Anci ha pubblicato la prima nota riepilogativa Anci sulle misure previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) in materia di istruzione.
Il Ministero dell’Istruzione ha emanato il decreto “per la definizione dei criteri di riparto, su base regionale, delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e delle modalità di individuazione degli interventi di edilizia scolastica”, che è in registrazione alla Corte dei Conti, e sta procedendo alla pubblicazione degli avvisi e relativi allegati .
Si tratta di risorse importanti, per un investimento complessivo pari a 5,2 mld, assegnate direttamente agli enti locali, per misure strategiche finalizzate alla riqualificazione del patrimonio scolastico e realizzazione di scuole innovative ed efficienti; alla riduzione del Gap nei servizi educativi e per l’incremento dei posti disponibili; per l’estensione del tempo pieno e della pratica sportiva nelle scuole attraverso il potenziamento di mense e palestre scolastiche. Importante il lavoro svolto dall’Anci con il Ministero dell’Istruzione per ridurre i passaggi e snellire le procedure, attraverso l’erogazione diretta delle risorse agli enti locali con l’emanazione da parte del ministero dell’istruzione di bandi nazionali rivolti a Comuni, Città Metropolitane e Province, enti proprietari degli edifici scolastici e diretti attuatori degli interventi.
Anci, Approvato in Unificata il Dpcm che predispone il Piano per la riqualificazione dei Piccoli Comuni
Anci rende noto che è stato approvato, nel corso della Conferenza Unificata del 2 dicembre, il Dpcm che predispone il Piano Nazionale per la Riqualificazione dei Piccoli Comuni (PNRPC) che assicura priorità agli interventi previsti dall’art. 3 della legge 158/17, la legge “Realacci” sui piccoli Comuni.
Si tratta del secondo passaggio (DPCM) attuativo dell’iter della legge che porterà all’utilizzo dei fondi previsti – complessivamente 160 milioni di euro per gli anni 2017-2023.
Prossimi step, entro 90 giorni dalla pubblicazione in GU del DPCM la Presidenza del Consiglio dei Ministri definirà i bandi pubblici con i termini di presentazione delle domande di inserimento nel Piano ed i criteri di selezione dei progetti.
Il decreto disciplina la predisposizione del PNRPC, finalizzandolo alla tutela dell’ambiente e dei beni culturali, alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla salvaguardia e alla riqualificazione urbana dei centri storici, alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici nonché alla promozione dello sviluppo economico e sociale e all’insediamento di nuove attività produttive, ai fini dell’utilizzo delle risorse del Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni (di cui all’articolo 3, comma 1, della Legge 6 ottobre 2017, n. 158.)
Stante la complessità attuativa della legge 158/17 Anci ha raccomandato una tempistica per quanto possibile abbreviata per i successivi passaggi attuativi previsti nonché la possibilità di accedere da parte dei Comuni ad indicazioni procedurali/Faq da rendere disponibili sui siti delle competenti amministrazioni centrali. Ciò anche in considerazione della particolare tipologia di Comuni interessati (fonti ANCI).
PNRR, MiTE: Al via investimento su forestazione
Realizzazione di boschi nelle aree vaste delle 14 città metropolitane: con la firma del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani prende definitivamente il via l’investimento M2C4-3.1 del Pnrr “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”, che prevede appunto un piano di forestazione.
Per l’investimento sono previste risorse pari a 330 milioni di euro ed è inserito nella Missione 2 – Componente 4, Linea di intervento 3 “Salvaguardare la qualità dell’aria e la biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine”.
È stato così raggiunto il primo significativo traguardo (milestone) dell’investimento, la cui scadenza era fissata al 31 dicembre.
Saranno messi a dimora 6,6 milioni di alberi su una superficie di 6.600 ettari, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini: polmoni verdi nelle aree urbane che consentiranno quindi di avere alleati nella lotta contro l’inquinamento atmosferico, l’impatto dei cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità.
Si consolideranno e si rafforzeranno così in modo sostanziale le attività di forestazione urbana finanziate dal MiTE per gli anni 2020-2021 con la legge 12 dicembre 2019, n. 141 (cd. legge clima) ,che le Città metropolitane stanno portando avanti.
Il Piano di forestazione fissa obiettivi specifici:
– preservare e valorizzare la biodiversità diffusa in linea con la strategia europea per la biodiversità;
– contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico nelle aree metropolitane;
– contribuire alla riduzione del numero delle procedure di infrazione in materia di qualità dell’aria;
– recuperare i paesaggi antropici e migliorare le aree protette presenti nelle immediate vicinanze delle aree metropolitane;
– arginare il consumo di suolo e ripristinare i suoli utili.
Il prossimo step è raggiungere il primo target operativo che prevede per il 31 dicembre 2022 la messa a dimora di 1.650.000 alberi, un obiettivo indubbiamente ambizioso che vedrà il massimo impegno del Ministero con il supporto di ISPRA, dell’Arma dei Carabinieri – Comando unità forestali ambientali e agroalimentari (CUFA), dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) e del Centro Interuniversitario di Ricerca “Biodiversità, Servizi Ecosistemici e Sostenibilità” (CIRBISES).
Ruolo da protagoniste per le Città Metropolitane, soggetti attuatori dell’Investimento e che per partecipare dovranno rispondere a un avviso per manifestazione d’interesse di prossima pubblicazione. I progetti che le città Metropolitane presenteranno alla valutazione del MiTE dovranno seguire le indicazioni, i criteri e i requisiti previsti dal “Piano di forestazione” che costituisce il quadro di riferimento tecnico-scientifico a livello nazionale
Enti sciolti per mafia, rimborso ai Comuni delle spese sostenute per il funzionamento della commissione straordinaria
Com’è noto, la legge 27 dicembre 2006, n.296, ha previsto all’art. 1, comma 704, che, a decorrere dall’anno 2007, gli oneri relativi alle commissioni straordinarie di cui all’articolo 144 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267, Testo Unico sull’Ordinamento degli Enti Locali, sono posti a carico dello Stato, che provvede al rimborso a favore degli enti locali previa presentazione della relativa richiesta.
Al riguardo, la Direzione centrale della Finanza Locale rende noto che con decreto dirigenziale del 24 novembre 2021, è stato disposto a favore degli enti che hanno trasmesso l’apposita certificazione, il pagamento, a rimborso, della spesa sostenuta per il funzionamento della commissione straordinaria. Il rimborso in esame ha riguardato il saldo e/o acconto per l’anno 2021 nonché il saldo per gli anni 2019 e 2020.
Entro il prossimo 31 marzo 2022 tutti gli enti dovranno produrre una certificazione (allegato mod. B) a consuntivo delle spese sostenute nell’anno 2021. Sono tenuti a presentare il rendiconto delle spese sostenute, tramite invio della predetta certificazione anche gli enti in cui la gestione commissariale è terminata nel corso dell’anno 2019 e 2020 e risultano, ad oggi, ancora inadempienti. La mancata presentazione del certificato di rendiconto delle spese, comporta l’obbligo di restituzione delle somme già introitate.
Gli enti, la cui gestione commissariale si protrarrà anche per l’anno 2022, entro la medesima data del 31 marzo 2022 possono trasmettere la certificazione (allegato mod. A), nella quale indicare espressamente la previsione dell’intero fabbisogno finanziario per l’esercizio 2022. L’acquisizione della predetta certificazione consentirà alla Direzione Centrale per la Finanza Locale di procedere, entro il mese di aprile 2022, ad un pagamento in acconto sulle spese da sostenere per la commissione straordinaria. La certificazione e le varie comunicazioni devono essere trasmesse a mezzo PEC all’indirizzo finanzalocale.prot@pec.interno.it.
