Aree svantaggiate confinanti con regioni autonome, fondo 2021

È stato pubblicato il decreto del Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie di bando del Fondo per la valorizzazione e promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale, istituito dall’articolo 6, comma 7, del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127 e destinato al finanziamento di progetti per lo sviluppo economico e l’integrazione in favore dei comuni confinanti con le regioni a statuto speciale.

Il Decreto definisce, con riferimento alla annualità 2021, le somme destinate a ciascuna delle due macroaree Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia, il limite massimo di finanziamento ammissibile per ciascun comune, le modalità di presentazione delle richieste di finanziamento, le condizioni e le modalità di erogazione del Fondo, ed il carattere pluriennale del finanziamento.

Decreto di bando firmato digitalmente il 23 settembre 2021 

Gestione dei rifiuti: la Regione non può delegare ai comuni le funzioni ad essa attribuite dal codice dell’ambiente

Nell’attuale assetto costituzionale delle competenze sulla gestione dei rifiuti – che rientra nella materia della tutela dell’ambiente – le Regioni non possono delegare ai Comuni le funzioni amministrative ad esse attribuite dallo Stato in base a una scelta allocativa compiuta con il Codice dell’ambiente. Pertanto, la Regione Lazio non poteva delegare ai Comuni – come ha fatto con la legge n. 27/1998 – né l’approvazione dei progetti degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti provenienti dalla demolizione di automobili e rimorchi e dalla rottamazione di macchinari e apparecchiature deteriorati ed obsoleti e la relativa autorizzazione a realizzare gli impianti né l’approvazione dei progetti di varianti sostanziali in corso di esercizio e relativa autorizzazione alla realizzazione né, infine, l’autorizzazione ad esercitare l’attività di smaltimento e recupero di questi rifiuti.
Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 189, depositata il 7 ottobre 2021, dichiarando incostituzionale l’articolo 6, secondo comma, lettere b) e c) – quest’ultima limitatamente al riferimento alla lettera b) – della legge regionale del Lazio sulla gestione dei rifiuti, per contrasto con l’articolo con 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione.
Nella fattispecie, due società di autodemolizione di autoveicoli si erano viste rigettare da Roma Capitale la richiesta di autorizzazione ad esercitare l’attività di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi e contro questa decisione avevano proposto ricorso al TAR Lazio.
La dichiarazione di illegittimità costituzionale – ha precisato la Corte – decorre dal 29 aprile 2006, data di entrata in vigore del Codice dell’ambiente, con il quale i principi della riforma del titolo V della Costituzione – successiva alla normativa censurata – si sono tradotti in una specifica disciplina del riparto delle funzioni amministrative, rendendo attuale la discrasia della distribuzione delle competenze
disposta dalla legge regionale censurata.

PNRR, Rafforzamento della mobilità ciclistica: investimenti per 600 mln di euro

Previsti investimenti per 365 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e 1.235 km di ciclabili turistiche.
L’obiettivo del Pnrr è di facilitare e promuovere la creazione e la manutenzione di reti ciclabili in ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale, sia per scopi turistici e ricreativi, sia per favorire gli spostamenti quotidiani e l’intermodalità, garantendo la sicurezza. Il progetto prevede 365 km di nuove piste ciclabili urbane e metropolitane e altri 1.235 km di piste ciclabili turistiche. Il 50% delle risorse europee e nazionali sarà destinato alle regioni del Sud.
Il numero di ciclisti in Italia è in costante crescita dal 2013. Nel 2018 c’è stato un forte aumento del numero degli amanti della bicicletta (40%) seguito nel 2020 da una crescita ulteriore (20%) a causa dell’emergenza Covid-19. Incentivare l’uso della bicicletta aiuta non solo a migliorare la mobilità in senso green, ma anche a sviluppare un mercato notevole, stimato in oltre 7 miliardi di euro all’anno. Il Piano nazionale sulle piste ciclabili prevede di sviluppare nuove reti in 40 città, in particolare quelle che ospitano le principali università del Paese, e di connetterle con il sistema ferroviario o di trasporto metropolitano. Le piste nazionali includeranno progetti anche nelle aree rurali.
I benefici del piano sono molteplici: una mobilità più sicura per tutti, in città e fuori dai centri abitati, garantirà spostamenti realmente green, con impatto ambientale zero, e incentiverà un turismo più sostenibile grazie al miglioramento delle rotte e dell’attrattività dei luoghi.

