Tra la metà e la fine di ottobre tutti i dipendenti pubblici torneranno a lavorare in presenza. Lo prevede la bozza del decreto per il rientro dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni predisposta dal ministro della Pa per il superamento dell’utilizzo del lavoro agile emergenziale. Le amministrazioni dovranno assicurare da subito la presenza in servizio del personale preposto alle attività di sportello e di ricevimento degli utenti (front office) e dei settori preposti alla erogazione di servizi all’utenza (back office), anche attraverso la flessibilità degli orari di sportello e di ricevimento dell’utenza. Per evitare che il personale che accede alla sede di servizio si concentri nella stessa fascia oraria, vanno individuate, anche in relazione alla situazione del proprio ambito territoriale e tenuto conto delle condizioni del trasporto pubblico locale, fasce temporali di flessibilità oraria in entrata e in uscita ulteriori rispetto a quelle già adottate, anche in deroga alle modalità previste dai contratti collettivi e nel rispetto del sistema di partecipazione sindacale.
A decorrere dal 15 ottobre, il lavoro agile non è più una modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa. Nelle more della definizione dei contratti e dell’attuazione da parte delle amministrazioni del Piano integrato di attività e di organizzazione (PIAO), che dovrà essere presentato entro il 31 gennaio 2022, l’accesso a tale modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, potrà essere autorizzato nel rispetto delle seguenti otto condizioni:
1. lo svolgimento della prestazione di lavoro in modalità agile non deve in alcun modo pregiudicare o ridurre la fruizione dei servizi resi;
2. garantire un’adeguata rotazione del personale che può prestare lavoro in modalità agile;
3. dotarsi di una piattaforma digitale o di un cloud o comunque di strumenti tecnologici idonei a garantire la più assoluta riservatezza dei dati e delle informazioni che vengono trattate dal lavoratore nello svolgimento della prestazione in modalità agile;
4. prevedere un piano di smaltimento del lavoro arretrato;
5. fornire al personale dipendente apparati digitali e tecnologici adeguati alla prestazione di lavoro richiesta;
6. l’accordo individuale per il lavoro agile deve definire obiettivi, modalità e tempi di esecuzione e disconnessione, fasce di contattabilità e criteri di misurazione della prestazione;
7. assicurare il prevalente svolgimento in presenza della prestazione lavorativa dei soggetti titolari di funzioni di coordinamento e controllo dei dirigenti e dei responsabili dei procedimenti amministrativi;
8. prevedere, dove le misure di carattere sanitario lo richiedano, la rotazione del personale impiegato in presenza.
Ogni amministrazione dovrà provvedere alla attuazione delle misure previste nel decreto attraverso i dirigenti di livello non generale, responsabili di un ufficio o servizio comunque denominato e, ove non presenti, attraverso la figura dirigenziale generale sovraordinata. Negli enti in cui non siano presenti figure dirigenziali, il riferimento è da intendersi a una figura apicale individuata in coerenza con i relativi ordinamenti.
Inoltre, per agevolare gli spostamenti dei dipendenti pubblici, anche con modalità sostenibili, i mobility manager aziendali delle pubbliche amministrazioni elaborano i piani degli spostamenti casa-lavoro (Pscl), tenendo conto dell’ampliamento delle fasce di ingresso e uscita dalle sedi di lavoro.
Autore: La redazione PERK SOLUTION