ARERA, Regolazione della qualità contrattuale e tecnica del servizio di gestione dei rifiuti urbani – Orientamenti finali

L’ARERA ha pubblicato il documento sugli orientamenti finali che intende adottare nella regolazione della qualità contrattuale e tecnica del servizio di gestione dei rifiuti, sottoponendo a consultazione alcuni ulteriori aspetti attinenti, in particolare, alla durata del periodo regolatorio, all’attivazione, variazione e cessazione del servizio, alla riscossione, ai servizi di ritiro su chiamata, ai flussi informativi fra gestori in caso di assenza di gestore integrato del servizio, alla continuità e alla sicurezza del servizio, agli obblighi di registrazione comunicazione dei dati. Tali aspetti sono stati sviluppati in considerazione degli ulteriori approfondimenti svolti in materia, in esito alle osservazioni pervenute in merito al precedente documento 72/2021/R/RIF per la consultazione e agli elementi raccolti nell’ambito degli incontri tecnici con gli stakeholder del settore.
Viene posto altresì in consultazione lo Schema di provvedimento finale che costituirà il testo integrato per la regolazione della qualità contrattuale e tecnica del servizio di gestione dei rifiuti urbani.
Al fine di garantire una graduale implementazione dei nuovi obblighi di qualità e un congruo periodo di tempo per pianificare gli interventi necessari ad uniformarsi alla nuova disciplina in materia e consentire il riconoscimento dei costi efficienti sostenuti nell’ambito del Piano Economico Finanziario, predisposto ai sensi dell’MTR-2, lo Schema di provvedimento prospetta il posticipo dell’entrata in vigore delle misure fissandone la decorrenza a partire dal 1° gennaio 2023 e una durata del primo periodo regolatorio pari a tre anni, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

 

ANAC, chiarimenti in materia di subappalto. Cambia la quota complessiva raggiungibile

Nella seduta del Consiglio del 6 ottobre, l’Autorità ha affrontato il tema dei subappalti, fornendo chiarimenti per l’utilizzo.
Fino alla riforma del decreto Semplificazioni era consentita una quota specifica di subappalto, distinta e separata da quella generale del 30%, in modo tale che la quota subappaltabile complessiva poteva arrivare al 70%. Ora la quota subappaltabile è stata innalzata transitoriamente al 50%, ma tale limite risulta la quota massima complessiva raggiungibile. Pertanto, il limite massimo di opere subappaltabili deve essere calcolato con riferimento al valore complessivo del contratto, senza poter distinguere (come era precedentemente) tra categorie super specialistiche e altre categorie di lavorazioni.
In tal senso, pur essendo innalzato il limite generale in subappaltabilità al 50%, risulta esclusa la possibilità di subappaltare la percentuale ulteriore delle lavorazioni rientranti nelle categorie super specialistiche. Questo vale nella fase transitoria attuale. Nel periodo definitivo, a partire dal 1° novembre 2021, si affermerà il regime della subappaltabilità integrale delle opere fatte salve le opere da eseguire a cura dell’aggiudicatario, in ragione delle specifiche caratteristiche dell’appalto. Si assisterà, quindi, all’abbattimento di ogni limite quantitativo generale e predeterminato al subappalto.
Le stazioni appaltanti saranno chiamate a indicare nei documenti di gara le prestazioni oggetto del contratto di appalti non subappaltabili da eseguire a cura dell’aggiudicatario. Pertanto, dal prossimo 1° novembre entra a regime la subappaltabilità integrale del contratto, salvo disposizioni speciali degli atti di gara per parti di opera singolarmente indicate.
L’impatto sul mercato di tale nuova disciplina è sensibile e particolarmente rilevante. Rappresenta un approdo cui il Legislatore nazionale giunge dopo trent’anni di travagliato rapporto con la Corte di Giustizia della Ue. La giurisprudenza recente della Corte di Giustizia (novembre 2019), infatti ha posto fine al problema con due pronunce, investendo la disciplina italiana.