Al fine della certificazione degli oneri sostenuti per la commissione straordinaria, la Direzione centrale riporta il parere ultimo espresso dalla Direzione Centrale per le Autonomie, in occasione di apposito quesito formulato da un altro ente locale, in riferimento alla durata della Commissione straordinaria:
“… che il sindaco neo eletto assume tutti i poteri e le funzioni inerenti alla carica sin dal momento della proclamazione e conseguentemente si ritiene inammissibile la permanenza in capo alla commissione straordinaria dei poteri deliberativi sugli atti dì competenza della giunta. Si osserva, altresì, che l’avvenuto svolgimento delle consultazioni elettorali deve intendersi evento preclusivo dell’attività deliberativa della commissione riferita alla competenza consiliare, anche nel caso in cui la non ancora intervenuta proclamazione della elezione del consiglio comunale determina una condizione di temporanea carenza dell’organo assembleare. Solamente nel caso assolutamente eccezionale di atti per la cui adozione la legge fissi termini improrogabili e dalla cui omessa adozione nei termini conseguano rilevanti danni per l’ente locale, è ipotizzabile un intervento dei commissari volto a garantirne transitoriamente la persistente funzionalità nel periodo di transizione verso la nuova amministrazione …”.
Da ultimo, la Direzione rammenta che ai sensi dell’art. 1, comma 704, della legge n.296 del 2006, gli importi rimborsati devono essere destinati dagli enti locali a spese di investimento.
Allegati:
Modello A – anno 2022
Modello B – anno 2019
Modello B – anno 2020
Modello B – anno 2021
Pnrr, presentati i primi bandi per il settore Istruzione: 5,2 miliardi per asili, scuole nuove, mense, palestre, manutenzione straordinaria
Oltre cinque miliardi (5,2) per la realizzazione e messa in sicurezza di asili nido e scuole per l’infanzia, per la costruzione di scuole innovative, per l’incremento di mense e palestre, per la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico. Sono le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentate dal Ministro dell’Istruzione. Un pacchetto di interventi che mette subito a disposizione un terzo dei fondi complessivi previsti nel PNRR per il sistema di Istruzione che ammontano, in tutto, a 17,59 miliardi.
Sono stati presentati quattro avvisi pubblici e il Piano di riparto alle Regioni di risorse per la messa in sicurezza delle scuole per un totale di 5,2 miliardi.
In particolare, sono previsti:
· 3 miliardi di euro per il Piano per gli asili nido e le Scuole dell’infanzia: l’obiettivo è ridurre il divario esistente nei servizi educativi per la prima infanzia e potenziarli su tutto il territorio nella fascia di età 0-6 anni. I 3 miliardi saranno così divisi: 2,4 miliardi per la fascia 0-2 anni (il 55,29% di queste risorse andrà al Mezzogiorno) e 600 mln per la fascia 3-5 (40% al Mezzogiorno). Si tratta della seconda tranche di uno stanziamento complessivo di 4,6 miliardi previsti nel PNRR per questo capitolo, grazie ai quali si realizzeranno complessivamente 1.800 interventi di edilizia scolastica e saranno creati 264.480 nuovi posti per accogliere bambine e bambini, migliorando il servizio offerto alle famiglie a supporto, anche, dell’occupazione femminile.
· 800 milioni di euro per il Piano di costruzione di 195 nuove scuole che sostituiranno vecchi edifici (il 40% delle risorse andrà al Mezzogiorno). Si tratterà di scuole innovative dal punto di vista architettonico e strutturale, altamente sostenibili e con il massimo dell’efficienza energetica, inclusive e in grado di garantire una didattica basata su metodologie innovative e su una piena fruibilità degli ambienti didattici. Una volta individuate le aree per la costruzione delle scuole, il Ministero dell’Istruzione bandirà un concorso di progettazione.
· 400 milioni di euro per il potenziamento del tempo pieno attraverso l’incremento delle mense scolastiche (il 57,68% delle risorse andrà al Mezzogiorno). Lo stanziamento consentirà di realizzare circa mille interventi, costruendo nuovi spazi o riqualificando quelli esistenti.
