L’immobile accatastato A/10 è assoggettato all’IMU senza agevolazioni prima casa

L’immobile accatastato con categoria A/10 non può usufruire delle agevolazioni prima casa previste in materia di IMU, anche se risulta adibito ad abitazione principale. Infatti la categoria di immobili A/10 ha esclusivamente la destinazione uso ufficio. Così ha deciso la CTR Lazio, sentenza n. 09/11/2021, n. 5009/10, accogliendo l’appello del Comune di Roma avverso la sentenza del giudice di primo grado che, invece, aveva accolto il ricorso del contribuente.

Le agevolazioni ai fini IMU, previste per l’abitazione principale integrano un’agevolazione fiscale, cui il contribuente ha diritto solo se abbia operato in conformità alle norme di legge che le prevedono. Dal consolidato orientamento della Corte di Cassazione (fra cui: sentenza n. 21332/ 2008) emerge, quindi, che il classamento catastale della categoria delle abitazioni è presupposto essenziale per l’applicazione dell’agevolazione prevista per l’abitazione principale. Il diritto ad usufruire dell’aliquota agevolata e della detrazione ICI previste dalla disciplina contenuta nel D.Lgs.504/1992, presuppone necessariamente il classamento del fabbricato nella corrispondente categoria catastale, dalla quale si desumono i corretti valori per la determinazione dell’imposta. Sugli effetti derivanti da un mancato aggiornamento degli atti catastali dovuti ad inerzia del contribuente, la Corte di Cassazione si è già espressa (sentenza n. 1704/2016) precisando che nessun beneficio può derivare da un accatastamento non «aggiornato» nel caso in cui questo «sia stato determinato da un’omissione del contribuente, che non abbia provveduto a denunciare al Catasto l’effettiva destinazione d’uso del cespite»

Nonostante sia incontestabile – argomenta il giudice dell’appello – che l’immobile del contribuente venga utilizzato quale abitazione principale, l’accatastamento in A/10 è preclusivo per l’applicazione delle agevolazioni previste per la prima casa. In sostanza, tale categoria – che prevede la destinazione del bene ad ufficio – prevale, sul piano fiscale, rispetto all’utilizzo del bene quale abitazione principale. Secondo la CTR per il Lazio è onere del contribuente richiedere una modifica della categoria catastale A/10 funzionale ad allinearla all’uso effettivo dell’immobile. Fino a quando non sarà effettuata tale variazione, non risulta possibile accedere alle agevolazioni IMU previste per l’abitazione principale.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

Le aree adibite ad attività estrattive sono soggette all’IMU

Le aree adibite ad attività estrattive sono assoggettate all’IMU, in quanto mantengono la loro potenzialità edificatoria con riferimento ai fabbricati strumentali a tali attività. Infatti, secondo l’insegnamento della Corte di Cassazione, le aree adibite ad attività estrattive in base allo strumento urbanistico adottato dal Comune non perdono la loro potenzialità edificatoria, ancorché limitata alla costruzione dei fabbricati strumentali all’estrazione dei materiali (cfr. Cass. n. 14409/2017 e Cass. n. 31079/2019). Infatti, l’edificabilità di un’area è connessa alla qualificazione ad essa attribuita nel piano regolatore generale adottato dal Comune e la sua eventuale destinazione a cava non ne modifica la sua potenzialità edificatoria. Pertanto, le aree estrattive devono essere assoggettate all’imposta comunale sugli immobili. Con queste motivazioni la CTR Abruzzo, sentenza n. 05/10/2021, n. 670/6, ha respinto l’appello della società ricorrente, titolare di un’attività estrattiva e già risultata soccombente in primo grado, affermando, tra l’altro, che la previsione di un’esenzione dal versamento dell’IMU per le società che esercitano dette attività, non contemplata dalla legge, comporterebbe un vulnus al principio di tassatività delle esenzioni fissate dal legislatore.

Dimostrazione copertura del costo dei servizi per l’anno 2020 per gli enti deficitari

È stato pubblicato in G.U. n. 285 del 30-11-2021 il decreto del Ministero dell’Interno dell’8 novembre 2021, con il quale sono approvati i modelli di certificazione per comuni nonché per province, città metropolitane e comunità montane che si trovano in condizione di deficitarietà strutturale ai sensi dell’art. 242 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, concernenti la dimostrazione, sulla base delle risultanze contabili dell’esercizio finanziario 2020, della copertura del costo complessivo di gestione dei servizi a domanda individuale, del servizio per la gestione dei rifiuti urbani e del servizio di acquedotto.

I certificati, anche se parzialmente o totalmente negativi, devono essere trasmessi con modalità telematica, muniti della sottoscrizione, mediante apposizione di firma digitale, del segretario, del responsabile del servizio finanziario e dell’organo di revisione economico-finanziaria entro il termine del 23 dicembre 2021 per la certificazione relativa alle risultanze contabili all’esercizio finanziario 2020.

Gli enti locali di cui all’art. 243, comma 6, del TUEL, sono soggetti alla presentazione della certificazione del costo dei servizi nel caso in cui permanga, alla data sopra indicata, la condizione di assoggettamento ai controlli centrali. Gli enti locali di cui all’art. 243, comma 7, che hanno deliberato lo stato di dissesto, sono tenuti alla presentazione della certificazione per tutto il quinquennio di durata del risanamento di cui all’art. 265, comma 1. 4. I comuni, le province e le città metropolitane che hanno fatto ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale prevista dall’art. 243-bis TUEL sono tenuti alla presentazione della certificazione per tutto il periodo di durata del piano di riequilibrio finanziario pluriennale.

I certificati potranno anche riportare valori parzialmente o totalmente negativi per province, citta’ metropolitane e comunita’ montane che, ordinariamente, non assolvono a funzioni relative alla gestione dei rifiuti e al servizio di acquedotto. I dati finanziari da indicare nei predetti modelli devono essere espressi in euro, con due cifre decimali ed arrotondamento della terza cifra decimale, per eccesso se maggiore di cinque millesimi, altrimenti per difetto.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

Pnrr: Parte la selezione dei 1.000 esperti per i territori, avvisi pubblicati sul portale inPA

“Sono stati appena pubblicati sul portale inPA gli avvisi per il conferimento di 1.000 incarichi di collaborazione a professionisti ed esperti per accompagnare le amministrazioni territoriali nelle semplificazioni indicate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tutti gli interessati possono fin da oggi candidarsi con un semplice clic”. Ne dà notizia il ministro per la Pubblica amministrazione.

“L’inserimento degli avvisi sul portale – sottolinea il ministro – segue a strettissimo giro la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 284 di ieri, 29 novembre, del Dpcm con il riparto di 320,3 milioni di euro a favore delle Regioni e delle Province autonome per il conferimento degli incarichi. La task force dei 1.000, prevista dal Pnrr e disciplinata nel decreto legge n. 80/2021, avrà il compito di sostenere le amministrazioni territoriali nelle attività di semplificazione, nel recupero dell’arretrato e nel miglioramento dei tempi effettivi di conclusione delle procedure. Le Regioni hanno già inviato i fabbisogni al Dipartimento della Funzione pubblica, che provvederà ora a fornire loro un coerente elenco di professionisti ed esperti, selezionati attraverso inPA in base al curriculum e alla zona di attività, per facilitare le procedure comparative per l’attribuzione degli incarichi. Ingegneri, architetti, biologi, chimici, fisici, esperti giuridici, digitali e gestionali, informatici, statistici, agronomi, geologi, geometri: sono tra coloro che formeranno le squadre di ‘pronto intervento Pnrr’ per eliminare i colli di bottiglia sui territori, supportare le amministrazioni locali nella gestione delle procedure complesse, dagli appalti alle autorizzazioni ambientali, e accelerare l’attuazione dei progetti e degli investimenti”.

I 1.000 professionisti ed esperti, destinati per il 40% alle Regioni del Sud e per il 60% al Centro Nord, per tre anni supporteranno Regioni e Province autonome, che provvederanno ad allocarne le attività presso le amministrazioni del territorio (uffici regionali, amministrazioni comunali e provinciali) per la gestione delle procedure più critiche, dove si concentrano i “colli di bottiglia” locali. Ambiente, rifiuti, energie rinnovabili, edilizia e urbanistica, appalti, infrastrutture digitali: questi i principali settori delle procedure interessate dal sostegno, coerentemente con i principali ambiti di intervento del Pnrr.

Per l’assegnazione delle risorse, ciascuna Regione e Provincia autonoma ha definito, sentiti gli enti locali, un “Piano territoriale” con le procedure oggetto di supporto, le criticità e i colli di bottiglia da affrontare, ma anche con la distribuzione dei professionisti ed esperti tra i livelli di governo, le modalità di attuazione dell’intervento, i tempi e i risultati attesi, in coerenza con la struttura degli interventi Pnrr (milestone e target). Il successo del progetto sarà valutato, in particolare, in funzione della riduzione dell’arretrato e del miglioramento dei tempi medi delle procedure a livello regionale.

La governance del progetto è affidata a 21 cabine di regia regionali, costituite da rappresentanti della Regione o Provincia autonoma e delle Anci e Upi territoriali, incaricate della pianificazione, gestione e verifica delle attività dei professionisti ed esperti. A Palazzo Vidoni, inoltre, è istituito un Tavolo di coordinamento, che si è già riunito sei volte, composto da rappresentanti del Dipartimento Funzione pubblica, Regioni, Anci e Upi con funzioni di indirizzo e verifica, incaricato, tra l’altro, della raccolta delle indicazioni dei pool territoriali sui colli di bottiglia che richiedono interventi normativi o organizzativi di carattere generale da segnalare alla cabina di regia del Pnrr.

A seguito dell’intesa sul Dpcm nella Conferenza Unificata del 7 ottobre 2021 e della pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha approvato i piani territoriali inviati dalle Regioni e ha pubblicato gli avvisi di selezione dei professionisti ed esperti, che resteranno aperti alle candidature fino alle ore 14 del 6 dicembre 2021. Il portale inPA genererà elenchi dei professionisti ed esperti con profilo coerente con quello degli avvisi, elenchi che saranno inviati alle Regioni. Entro il 31 dicembre 2021 le Regioni individueranno i professionisti cui conferire l’incarico.