Anci, Indagine disagio abitativo. Prorogato al 20 novembre il termine per la restituzione questionario

Partita la mappatura sulla condizione abitativa dei lavoratori agricoli promossa da Anci-Cittalia e ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. L’indagine è condotta tramite un questionario che i Comuni potranno restituire, inizialmente entro il 15 ottobre, termine che è stato prorogato al 20 novembre, per consentirne la più ampia partecipazione.
L’invio dei questionari segue la lettera congiunta inviata nei giorni scorsi ai sindaci dal presidente dell’Anci Antonio Decaro e dal ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando.
“La mappatura – spiega il delegato Anci all’Immigrazione Matteo Biffoni – consentirà di acquisire un quadro di dettaglio sulle condizioni, formali e informali, in cui abitano i lavoratori del settore agroalimentare. Si tratta – continua il sindaco di Prato – di una ricerca ambiziosa, ad alta valenza istituzionale, su cui il ministero del Lavoro ha deciso di investire insieme ad Anci, con l’obiettivo di accompagnare l’attuazione concreta delle misure previste dal Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato 2020 – 2022”.
“Con questa operazione – aggiunge Biffoni – intendiamo ricostruire un quadro dettagliato delle condizioni di disagio abitativo connesso al lavoro agricolo, ma anche un quadro più chiaro delle risorse, in termini di strutture e servizi, che i Comuni possono mettere in campo per migliorare le condizioni alloggiative”.
L’indagine contribuirà ad orientare in maniera mirata e puntuale lo stanziamento di risorse stanziate proprio al fine di superare degrado e marginalità abitativa, a partire dai 200 milioni di euro che il PNRR stanzia proprio con queste finalità.
Inoltre si inquadra nell’ambito di una più vasta collaborazione con il ministero del Lavoro che prende il via dall’ambito agricolo ma che è comune intendimento estendere ad altri ambiti di sfruttamento lavorativo altrettanto rilevanti.
“Sappiamo di chiedere ai Comuni uno sforzo significativo – conclude Biffoni – dovendo fornire informazioni che non sempre sono reperibili in singole unità organizzative o uffici. Contiamo sulla visione strategica e sulla disponibilità dei sindaci che comprenderanno, come sempre accade quando è Anci a rivolgersi ai Comuni, la valenza fortemente operativa dell’indagine”.

Rifiuti. Dal Mite investimenti per 2,6 miliardi per impianti di gestione, efficientamento e progetti di economia circolare

Un miliardo e mezzo di euro per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e per l’ammodernamento di quelli esistenti destinati a Comuni ed Enti d’ambito e altri 600 milioni per la realizzazione di progetti faro di economia circolare per rafforzare e implementare le filiere industriali strategiche e sopperire alla scarsità di materie prime il cui consumo avviene per il 65% proprio nelle città.
Il ministero della Transizione Ecologica ha pubblicato i decreti firmati dal ministro con i criteri di selezione per i progetti relativi a raccolta differenziata, impianti di riciclo e iniziative “flagship” per le filiere di carta e cartone, plastiche, RAEE e tessili. Pubblicati anche gli avvisi , predisposti con il supporto di Invitalia, per la presentazione delle proposte. Le misure puntano allo sviluppo dell’economia circolare secondo i criteri guida del piano europeo d’azione con l’obiettivo di raggiungere i target europeo di riciclo e contribuire fino al 50% al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. E’ aperta dal 30 settembre al 30 novembre la consultazione pubblica sulle linee programmatiche della strategia nazionale per l’economia circolare.
Inoltre il decreto relativo all’approvazione del piano operativo per il sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione stanzia 500 milioni di euro per dotare l’Italia di strumenti tecnologicamente avanzati a difesa del territorio e delle infrastrutture, evitando il conferimento illecito di rifiuti, gli incendi e ottimizzando la gestione delle emergenze.

Nel dettaglio:

1.  Avviso di pubblicazione dei Decreti inerenti gli Inv. 1.1 e 1.2 della missione M2C1

D.M. 396 del 28/09/2021
D.M. 397 del 28/09/2021

I decreti relativi all’approvazione dei criteri di selezione dei progetti (online anche il relativo avviso) prevedono ben un miliardo e mezzo di euro per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l’ammodernamento degli impianti esistenti e 600 milioni di euro per la realizzazione di progetti faro di economia circolare per filiere industriali strategiche;

2.  Avviso di pubblicazione del Decreto inerente l’Inv.1.1 della missione M2C4

D.M. 398 del 29/09/2021

Il decreto relativo all’approvazione del piano operativo per il sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione stanzia ben 500 milioni di euro per dotare l’Italia di strumenti di monitoraggio e prevenzione tecnologicamente avanzati a difesa del territorio e delle infrastrutture, evitando il conferimento illecito di rifiuti e gli incendi e ottimizzando la gestione delle emergenze.

3.  PNRR – M2C1 – Investimenti 1.1 e 1.2 – Pubblicazione degli avvisi per la presentazione delle proposte

In conformità ai Decreti Ministeriali di approvazione dei criteri di selezione dei progetti relativi alle due linee di investimento M2C1 1.1 e 1.2  (DM 396 E 397 del 28.10.2021), pubblichiamo i relativi avvisi per la presentazione delle proposte:

Investimento 1.1
AVVISO 1.1 linea A
AVVISO 1.1 linea B
AVVISO 1.1 linea C
Investimento 1.2
AVVISO 1.2 linea A
AVVISO 1.2 linea B
AVVISO 1.2 linea C
AVVISO 1.2 linea D

DL in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili, Via libera dal Cdm

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 15 ottobre, ha approvato un decreto legge (vedi Bozza) recante “misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”. Il decreto interviene con una serie di misure sul mondo del lavoro, a cominciare dalla sicurezza sui luoghi di lavoro: le norme approvate consentiranno infatti di intervenire con maggiore efficacia sulle imprese che non rispettano le misure di prevenzione o che utilizzano lavoratori in nero.
L’obiettivo è quello di incentivare e semplificare l’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di un maggiore coordinamento dei soggetti competenti a presidiare il rispetto delle disposizioni per assicurare la prevenzione. Pertanto il provvedimento interviene, in primo luogo, con modifiche al Decreto legislativo 81/2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
In considerazione degli effetti economici derivanti dall’emergenza Covid-19, sono adottate alcune norme volte a tutelare i contribuenti maggiormente in difficoltà. In particolare è previsto il differimento del versamento delle rate delle definizioni agevolate dei carichi affidati alla riscossione (cosiddetti “rottamazione-ter” e “saldo e stralcio”) originariamente in scadenza a decorrere dal 2020. In particolare, potranno essere versate entro il 30 novembre 2021 le rate in scadenza nel 2020 e in scadenza dal 28 febbraio al 31 luglio 2021 (art. 1).
Viene prolungato a 150 giorni dalla notifica, in luogo di 60, il termine per l’adempimento spontaneo delle cartelle di pagamento notificate dal primo settembre al 31 dicembre 2021. Fino allo scadere del termine dei 150 giorni non saranno dovuti interessi di mora e l’agente della riscossione non potrà agire per il recupero del debito (art. 2).
Per i piani di rateizzazione già in essere prima dell’inizio del periodo di sospensione della riscossione, viene esteso da 10 a 18 il numero delle rate che, se non pagate, determinano la decadenza dalla rateizzazione concessa (art. 3).
L’art. 6, dopo il deferimento alla Corte di Giustizia Europea e dopo anni dalla procedura di infrazione, notificata dall’Europa all’Italia nel 2014, in merito all’applicazione del bonus prima casa per gli italiani all’estero, cancella la norma di maggior favore che prevede l’applicazione dell’imposta di registro ridotta anche senza il trasferimento della residenza.
Sul fronte lavoro si rinnovano i congedi parentali, e vengono stanziati, dopo una lunga attesa, i fondi per il rifinanziamento della malattia in caso di quarantena per Covid. Al riguardo, l’art. 10 prevede che il lavoratore dipendente genitore di figlio convivente minore di anni quattordici, alternativamente all’altro genitore, può astenersi dal lavoro per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell’attività didattica o educativa in presenza del figlio, alla durata dell’infezione da SARS-CoV-2 del figlio, nonché alla durata della quarantena del figlio disposta dal Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale (ASL) territorialmente competente a seguito di contatto ovunque avvenuto.
Per i periodi di astensione fruiti, è riconosciuta in luogo della retribuzione un’indennità pari al 50 per cento della retribuzione stessa. In caso di figli di età compresa fra 14 e 16 anni, uno dei genitori, alternativamente all’altro, ha diritto di astenersi dal lavoro senza corresponsione di retribuzione o indennità né riconoscimento di contribuzione figurativa, con divieto di licenziamento e diritto alla conservazione del posto di lavoro.
In materia di mobilità del personale, si segnala l’art. 14 che nel novellare l’art. 30, comma 1 del D.Lgs. n. 165/2001 aggiunge dopo le parole: «servizio sanitario nazionale», le seguenti: «e agli enti locali con un numero di dipendenti a tempo indeterminato non superiore a 100», con conseguente abrogazione del primo periodo del comma 1.1. (introdotto dall’art. 3 del D.L. 80/2021, c.d. decreto reclutamento), che esclude per i Comuni con un numero di dipendenti a tempo indeterminato non superiore a 100, sia la mobilità volontaria in uscita che quella in ingresso.

 

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION