Sussiste il diritto dei consiglieri comunali e provinciali di ottenere dagli uffici dell’Ente, nonché dalle aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato. È riconosciuto, altresì, il diritto dei consiglieri ad accedere da remoto al protocollo informatico ed al sistema informatico contabile dell’ente, in relazione ai soli dati di sintesi ricavabili dalla consultazione telematica del protocollo, non potendo essere esteso al contenuto della documentazione, la cui acquisizione rimane soggetta alle ordinarie regole in materia di accesso. È quanto ribadito dal Ministero dell’Interno (parere del 28 luglio 2021), in riscontro ad un quesito formulato da un segretario comunale, in merito alla possibilità dei consiglieri di accedere da remoto al protocollo informatico ed al sistema di contabilità dell’ente, ai sensi dell’art. 43 del TUEL. Il Ministero, nel richiamare la giurisprudenza amministrativa, ribadisce che il diritto di accesso del consigliere è sottoposto alla regola del ragionevole bilanciamento propria dei rapporti tra diritti fondamentali; se da un lato è vero che il diritto di accesso di un consigliere comunale è più ampio per il proprio mandato politico-amministrativo, rispetto all’accesso agli atti amministrativi previsto dall’art. 7 della legge n. 241/1990, è altrettanto vero che tale estensione non implica che esso possa sempre e comunque esercitarsi con pregiudizio di altri interessi riconosciuti dall’ordinamento meritevoli di tutela, e dunque possa sottrarsi al necessario bilanciamento con quest’ultimi.