Pnrr: assegnati 2,8 mld per il programma PinQua sulla qualità dell’abitare

Il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili informa che sono state approvate 159 proposte di progetti di rigenerazione urbana e di edilizia residenziale pubblica presentate da Regioni, Comuni e Città Metropolitane per un valore complessivo di 2,82 miliardi di euro. Con il decreto firmato dal Ministro vengono assegnati 2,8 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e circa 20 milioni derivanti da residui 2019 e 2020 per attuare il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PinQua). Il 40% dei fondi verrà destinato a progetti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno. Gli interventi previsti sono finalizzati a ridurre il disagio abitativo aumentando il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, a rigenerare il tessuto socioeconomico dei centri urbani, a migliorare l’accessibilità, la funzionalità e la sicurezza di spazi e luoghi degradati, spesso localizzati nelle periferie.

Alle risorse originariamente previste per il Programma sono stati aggiunti i 2,8 miliardi di euro a valere sul Pnrr oggetto del decreto. I progetti che beneficeranno dei finanziamenti sono stati selezionati nei mesi scorsi dall’Alta Commissione per l’attuazione del programma, tenendo conto, per la prima volta in modo esplicito, del principio del Next Generation EU di ‘non arrecare danno significativo all’ambiente’ (do not significant harm, DNSH) e sulla base di indicatori di impatto sociale, culturale, economico finanziario e tecnologico.

In coerenza con i tempi di realizzazione delle opere del Pnrr, gli interventi ammessi al finanziamento dovranno essere realizzati e resi fruibili entro il 31 marzo 2026, una scadenza più ravvicinata rispetto a quella stabilita originariamente. Per questo gli enti beneficiari dovranno trasmettere al Ministero, entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto, il cronoprogramma dei singoli progetti rimodulato sulla nuova scadenza per confermare la volontà di aderire al programma. In caso contrario, si provvederà allo scorrimento della graduatoria. Lo stesso decreto prevede che le altre proposte presentate, ritenute ammissibili dall’Alta Commissione ma per le quali la dotazione finanziaria non è sufficiente, potranno essere ammesse a finanziamento se verranno reperite ulteriori risorse.

Tra i 159 interventi ammessi in graduatoria, 8 sono classificati ‘progetti pilota’ ad alto rendimento. Il progetto per Bari, ad esempio, è finalizzato alla riorganizzazione dell’area in prossimità della stazione ferroviaria centrale come cerniera di congiunzione tra il centro storico e l’area urbana moderna. È previsto un insieme integrato di interventi infrastrutturali per la mobilità multimodale, oltre a interventi di riqualificazione e ristrutturazione urbanistica con la creazione di nuovi spazi verdi e l’aumento di servizi. Tra i ‘progetti pilota’ vi è anche quello per Messina, volto al risanamento di aree periferiche attraverso la demolizione di vecchie abitazioni e la riqualificazione del patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale, il recupero e la rigenerazione di spazi e immobili, soprattutto nelle aree ad alta densità abitativa, per migliorare la qualità ambientale e la resilienza ai cambiamenti climatici. In Calabria, il progetto pilota ‘Lamezia Spazio-Generazione 2021’ punta a contrastare il fenomeno dello spopolamento di alcuni quartieri recuperando abitazioni da mettere a disposizione delle famiglie in difficoltà e migliorando la fruibilità di spazi e servizi sociali.

Vengono anche promossi interventi per migliorare e potenziare la mobilità sostenibile con la realizzazione di una pista ciclabile sul territorio di Lamezia Terme e per la riqualificazione del lungomare. A Milano il ‘progetto pilota’ prevede interventi di riqualificazione e riorganizzazione dell’edilizia residenziale sociale e di rigenerazione del tessuto abitativo di quartieri periferici dove più marcato è il disagio socioeconomico. Nelle Marche è previsto, tra l’altro, il progetto per il centro storico di Ascoli Piceno, con l’obiettivo di ridurre il disagio abitativo adottando una strategia integrata per migliorare la qualità dell’abitare e l’inclusione sociale. In Molise sono previsti interventi per la funzionalità e la rigenerazione di aree degradate che insistono soprattutto a Campobasso e in provincia, con il potenziamento di infrastrutture e servizi di prossimità e la creazione di punti di aggregazione per favorire l’integrazione di gruppi sociali.