· 300 milioni di euro (il 54,29% delle risorse andrà al Mezzogiorno) per aumentare l’offerta di attività sportive attraverso la costruzione di palestre o la riqualificazione di quelle esistenti, per un totale di 230.400 metri quadrati da realizzare o riqualificare.
· 710 milioni di euro per il Piano di messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole (il 40% delle risorse andrà al Mezzogiorno): le Regioni individuano gli Enti da ammettere a finanziamento sulla base delle programmazioni regionali per garantire la messa in sicurezza e la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico esistente.
In occasione della presentazione dei 5,2 miliardi per l’edilizia scolastica, il Ministro Bianchi ha anche lanciato il sito del PNRR per l’Istruzione, un portale unico che consentirà al mondo scuola, agli stakeholder, agli Enti locali, ai cittadini, di trovare, dati, informazioni, schede sintetiche, avvisi pubblici e anche di verificare lo stato di avanzamento di lavori e investimenti anche attraverso il racconto delle scuole coinvolte.
Il Ministro Patrizio Bianchi ha firmato il decreto per la definizione dei criteri di riparto, su base regionale, delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e delle modalità di individuazione degli interventi di edilizia scolastica.
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Autore: La redazione PERK SOLUTION
Via libera della Conferenza Unificata al Piao
Via libera della Conferenza Unificata al decreto del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, con cui si definisce il contenuto del PIAO (modello), il Piano integrato di attività e organizzazione, previsto dall’articolo 6, comma 6, del decreto legge n. 80/2021, convertito dalla legge 6 agosto 2021, n. 113.
Nel corso della riunione, è stata accolta la richiesta di Regioni, Anci e Upi di posticipare la scadenza del 31 gennaio 2022 come termine ultimo per l’adozione dei Piao da parte delle amministrazioni. Nel frattempo, è già stato avviato l’iter di approvazione del Dpr che abroga le disposizioni sull’adozione, da parte delle amministrazioni, dei piani e adempimenti destinati a essere assorbiti dal Piao. Per evitare duplicazioni e coordinare i contenuti delle sezioni del Piano, infine, il Dipartimento della Funzione pubblica adotterà specifiche linee guida.
Le amministrazioni con più di 50 dipendenti racchiuderanno in un solo atto tutta la programmazione relativa alla gestione delle risorse umane, all’organizzazione dei dipendenti nei vari uffici, alla loro formazione e alle modalità di prevenzione della corruzione. Massima semplificazione, stop alla somma di tanti piani separati con una mole infinita di adempimenti burocratici compilati spesso senza una visione unitaria, massima chiarezza nei confronti degli utenti. Ogni amministrazione dovrà, quindi, predisporre un unico Piano con sezioni specifiche, indicando la programmazione degli obiettivi, gli indicatori di performance, le attese da soddisfare – ha spiegato il ministro per la PA. È previsto un modello semplificato di Piao da parte delle amministrazioni con meno di cinquanta dipendenti.
Il piano è adottato dagli organi di indirizzo politico e per le amministrazioni che ne sono sprovviste, dagli organi di vertice in relazione agli specifici ordinamenti. Negli enti locali il piano è approvato dalla giunta, entro il 31 gennaio di ciascun anno e ha durata triennale, con aggiornamento annualmente entro la predetta data. In ogni caso di differimento del termine previsto a legislazione vigente per l’approvazione dei bilanci di previsione, il predetto termine è differito di trenta giorni successivi a quello di approvazione dei bilanci. In sede di prima applicazione, il termine di adozione del Piao è differito di 120 giorni successivi a quello di approvazione del bilancio di previsione.
Il Piano è predisposto esclusivamente in formato digitale ed è pubblicato sul sito istituzionale del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri e sul sito
istituzionale di ciascuna amministrazione.
Autore: La redazione PERK SOLUTION