Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CNDCEC) raccomanda ai revisori di non accettare incarichi che prevedono compensi manifestamente inadeguati e iniqui, con invito a segnalare al Consiglio nazionale, per il tramite degli Ordini di appartenenza, offerte di compensi al di sotto del limite massimo della fascia demografica immediatamente inferiore (e per i revisori dei Comuni con meno di 500 abitanti e delle Province e Città Metropolitane sino a 400mila abitanti, al di sotto dell’80% del compenso base annuo lordo stabilito per la fascia di appartenenza).
Sono le raccomandazioni formulate dal CNDCEC per contrastare la proliferazione di episodi caratterizzati dalla proposta di compensi manifestamente e obiettivamente inadeguati a fronte dell’attività di revisione economico finanziaria negli enti locali, in quanto inferiori al livello minimo idoneo a consentirne la compatibilità con il principio del cd. equo compenso. Il documento ricorda come la disciplina in vigore non fissa espressamente un limite minimo, esponendo quindi il revisore a offerte di remunerazione, da parte dell’ente locale, in misura oggettivamente incongrua rispetto alla delicatezza della funzione di revisione. Pur in assenza di un obbligo di legge che lo vincoli a non scendere al di sotto di un determinato limite, l’accettazione di un compenso irrisorio, o comunque inadeguato, espone il revisore a ripercussioni sul piano deontologico: l’assunzione dell’incarico sostanzialmente in perdita compromette infatti la tutela del decoro professionale e svilisce a livello economico la prestazione resa dal revisore, a detrimento dell’intera Professione.