Decreto su graduatoria Pinqua
progetti pilota finanziati
Elenco dei progetti finanziati

Decreto rientro in presenza, via libera dalla Conferenza Unificata

La Conferenza Unificata, nella seduta del 7 ottobre 2021, ha espresso parere favorevole allo schema di decreto sulle modalità organizzative per il rientro in presenza di tutti i lavoratori pubblici e alle linee guida Funzione pubblica-Salute sui meccanismi di controllo e verifica del green pass nelle amministrazioni (V. anche news del 4 ottobre 2021)

“Con il via libera di Regioni, Province e Comuni al decreto e alle linee guida – afferma il ministro Brunetta – superiamo un’altra tappa importante per assicurare all’Italia una Pubblica amministrazione efficiente, pienamente operativa, capace di sostenere al massimo cittadini e imprese durante questa straordinaria fase di ripresa. Dal 15 ottobre, grazie alle vaccinazioni e al green pass, tutti i dipendenti pubblici rientreranno a lavorare in presenza, in attesa dei rinnovi contrattuali e dell’adozione dei Piani integrati di attività e organizzazione (Piao), con i quali le amministrazioni potranno garantire uno smart working strutturato, che tuteli le esigenze dei lavoratori e i diritti e la soddisfazione degli utenti.

Tuttavia, la Conferenza ha evidenziato come il D.M. non espliciti la disciplina per i lavoratori fragili, per i soggetti esenti dalla vaccinazione e per i soggetti in quarantena. Pertanto, occorre un maggior chiarimento circa le misure da adottare in laro favore, e se gli stessi godono di una priorità per l’accesso al lavoro agile. È stato richiesto, altresì, di chiarire se gli stessi accedono alla percentuale del 15% dei lavoratori che possono usufruire del lavoro agile oppure se in tale percentuale non vanno annoverati.
Con riferimento all’art.l, comma 1, lettera g) è stato chiesto di chiarire chi rientra nell’alveo dei “titolari di funzioni di coordinamento e controllo sull’attività dei dirigenti e dei responsabili dei procedimenti amministrativi” e cosa si intende per “prevalente”.

Scheda decreto rientro
Scheda Linee guida green pass

 

Vecchie graduatorie, non c’è l’obbligo di scorrerle

Il ministro per la Pubblica Amministrazione ha risposto a un’interrogazione concernente lo scorrimento delle graduatorie concorsuali e sulla possibilità di trasformarlo in un obbligo per le amministrazioni.
Il ministro ha evidenziato come “la normativa in materia di accesso al pubblico impiego prevede che le pubbliche amministrazioni abbiano la mera facoltà e non l’obbligo di scorrere le graduatorie concorsuali vigenti per assumere personale a tempo indeterminato. Oggi, peraltro, le graduatorie restano vigenti soltanto per i due anni successivi alla loro approvazione, nell’interesse delle amministrazioni e degli stessi idonei”.
Il meccanismo dello scorrimento delle graduatorie risponde, infatti, a un principio di economicità che, secondo il ministro per la Pubblica amministrazione, “non deve prevalere a scapito della meritocrazia, né delle esigenze concrete delle amministrazioni. Aggiungo, a scanso di equivoci, che gli idonei di un concorso non sono assimilabili ai vincitori. All’idoneità non consegue un diritto all’assunzione”.
Un interesse, quello del reclutamento, che si muove in due direzioni: verso l’amministrazione e verso i candidati. Ecco perché per il ministro “reclutare non significa riempire posti, ma scegliere le persone migliori per far funzionare l’amministrazione”.
“Lo scorrimento delle graduatorie è, dunque, una mera facoltà che presuppone profili professionali perfettamente sovrapponibili e attualità dei requisiti posseduti. Una facoltà che tale deve rimanere”.