Urban award 2021, c’è tempo fino al 27 ottobre per la presentazione delle candidature

ANCI ricorda che c’è ancora tempo fino al 27 ottobre per presentare la propria candidatura al premio Urban Award vinto quest’anno dal Comune di Parma. Il riconoscimento, ideato da Ludovica Casellati, direttrice di Viagginbici.com e Luxurybikehotels.com e organizzato in collaborazione con Anci, ha l’obiettivo di premiare i Comuni virtuosi e incentivare le amministrazioni a investire nel futuro, sostenendo i progetti legati alla bicicletta e alla mobilità sostenibile. Tutti i Comuni interessati possono partecipare al premio compilando e inviando l’application form e i materiali digitali (video, foto) con la descrizione del proprio progetto di mobilità sostenibile all’indirizzo email: urban@viagginbici.com entro il 27 ottobre 2021. In palio ci sono 30 biciclette. Scarica il Regolamento.

Programma Sicuro verde e sociale: riqualificazione Erp. Fondo complementare al PNRR

Anci rende noto che in data 19 ottobre 2021, è stato pubblicato sul sito internet del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili il DPCM 15 settembre 2021, con il quale sono state ripartite le risorse destinate dall’articolo 1, comma 2, lettera c), punto 13, del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, convertito dalla legge 1° luglio 2021, n. 101 alla riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica, per un importo complessivo di 2 miliardi di euro.
Il programma è finalizzato ad intervenire sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica con l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, la resilienza e la sicurezza sismica, nonché la condizione sociale nei tessuti residenziali pubblici.
Il decreto dispone il riparto e l’individuazione dei criteri e modalità di erogazione delle risorse del Programma di riqualificazione Erp.
Si riporta di seguito un testo contenente alcune FAQ.

Recovery Fund Aree Sisma, tutti gli interventi finanziabili

Il Fondo complementare che affianca il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stanzia 1 miliardo e 780 milioni di euro per un programma di interventi nei territori colpiti dai terremoti del 2016 in Italia Centrale e del 2009 in Abruzzo, complementari alla ricostruzione privata e pubblica post sisma.
Il pacchetto Sisma è suddiviso in due macro-misure, una dotata di 1 miliardo e 80 milioni destinata essenzialmente a soggetti pubblici e finalizzata a migliorare la sicurezza, la sostenibilità e la connessione digitale dei territori, l’altra, dotata di 700 milioni di euro, per gli incentivi alle imprese sui nuovi investimenti (vedi Programma Unitario degli Interventi)

MACROMISURA A
Per la macro-misura A “Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi” sono stanziati 1 miliardo e 80 milioni articolati in quattro sottomisure.
La prima, “Innovazione digitale”, prevede 185 milioni di euro destinati a vari progetti per migliorare o installare reti di comunicazione, sistemi informativi e di monitoraggio di ultima generazione. In particolare sono stanziati 25 milioni per potenziare le infrastrutture di comunicazione (come quelle della banda larga e ultralarga), 157 milioni di euro per installare e gestire tramite tecnologia blockchain circa 17mila sensori che monitorino svariati parametri del territorio in un’ottica di prevenzione e programmazione (dalla qualità dell’aria, ai sensori sismici, fino al conteggio del passaggio dei veicoli) e siano di supporto per la raccolta dati e la gestione digitale in tempo reale di alcune situazioni (come il tracciamento delle macerie, i consumi energetici o i livelli idrometrici di laghi e corsi d’acqua). Altri 3 milioni sono per la realizzazione di una piattaforma territoriale informatica.
La seconda sottomisura è quella delle “Comunità energetiche, recupero e rifunzionalizzazione di edifici pubblici e produzione di energia/calore da fonti rinnovabili” e prevede 235 milioni di cui: 100 milioni destinati alla rifunzionalizzazione, efficientamento energetico e mitigazione delle vulnerabilità sismiche di alcuni edifici di proprietà dello Stato e gestiti dal Demanio; 60 milioni per un intervento analogo per gli edifici del “progetto Case” de L’Aquila e per altri edifici pubblici per realizzare il Centro nazionale per il Servizio civile universale; 40 milioni per la realizzazione di sistemi centralizzati di produzione e distribuzione intelligente di energia e calore da fonti rinnovabili; 35 milioni per il supporto alla creazione delle cosiddette “comunità energetiche” nei comuni con più di 5mila abitanti.
La terza sottomisura prevede 325 milioni per la “Rigenerazione urbana e territoriale”. E in particolare 200 milioni per progetti di rigenerazione urbana di spazi aperti pubblici di borghi, parti di paesi e di città; 25 milioni per progetti di conservazione e fruizione dei beni culturali, compresi interventi per abbattere le barriere architettoniche; 100 milioni per percorsi e cammini culturali, tematici e storici, l’avvio della rifunzionalizzazione delle Sae da destinare a fini turistici, sportivi e ambientali e infine per l’ammodernamento e la messa in sicurezza di impianti sportivi, ricreativi e di risalita.
Per la quarta sottomisura, “Infrastrutture e mobilità”, sono previsti 335 milioni di euro di cui: 40 milioni per il rinnovo materiale rotabile su gomma per il trasporto locale ed extraurbano; 50 milioni per l’adeguamento a idrogeno della tratta Sulmona-L’Aquila-Rieti-Terni e la realizzazione di punti di produzione dell’idrogeno da fonti rinnovabili; 10 milioni per il potenziamento e restyling di stazione ferroviarie nei due crateri e infine 235 milioni per la rete stradale ripartiti tra criticità censite da Anas sulla rete secondaria (60 milioni) e interventi di adeguamento e potenziamento di alcuni lotti della viabilità statale individuati nel Contratto di programma Anas (175 milioni).

MACROMISURA B
La macro-Misura B “Rilancio economico e sociale” vale 700 milioni di euro e si articolerà su quattro linee di azione da dettagliare successivamente tramite bandi e gare. La prima è la più corposa ed è quella destinata al “Sostegno agli investimenti”, esclusivamente in conto capitale, delle imprese (380 milioni). Di questi 60 milioni serviranno per circa 6 iniziative a carattere strategico caratterizzate da investimenti di rilevante dimensione (anche se lo strumento è strutturato in modo che sia accessibile anche alle PMI nella forma di filiere produttive e partenariati di diversa natura); 100 milioni potranno poi sostenere 40 iniziative di investimento di dimensione intermedia, 20 milioni sono destinati a investimenti diretti nelle PMI tramite un fondo gestito da Invitalia in modo da supportare la crescita dimensionale delle imprese (poco più di 10 interventi stimati). Infine, il resto delle risorse va a coprire una miriade di interventi di sostegno alle attività produttive sintetizzabili in tre indirizzi: 60 milioni per circa 150 interventi per la nascita, sviluppo e consolidamento di iniziative imprenditoriali; 100 milioni per oltre 600 interventi di innovazione diffusa; 40 milioni per oltre 1000 iniziative di rientro di attività economiche. Il supporto agli investimenti va sempre inteso come una percentuale delle spese ammissibili, variabile a seconda della misura ma mai inferiore al 40% (esclusi gli interventi nel capitale di rischio delle PMI che non può superare il 50% dell’operazione di investimento sottostante).
La seconda sottomisura è quella invece per “Turismo, culturale, sport e inclusione” (180 milioni) di cui 80 milioni per circa 200 iniziative da finanziare a fondo perduto o come finanziamento agevolato per lo sviluppo di imprese culturali, creative, turistiche, sportive, anche del terzo settore; altri 70 milioni per 70 progetti territoriali (destinatari sono enti locali ed enti pubblici dell’Appennino centrale), che abbiano il risultato di qualificare l’offerta e i servizi per turismo, cultura e sport; infine 30 milioni per circa 30 interventi per il rilancio abitativo, l’inclusione e l’innovazione sociale, destinati a enti locali, imprese sociali, terzo settore e cooperative di comunità. Tra gli interventi ammissibili in quest’ultima sezione anche la realizzazione di spazi per lo smartworking e di progetti per servizi di prossimità per la cura di bambini, persone anziani o con disabilità.
La terza sottomisura, che ha a disposizione 60 milioni di euro, riguarda la “Valorizzazione ambientale, economia circolare e ciclo delle macerie”. Per l’implementazione del ciclo delle macerie, che comporta l’acquisto di mezzi di trasporto e sistemi per il riciclo delle macerie in materie prime per l’edilizia, sono previsti 10 milioni. Mentre il resto dei fondi servirà per creare una filiera di gestione e valorizzazione delle risorse ambientali, forestali e agroalimentari. Il punto di partenza è la creazione di associazioni fondiarie a prevalenza di capitale pubblico che raggruppino aree agricole e boschi, abbandonati o incolti (circa 20 associazioni con un costo di 3 milioni di euro, comprensivo del costo della pianificazione per i 120mila ettari interessati dalla misura). Altri 47 milioni serviranno per realizzare 60 piattaforme forestali per la raccolta e trasformazione del legno (circa una ogni 2000 ettari) e per la trasformazione, il confezionamento e il packaging dei prodotti agroalimentari derivanti dalla filiera. Gli scarti, in un’ottica di economia circolare, sono destinati alla produzione energetica a biomassa.
Alla quarta sottomisura, “Centri di ricerca per l’innovazione” sono assegnati 80 milioni di euro. Verranno realizzati quattro centri di ricerca, uno per ciascuna regione colpita dai terremoti del 2009 e del 2016-2017 (Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria), con particolare attenzione alle vocazioni produttive ed economiche locali dei territori. I centri di ricerca possono insediarsi negli edifici e spazi pubblici rifunzionalizzati grazie a un’altra sottomisura del Pnrr sisma. Prevista anche la creazione di un centro di formazione tecnica per la Pubblica amministrazione nel comune de L’Aquila.

