarda la rigenerazione urbana di borghi, paesi e città danneggiati dai terremoti, con uno stanziamento iniziale di 200 milioni di euro per i due crateri, che saranno successivamente integrati, per la riparazione dei danni inferti dal sisma, con 300 milioni per il 2009 con i fondi della Struttura di Missione, e con 400 milioni provenienti dalla contabilità speciale del Commissario per i territori colpiti dal sisma 2016.
Il secondo progetto approvato riguarda le infrastrutture stradali di rilievo nazionale che interessano le due aree, ed è dotato di risorse per 175 milioni di euro, con le quali viene finanziata la progettazione e parte dei lavori, affidando al Contratto di programma tra Ministero Infrastrutture ed Anas il finanziamento del fabbisogno residuo. Gli interventi riguardano le strade statali Salaria (Rieti-Sigillo), la Picente (Amatrice-L’Aquila), la Piceno Aprutina, la Pedemontana Teramo-Ascoli, la Tre Valli Umbre, la statale 78 (Amandola-Sarnano-Servigliano).
Altri 60 milioni sono destinati al recupero e alla rifunzionalizzazione degli alloggi temporanei realizzati a L’Aquila dopo il 2009 (Progetto Case), che verranno poi messi a disposizione dei volontari, dei docenti e del personale del Centro Nazionale del Servizio Civile Universale che sarà realizzato nella città, come previsto dall’ultima legge di Bilancio.
L’altro progetto avviato riguarda la riqualificazione delle stazioni ferroviarie di alcuni centri del cratere, con un finanziamento di 33,5 milioni di euro. Si tratta, in particolare, delle stazioni di Macerata, Ascoli Piceno, Fabriano, Tolentino, Tolentino Campus, Spoleto, Baiano, Teramo, L’Aquila, Antrodoco e Rieti.
Il Pnrr per le aree del sisma, finanziato dal Fondo complementare nazionale, è dotato di 1 miliardo e 780 milioni. I progetti approvati oggi ricadono tutti nella prima misura, dedicata a “Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi”, che ha una dotazione di poco più di un miliardo, e che dovranno essere definiti entro la fine del 2021. La seconda misura è finalizzata al rilancio economico e sociale con uno stanziamento di 700 milioni, gran parte dei quali destinati alle imprese.

Concessioni senza gara: illegittimo l’obbligo di affidare all’esterno i contratti di lavori, servizi e forniture

La previsione dell’obbligo, a carico dei titolari di concessioni affidate direttamente, di esternalizzare tutta l’attività oggetto della concessione – mediante appalto a terzi dell’80% dei contratti inerenti la concessione stessa e assegnazione del restante 20% a società in house o comunque controllate o collegate – costituisce «una misura irragionevole e sproporzionata rispetto al pur legittimo fine» di garantire l’apertura al mercato e alla concorrenza.
Lo ha stabilito la Corte costituzionale che, con la sentenza n. 218 depositata il 23 novembre 2021, ha dichiarato l’incostituzionalità dell’articolo 177 del Codice dei contratti pubblici e dell’articolo 1, comma 1, lettera iii), della relativa legge di delega, perché il perseguimento della finalità sopra detta incontra pur sempre il limite della ragionevolezza e della necessaria considerazione degli interessi dei soggetti coinvolti, a loro volta protetti dalla garanzia dell’articolo 41 della Costituzione.
La pronuncia ribadisce che il legislatore può intervenire a limitare la libertà d’impresa in funzione della tutela della concorrenza, nello specifico ponendo rimedio, attraverso gli obblighi di esternalizzazione, al vulnus derivante da passati affidamenti diretti, avvenuti al di fuori delle regole del mercato. Tuttavia, la libertà d’impresa non può subire, nemmeno in ragione del doveroso obiettivo di piena realizzazione dei principi della concorrenza, interventi che ne determinino un radicale svuotamento, come avverrebbe sacrificando completamente la facoltà dell’imprenditore di compiere le scelte organizzative tipiche della stessa attività imprenditoriale.
La Corte ha ritenuto che il legislatore, stabilendo un obbligo particolarmente incisivo e ampio, abbia omesso di considerare non solo l’interesse dei concessionari ma anche quelli dei concedenti, degli eventuali utenti del servizio e del personale occupato nell’impresa. Interessi, tutti, che per quanto comprimibili nel bilanciamento con altri ritenuti meritevoli di protezione da parte del legislatore, non possono essere tuttavia completamente ignorati.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

Opere pubbliche: pubblicato in GU il decreto sull’aumento del costo dei principali materiali da costruzione

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto (V. allegato) del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili che rileva l’aumento dei prezzi dei principali materiali da costruzione registrato nel primo semestre del 2021 rispetto alla media dei prezzi del 2020. Le variazioni, elaborate dai competenti uffici del Mims, contenute nella tabella allegata, sono state approvate a maggioranza dalla ‘Commissione consultiva centrale per il rilevamento del costo dei materiali da costruzione’ composta da rappresentanti del Ministero, delle stazioni appaltanti e degli operatori di settore.

Sulla base del decreto, gli operatori economici titolari di contratti pubblici potranno chiedere alle stazioni appaltanti la compensazione per i maggiori costi sostenuti a seguito degli aumenti, indicando la quantità dei materiali impiegati. Le stazioni appaltanti dovranno provvedere al pagamento dei relativi oneri e qualora dovessero dichiarare di non disporre delle risorse sufficienti potranno usufruire dell’apposito Fondo costituito presso il Mims con una dotazione di 100 milioni di euro.

La maggiore variazione di prezzo riguarda l’acciaio, con un aumento che supera il 40%. Per alcuni materiali, come le lamiere in acciaio di qualsiasi spessore lisce, piane e striate e per i nastri in acciaio per manufatti o barriere stradali, l’aumento arriva rispettivamente al 59,37% e al 76,43%. In forte aumento anche il costo del legno e del rame.

Appalti pubblici: il “subappalto necessario” si applica anche quando non è espressamente previsto dalla lex specialis

In tema di procedure per l’affidamento di contratti pubblici, l’istituto del “subappalto necessario” trova applicazione anche nel silenzio del bando di gara, essendo previsto e disciplinato dalla legge. Il TAR Calabria, Reggio Calabria, con sentenza 15 novembre 2021, n. 878, ha chiarito che il subappalto necessario o qualificante consente di partecipare a gare per l’affidamento di lavori pubblici anche a concorrenti privi delle qualificazioni relative a parte delle lavorazioni, che i predetti prevedono di affidare ad imprese in possesso delle qualificazioni richieste. L’istituto persegue l’obiettivo dell’apertura del mercato dei contratti pubblici alla concorrenza nella misura più ampia possibile, a vantaggio non soltanto degli operatori economici ma anche delle stesse amministrazioni aggiudicatrici, ed aveva trovato disciplina normativa nell’art. 109, d.P.R. n. 207 del 2010, poi abrogato e sostituito dall’art. 12, d.l. 28 marzo 2014, n. 47. Il citato art. 12, d.l. n. 47 del 2014 è stato, a propria volta, abrogato dall’art. 217 del Codice dei contratti, a decorrere dalla data di entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici, ma limitatamente ai commi 3, 5, 8, 9 e 11, per cui restano in vigore i primi due commi della norma in parola che disciplinano, appunto, le categorie riguardanti opere speciali suscettibili di “subappalto necessario” in favore di imprese in possesso delle relative qualificazioni.
La tesi della validità dell’istituto del subappalto necessario anche in costanza del nuovo Codice dei contratti è stata confermata da numerose pronunce amministrative, in cui si afferma che “tale tipo di subappalto, previsto in vigenza del d.lgs. n. 163/2006, non appare incompatibile con la nuova disciplina introdotta dal d.lgs. n. 50 del 2016” e che “restano in vigore i primi due commi (dell’art. 12, d.l. n. 47 del 2014) che disciplinano, appunto, le categorie riguardanti opere speciali suscettibili di <<subappalto necessario>> in favore di imprese in possesso delle relative qualificazioni” (Tar Piemonte, sez. II, 17 gennaio 2018, n. 94; Tar Napoli, sez. I, 1 marzo 2018, n. 1336).
Dalla lettura dei commi 1 e 2 dell’art. 12, d.l. n. 47 del 2014 emerge la regola generale in forza della quale l’impresa singola che sia qualificata nella categoria prevalente per l’importo totale dei lavori può eseguire tutte le lavorazioni oggetto di affidamento ove copra con la qualifica prevalente i requisiti non posseduti nelle scorporabili, con l’eccezione delle lavorazioni indicate alla lettera b) della norma citata e cioè delle categorie cosiddette a qualificazione obbligatoria, che non potendo essere eseguite direttamente dall’affidatario, qualificato solo per la categoria prevalente, “sono comunque subappaltabili” ad imprese munite delle specifiche attestazioni.
​​​​​​​A parere del Tar rimane valida la ricostruzione dell’istituto operata dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con la sentenza n. 9 del 2 novembre 2015 e che possono così essere sintetizzate: per la partecipazione alla gara è sufficiente il possesso della qualificazione nella categoria prevalente per l’importo totale dei lavori e non è, quindi, necessaria anche la qualificazione nelle categorie scorporabili; le lavorazioni relative alle opere scorporabili nelle categorie individuate non possono essere eseguite direttamente dall’affidatario, se sprovvisto della relativa qualificazione (trattandosi, appunto, di opere a qualificazione necessaria); il concorrente deve subappaltare l’esecuzione di queste ultime lavorazioni ad imprese provviste della pertinente qualificazione; la validità e l’efficacia del subappalto postula, quali condizioni indefettibili, che il concorrente abbia indicato nella fase dell’offerta le lavorazioni che intende subappaltare. “Si tratta come si vede di un apparato regolativo compiuto, coerente, logico e, soprattutto, privo di aporie, antinomie o lacune…Ora, a fronte di un sistema di regole chiaro e univoco, quale quello appena esaminato, restano precluse opzioni ermeneutiche additive, analogiche, sistematiche o estensive, che si risolverebbero, a ben vedere, nell’enucleazione di una regola non scritta…che (quella sì) configgerebbe con il dato testuale della disposizione legislativa dedicata alla definizione delle condizioni di validità del subappalto…e che, nella catalogazione (esauriente e tassativa) delle stesse, non la contempla.” (Ad. Plen 2 novembre 2015, n. 9).

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

Pnrr: Mobility as a Service, aperto l’Avviso Pubblico per individuare tre progetti pilota di cui uno al Sud

E’ online sul sito del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale (Mitd) l’Avviso pubblico per individuare i tre progetti pilota, da realizzare in altrettante città metropolitane di cui una al Sud, per sperimentare ‘Mobility as a Service’ (MaaS) la nuova modalità di trasporto integrato prevista nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Da oggi e fino al 10 gennaio 2022 possono presentare proposte progettuali le 13 città metropolitane che sono state ammesse a seguito della Manifestazione di interesse che si è conclusa il 29 ottobre scorso. Si tratta di: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia.

Per l’attuazione del servizio innovativo e tecnologico sono impegnati il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dtd) e il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims).

‘Mobility as a Service’ è un’iniziativa volta a realizzare un sistema di mobilità sostenibile, che prevede l’integrazione di diverse modalità di trasporto attraverso un unico canale digitale, agevolando gli spostamenti soprattutto nei centri urbani.

Pnrr: il Ministro delle infrastrutture fa il punto in una audizione in Commissione bilancio alla Camera

I 61,3 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e del Piano complementare di competenza del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili entro l’anno saranno tutti assegnati agli enti attuatori. Ad oggi il riparto delle risorse, dopo gli accordi con le Regioni e gli enti locali, riguarda 53,2 miliardi pari all’86,7% della cifra complessiva. Il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, in una audizione in Commissione bilancio alla Camera, ha illustrato lo stato del processo di attuazione del Pnrr e ha annunciato l’avvio di una piattaforma di monitoraggio, in via di definizione, per seguire i singoli progetti attinenti al Mims, con lo stato di avanzamento costantemente aggiornato e schede di dettaglio.

Di grande rilievo, ai fini dell’attuazione del Pnrr, sono le riforme previste nel Piano stesso. Complessivamente il Mims è tenuto a realizzare dieci riforme. Delle cinque previste come obiettivo per l’anno in corso, tre sono già state approvate e per due sono in via di definizione atti amministrativi per completarle. Delle quattro riforme previste per il 2022, due sono già state anticipatamente realizzate e per le altre due è in corso la fase istruttoria. Particolarmente significativa è la riforma approvata per snellire l’iter di approvazione del Contratto di Programma tra Mims e Rfi che consentirà di ridurre i tempi di approvazione dagli attuali 24 mesi a circa 8 mesi.

Le slide di presentazione