 

Rifiuti: dal MiTE 27 milioni di euro per gli eco-compattatori “mangiaplastica”

Ventisette milioni di euro ai Comuni italiani per contenere la produzione di rifiuti in plastica attraverso l’utilizzo di eco-compattatori, favorirne la raccolta differenziata e migliorarne il riciclo in un’ottica di economia circolare: è quanto ha stanziato il cosiddetto decreto “Mangiaplastica” firmato nel settembre scorso dal ministro della Transizione ecologica e di cui adesso è stato pubblicato il bando sul sito del ministero.
Per eco-compattatore si intende un macchinario per la raccolta differenziata di bottiglie per bevande in Pet, in grado di riconoscere in modo selettivo questo tipo di bottiglie e di ridurne il volume favorendone il riciclo.
Per il 2021 è prevista una dotazione pari a 16 milioni di euro, di cui 9 milioni di euro stanziati in conto residui. Per il 2022 sono previsti 5 milioni di euro, per il 2023 4 milioni di euro e per il 2024 2 milioni di euro.
La scadenza per l’invio dell’istanza volta all’ottenimento del contributo è fissata a trenta giorni dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale, che contiene le modalità e i criteri per l’attribuzione.
L’istanza deve essere presentata esclusivamente attraverso l’apposita piattaforma informatica. Occorre preliminarmente essere in possesso di un’identità Spid e del codice Cup da richiedere al seguente link: http://cupweb.tesoro.it/CUPWeb/.
Verrà attivato un call center dedicato all’assistenza tecnica per la compilazione della domanda.
I Comuni si impegnano a mantenere gli eco-compattatori in proprio possesso e in uso in favore dell’utenza per almeno tre anni dal momento dell’attivazione e a fornire al ministero della Transizione ecologica, su base annuale e per almeno tre anni, le informazioni utili a verificare l’efficacia e la sostenibilità del programma sperimentale “Mangiaplastica”.

Le Linee guida sul lavoro agile della PA

Sono state presentate dal ministro della PA ai sindacati le Linee guida in materia di lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche, ai sensi dell’articolo 1, comma 6, del decreto recante modalità organizzative per il rientro in presenza dei lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni.
Le Linee guida anticipano in parte quello che sarà previsto nei CCNL per tutti i comparti. Il documento indica i presupposti indispensabili alla concessione dello smart working con un’adeguata rotazione del personale autorizzato alla prestazione di lavoro agile, assicurando comunque la prevalenza per ciascun lavoratore del lavoro in presenza. L’adesione al lavoro agile ha natura consensuale e volontaria ed è consentito a tutti i lavoratori – siano essi con rapporto di lavoro a tempo pieno o parziale e indipendentemente dal fatto che siano stati assunti con contratto a tempo indeterminato o determinato. I dipendenti dovranno pertanto sottoscrivere un accordo individuale con i datori di lavoro che disciplini l’esecuzione della prestazione lavorativa svolta all’esterno dei locali dell’amministrazione, anche con riguardo alle forme di esercizio del potere direttivo del datore di lavoro ed agli strumenti utilizzati dal lavoratore.
La prestazione lavorativa in modalità agile è svolta senza un vincolo di orario nell’ambito delle ore massime di lavoro giornaliere e settimanali stabilite dai CCNL. In ogni caso deve essere individuata una fascia di inoperabilità (disconnessione) – nella quale il lavoratore non può erogare alcuna prestazione lavorativa. Tale fascia coincide con il periodo di 11 ore di riposo consecutivo di cui all’art. 17, comma 6, del CCNL 12 febbraio 2018 a cui il lavoratore è tenuto. Nelle giornate in cui la prestazione lavorativa viene svolta in modalità agile non è possibile effettuare lavoro straordinario, trasferte, lavoro disagiato, lavoro svolto in condizioni di rischio. Si deve fornire il lavoratore di idonea dotazione tecnologica. Inoltre per accedere alle applicazioni del proprio ente può essere utilizzata esclusivamente la connessione Internet fornita dal datore di lavoro. In caso di problematiche di natura tecnica e/o informatica, e comunque in ogni caso di cattivo funzionamento dei sistemi informatici, qualora lo svolgimento dell’attività lavorativa a distanza sia impedito o sensibilmente rallentato, il dipendente è tenuto a darne tempestiva informazione al proprio dirigente. Questi, qualora le suddette problematiche dovessero rendere temporaneamente impossibile o non sicura la prestazione lavorativa, può richiamare il dipendente a lavorare in presenza. In caso di ripresa del lavoro in presenza, il lavoratore è tenuto a completare la propria prestazione lavorativa fino al termine del proprio orario ordinario di lavoro.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION